wuhan

In Cina e Asia – Spesa sanità: i pensionati di Wuhan protestano

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

  • Pensionati protestano a Wuhan 
  • Pallone-sonda: gli Usa hanno condiviso informazioni con 40 paesi
  • Usa e Nato: “La Cina è una minaccia sistemica”
  • Pechino risponde: “No ai giochi a somma zero”
  • Chat GPT, pronta la versione cinese
  • Tibet, Onu: “1 milione di bambini vittime di politiche assimilazioniste” cinesi
  • Quanto è comunista davvero Xi Jinping?
  • Corea del Nord: record di missili al 75° anniversario dell’esercito 
  • Giappone, giro di vite intorno alle Olimpiadi di Tokyo 2021
  • Corea del Sud, al via la richiesta di impeachement per il ministro dell’Interno

Migliaia di persone sono scese in strada nella città di Wuhan ieri per protestare contro il taglio delle detrazioni sulle spese mediche. Secondo Radio Free Asia, molti sono ex dipendenti della statale Wuhan Iron and Steel, che vogliono che gli indennizzi vengano ripristinati al loro livello originale di 260,93 yuan al mese anziché 88-82 yuan, come previsto dal taglio. Quello dei costi della sanità è diventato un argomento scivoloso dopo il Covid: nei tre anni di tolleranza zero i governi locali hanno dilapidato le proprie risorse per finanziare tamponi di massa e lockdown.

Ma, secondo diversi testimoni, le istanze dei manifestanti sarebbero molteplici. Un residente del distretto di Jiang’an ha dichiarato che le proteste sono state causate anche dalla riduzione dei rimborsi sulle spese funebri, scesi da 70.000 yuan (10.300 dollari) a soli 30.000 yuan (4.400 dollari) a persona. Non solo. A partecipare alle rimostranze sono state anche “persone, le cui case sono state demolite [con la forza]“. Dopo le proteste dei mutui bancari, i sit-in contro Evergrande, e la “rivoluzione dei fogli A4“, ora Pechino dovrà fronteggiare anche le rimostranze dei pensionati. Un segmento sociale che – considerato il trend demografico – merita particolare ascolto. In caso di mancata risposta delle autorità, gli organizzatori delle proteste minacciano nuovi raduni per il 15 febbraio.

Pallone-sonda: gli Usa hanno condiviso informazioni con 40 paesi

Gli Stati Uniti hanno condiviso le informazioni sul pallone cinese con 40 nazioni. Lo riporta Reuters, secondo cui il Dipartimento di Stato è in contatto con le missioni statunitensi in tutto il mondo per tenere aggiornati gli alleati e i partner. Tra i dettagli divulgati durante un briefing presso la sede diplomatica di Pechino compaiono informazioni che dimostrano come il pallone non sia utilizzato per motivi di ricerca meteorologica, bensì per attività di spionaggio. In particolare, le autorità americane hanno sottolineato la presenza di pannelli solari sul pallone, e quindi la necessità di più energia di quanta ne richiedano i modelli per rilevamenti scientifici. Inoltre la traiettoria in volo non è parsa conforme ai modelli naturali del vento.

Pechino risponde: “No ai giochi a somma zero”

Nella giornata di ieri, anche in risposta al discorso sullo stato dell’Unione di Biden, Pechino ha dichiarato che si oppone ai “giochi a somma zero”, ma ha ribadito che difenderà i propri interessi. Lu Shaye, ambasciatore cinese in Francia, ha definito “scioccante” l’abbattimento del pallone, dopo le prime dichiarazioni dei funzionari americani secondo cui l’aeromobile non costituiva una minaccia per gli Stati Uniti. Per Lu, una visita di Antony Blinken in Cina, in questo momento, sarebbe “inappropriata”. Della stessa opinione il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, che durante un briefing con la stampa estera ieri ha definito “la narrativa” della Cina “egoistica ed egemonica“. Ma oltre la Muraglia l’impressione è esattamente opposta: la guerra tariffaria, il caso Huawei, la tech war, il dispiego di assets militari nell’Indo-Pacifico…tutto farebbe pensare a una campagna tesa a ostacolare l’ascesa della seconda economia mondiale. Con l’approvazione degli alleati occidentali: secondo Bloomberg il gruppo del G7 avrebbe al vaglio nuove sanzioni per punire le aziende cinesi, iraniane e nordcoreane, sospettate di rifornire la Russia di componentistica militare.

Usa e Nato: “La Cina è una minaccia sistemica”

La Cina rappresenta una minaccia sistemica per la NATO e per l’ordine internazionale. Lo ha detto ieri il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, durante una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a Washington. Parlando del pallone cinese che il Pentagono ha abbattuto sabato scorso, il capo della diplomazia statunitense ha definito il sorvolo del misterioso aeromobile una “chiara violazione della nostra sovranità: un atto irresponsabile, a cui abbiamo risposto difendendo i nostri interessi”. Stoltenberg non è stato meno duro. Letteralmente: “La Cina sta sostanzialmente costruendo le sue forze militari, comprese le armi nucleari, senza alcuna trasparenza. Sta tentando di affermare il controllo sul Mar Cinese Meridionale e minacciando Taiwan. Cercando di prendere il controllo delle infrastrutture critiche, anche nei paesi della NATO. Reprimere i propri cittadini e calpestare i diritti umani. E approfondendo la sua partnership strategica con Mosca. Quindi gli alleati della NATO hanno preoccupazioni reali, di cui abbiamo discusso oggi.”

Chat GPT, pronta la versione cinese

La casa madre del motore di ricerca cinese Baidu lancerà a marzo una chat chiamata “Ernie Bot”, per adattarsi alla corsa globale all’intelligenza artificiale e aggiornare le funzioni del sistema di ricerca. I test interni all’azienda si sono conclusi proprio in questi giorni.  “Ernie” è un sistema linguistico introdotto nel 2019, che è stato affinato fino ad acquisire la capacità di codificare il linguaggio e riprodurlo, oltre che a generare immagini grazie a input di testo. Secondo una persona vicina all’azienda e intervistata da Reuters, l’idea di Baidu è quella di integrare la chat nel motore di ricerca, fornendo agli utenti risultati coerenti con le loro richieste. Il modello nel settore è ChatGPT, una chatbot di OpenAI supportato da Microsoft. Baidu è una delle aziende più aggiornate in fatto di tendenze tecnologiche. Ha investito molto, tra le altre cose, nella tecnologia AI e nei servizi cloud, nel tentativo di diversificare le sue fonti di reddito.

Quanto è comunista davvero Xi Jinping?

Il presidente cinese ha fatto dell’ideologia e del revival maoista la cifra del suo governo. Ma quanto è comunista davvero Xi Jinping? Solitamente, la risposta cambia a seconda dell’esperto interpellato. Ora abbiamo la versione di Xi in persona. O almeno questo è quanto sostiene il defunto Shinzo Abe in un libro di memorie. Secondo l’ex-premier, durante un incontro a porte chiuse il leader cinese avrebbe ammesso che “probabilmente” non sarebbe stato comunista se fosse nato negli Stati Uniti, ma che sarebbe entrato nel Partito repubblicano o nel Partito democratico. Il testo del memoir si basa su una serie di interviste rilasciate da Abe riguardanti, in particolare, i dettagli delle sue interazioni con altri leader mondiali. “In altre parole – è il commento di Abe alle parole rivoltegli da Xi – (il presidente cinese) non riteneva avesse alcun senso far parte di un partito che non ha potere politico”. Dal libro emerge anche come, nei primi incontri con Abe, fino al 2018, Xi utilizzasse dichiarazioni già preparate.

Corea del Nord: record di missili al 75° anniversario dell’esercito

La parata più maestosa di sempre. Nella giornata di ieri la Corea del Nord ha celebrato il 75esimo anniversario dell’Armata del popolo coreano, fondata nel 1948,  esibendo un numero record di missili balistici intercontinentali: le immagini diffuse dai media statali mostrano ben 11 Hwasong-17, i missili balistici intercontinentali più potenti sviluppati dal paese, che si sospetta abbiano il raggio d’azione per colpire qualsiasi parte del mondo con una testata nucleare. Kim Jong-un ha presieduto la parata, che si è svolta nella Piazza Kim Il-sung, nel centro di Pyongyang, e ha incluso uno spettacolo pirotecnico, esibizioni di bande musicali in divisa e marce sincronizzate. I festeggiamenti ritraggono inoltre il leader a un banchetto presso il Yanggakdo Hotel, con la moglie e la misteriosa figlia, alla sua quarta apparizione pubblica. Secondo gli analisti, potrebbe essere il segno che Kim vuole passare il testimone alla teenager, di cui si sa ancora pochissimo. La ragazzina aveva fatto la sua prima comparsa a novembre, mentre il padre ispezionava un sito per i test missilistici.

Corea del Sud, al via la richiesta di impeachement per il ministro dell’Interno

Sono passati già alcuni mesi dalla tragedia di Itaewon, quartiere di Seul dove centinaia di persone sono morte durante i festeggiamenti di Halloween. Ora i legislatori coreani hanno avviato il processo per la rimozione dalla carica dell’attuale ministro dell’Interno Lee Sang-min. Sul funzionario, che soprintende anche agli apparati di sicurezza del paese, ricadrebbe la responsabilità di quanto accaduto nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre 2022. Tra le accuse non solo un mancato coordinamento dei soccorsi, ma anche la scarsa attenzione alla pericolosità della situazione ore prima della crisi e nonostante le segnalazioni ricevute. La decisione finale passa ora nelle mani della Corte costituzionale , che potrebbe impiegare fino a sei mesi per accettare o rifiutare la proposta di impeachement.

Giappone, giro di vite intorno alle Olimpiadi di Tokyo 2021

Mercoledì 8 febbraio i pubblici ministeri hanno convalidato l’arresto di quattro cittadini giapponesi coinvolti in un caso di truffa legato alle sponsorizzazioni delle Olimpiadi di Tokyo del 2021. Si tratta di un funzionario del comitato organizzativo e i direttori di tre società pubblicitarie: Dentsu Inc., Cerespo Co. e Fuji Creative Corporation. La decisione è arrivata dopo una lunga serie di indagini intorno alla gestione degli appalti per gli sponsor dell’evento sportivo, che ha portato all’arresto nel settembre 2022 di Haruyuki Takahashi, ex membro del consiglio di Tokyo 2020 e precedente dirigente di Dentsu.

Tibet, Onu: “1 milione di bambini vittime di politiche assimilazioniste” cinesi

Alcuni esperti di diritti umani presso le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme nei confronti delle scuole residenziali in Tibet. Nel comunicato stampa diffuso lo scorso 6 febbraio si denunciano le politiche di assimilazione della Cina nella regione autonoma speciale, tra le quali l’isolamento di almeno 1 milione di bambini dalle proprie famiglie e dalla propria cultura di origine. L’allontanamento dei figli sarebbe giustificato dalla chiusura di molte scuole rurali nelle aree a maggior concentrazione tibetana, rendendo così necessario il trasferimento dei bambini in età scolare presso dei convitti lontani da casa e dai quali sono esclusi l’utilizzo e l’insegnamento delle lingue locali. “Siamo allarmati da quella che sembra essere una politica di assimilazione forzata dell’identità tibetana nella maggioranza cinese han attraverso una serie di azioni oppressive contro le istituzioni educative, religiose e linguistiche tibetane”, spiegano gli esperti.

A cura di Alessandra Colarizi; hanno collaborato Sabrina Moles e Agnese Ranaldi