Sri Lanka, ombre cinesi sulla crisi politica
Da giorni lo Sri Lanka è nel caos. Venerdì scorso, il premier Wickremesinghe è stato esautorato dal presidente Maithripala Sirisena, che al suo posto ha piazzato l’ex leader Rajapaksa, noto per le sue inclinazioni filo-cinesi e per aver sedato la rivolta Tamil nei primi anni Duemila con metodi condannati dalle Nazioni Unite. Il Parlamento è stato sospeso fino al 16 novembre. A sostegno della manovra – che ha già causato la morte di una persona e il ferimento di altre due – Sirisena ha citato il preoccupante andamento dell’economia nazionale e le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni su un presunto attentato alla sua vita ordito dall’India, l’altro gigante regionale. Ma per gli alleati del deposto primo ministro, si tratta di un complotto finanziato dalla Cina. Lo Sri Lanka è tra i paesi chiave della Belt and Road e un riposizionamento di Rajapaksa al vertice potrebbe aiutare Pechino ad azzittire le critiche di quanti puntano il dito contro il debito esorbitante accumulato da Colombo nell’ambito della Nuova Via della Seta.
Studenti in fabbrica, la Apple indaga
La Apple ha avviato un’ indagine per verificare le accuse partite dal gruppo hongkonghino per la difesa dei diritti umani Sacom, secondo le quali il fornitore taiwanese Quanta avrebbe sfruttato illegalmente il lavoro di studenti cinesi presso la sua sede di Chongqing, dove vengono assemblati gli Apple Watches. I ragazzi, mandati in fabbrica dai loro insegnanti per dei “tirocini”, sarebbero stati sottoposti alle stesse mansioni ricoperte dagli operai regolari, con turni di lavoro notturni e straordinari. Entrambe pratiche che la legge cinese vieta vengano svolte dagli stagisti. Non è la prima volta che il colosso di Cupertino viene additato per l’impiego di studenti sulla catena di montaggio. Lo scorso anno la stessa accusa era stata mossa contro lo stabilimento della Foxconn a Zhengzhou. Il fenomeno in crescita mette in evidenza le difficoltà incontrate dalle aziende locali di fronte alla carenza di manodopera e all’aumento dei salari, sopratutto in prossimità del lancio di nuovi dispositivi.
Pechino costruisce il suo primo aeroporto al Polo Sud
Il prossimo mese la Cina comincerà a costruire il suo primo aeroporto nell’Antartide. Secondo il Keji Daily, giornale gestito dal Ministero della scienza e della tecnologia, i ricercatori cinesi hanno già iniziato i primi rilevamenti. La struttura – che sarà in grado di servire il piccolo aereo polare Snow Eagle 601 – si aggiunge alle decine di piste già esistenti (di cui un quinto di proprietà americana) e sottolinea il crescente attivismo cinese nei due Poli, appetibili non solo per le loro risorse naturali. Lo scorso gennaio Pechino aveva rilasciato un libro bianco sulla “via della seta polare”, ventilando l’apertura di nuove rotte marittime grazie al progressivo scioglimento dei ghiacci.
Cina prima per aumento miliardari
Lo scorso anno la Cina ha generato due nuovi miliardari alla settimana, trainando l’aumento a livello globale. Lo rivela l’ultimo studio congiunto di UBS e PwC, stando al quale i ricchissimi sono passati da 318 a 373 per un patrimonio complessivo di 1,12 trilioni di dollari. Il rallentamento dell’economia tuttavia non risparmia nemmeno i paperoni. Infatti, anche se la lista continua ad allungarsi, 51 della vecchia guardia hanno perso la loro posizione. Il trend rimane comunque rilevante, soprattutto se si considera che nel 2016 la Cina contava appena 16 miliardari, mentre oggi un miliardario su cinque a livello mondiale parla cinese. Di cui il 97% “self made”. Lo studio attesta inoltre il sorpasso numerico dell’Asia sugli Stati Uniti. Entro tre anni gli asiatici diventeranno primi anche per ammontare delle loro ricchezze.
La Cina traina gli acquisti nella robotica
Nel 2017, il 36% dei robot progettati a livello mondiale è finito in Cina. Secondo l’ International Federation of Robotics, il gigante asiatico è ad oggi il primo acquirente, tanto che il 2015 e il 2017, il numero di robot industriali oltre la Muraglia è addirittura raddoppiato. Lo shopping sarà tuttavia destinato a calare. Entro il 2020 Pechino vuole arrivare a padroneggiare 10 segmenti industriali hi-tech affrancandosi dalle importazioni. Solo pochi giorni fa il colosso svizzero dell’automazione ABB ha annunciato l’apertura di un impianto da 150 milioni di dollari a Shanghai, destinato a diventare il più avanzato al mondo. La fabbrica “dovrebbe essere operativa entro la fine del 2020 e produrrà robot per la Cina e per l’esportazione in altre parti dell’Asia”, spiega Reuters.