In Cina e Asia – Singles’ Day: crescita a una cifra per Alibaba

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Singles’ Day: crescita a una cifra per Alibaba
  • La Cina si prepara ad riaccogliere gli studenti stranieri
  • Cina: crollano le assunzioni nell’industria di internet
  • Hong Kong: quasi 6 anni di carcere per “Captain America 2.0”
  • Myanmar: giornalista americano condannato a 11 anni 
  • Gli Usa sanzionano funzionari cambogiani

Un Singles’ Day all’insegna della “prosperità comune“. L’ultima edizione del festival dello shopping lanciato nel 2009 da Alibaba ha registrato numeri piuttosto contenuti. Secondo il colosso dell’ecommerce cinese, il valore lordo della merce (GMV) vendute quest’anno è cresciuto fino a raggiungere la cifra record di 540,3 miliardi di yuan (84,5 miliardi di dollari) nei passati 11 giorni, pari a un aumento dell’8,45% su base annua. Nonostante le apparenze, si tratta della prima crescita a una cifra da quando l’evento è stato innaugurato oltre dieci anni fa. Il rallentamento segue la stretta sferrata contro i colossi tecnologici dalla leadership comunista. Solo pochi giorni fa, Alibaba e Meituan sono state nuovamente redarguite dall’anti-trust, mentre stamattina il quotidiano statale Scurities Times ha condannato il “culto del fatturato”. In tutta risposta, le big tech hanno cercato di rabbonire la leadership con inziative socialmente utili: all’emissione di green voucher è stata affiancata la richiesta ai venditori di destinare parte delle entrate al sostegno delle fasce più emarginate della popolazione, come i “left-behind children”. [fonte SCMP, Reuters]

La Cina si prepara ad riaccogliere gli studenti stranieri

Alcune università cinesi hanno invitato i loro studenti internazionali a prepararsi al rientro in campus a marzo. Anche se non c’è stato alcuna dichiarazione ufficiale da parte delle autorità nazionali circa la riapertura dei confini, la Duke Kunshan University di Suzhou e la New York University di Shanghai hanno contattato gli iscritti per avvertirli che potrebbero frequentare le lezioni in presenza entro il prossimo semestre. Negli ultimi due anni, gli studenti internazionali hanno lanciato diversi appelli alle autorità cinesi per richiedere visti universitari che consentissero loro di tornare a lezione dopo la pandemia, ad esempio attraverso la campagna Twitter #TakeUsBackToChina. Ma al momento Pechino ha concordato la reciprocità degli scambi soltanto con la Corea del sud, i cui studenti rappresentano circa il 10% degli internazionali presenti in territorio cinese. Un funzionario dell’università di Shanghai ha detto che gli studenti dovranno sottoporsi a una quarantena autofinanziata “14+7”, con le prime due settimane da effettuarsi in luoghi designati dal governo e l’ultima settimana di auto-quarantena in un luogo diverso. Il personale di altre università cinesi come la Peking University di Pechino e la Fudan University di Shanghai, ha detto di non essere a conoscenza di alcun piano governativo per il ritorno degli studenti stranieri in Cina. [fonte SCMP]

Cina: crollano le assunzioni nell’industria di internet

In Cina crollano le assunzioni nell’industria dell’internet a causa della stretta normativa nel settore tecnologico, mentre la domanda di lavoro nell’ambito dei semiconduttori è in aumento come mai prima d’ora. Da una parte, le nuove leggi sulla sicurezza dei dati e le misure antitrust promosse recentemente dal governo hanno avuto un effetto negativo sul reddito dei lavoratori impiegati nelle Big Tech cinesi, che ora sono alle prese con salari stagnanti e con il rischio di perdere il posto di lavoro. Dall’altra, mentre continua la diatriba commerciale tra Pechino e Washington, la carenza globale di chip ha richiesto un aumento delle capacità di produzione. Secondo 51job.com, l’industria dei semiconduttori ha portato il 65% in più di nuove assunzioni nel primo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Il giro di vite normativo che ha colpito il settore privato in Cina ha compromesso la ricerca di impiego da parte dei giovani neolaureati, che ora guardano principalmente al settore pubblico per ottenere impieghi più stabili, seppur con salari inferiori. Nel 2020, infatti, circa di 1,5 milioni di persone si sono iscritte al concorso previsto per le posizioni statali, 110.000 in più rispetto all’anno precedente. [fonte SCMP]

Hong Kong: quasi 6 anni di carcere per “Captain America 2.0”

Un manifestante pro-democrazia è la seconda persona ad essere condannata a Hong Kong in base alla nuova legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino. Si tratta di un ex fattorino, Ma Chun-man, soprannominato “Captain America 2.0” per via di uno scudo colorato che portava con sé durante le proteste nei centri commerciali. Ora dovrà scontare quasi sei anni di carcere per “incitamento alla secessione”. È la prima persona ad essere condannata esclusivamente per atti non violenti. Da quando la legge sulla sicurezza nazionale è entrata in vigore nel giugno scorso, le autorità hanno arrestato 145 persone per presunte violazioni e ne hanno accusate 84 fino al 31 ottobre, secondo il consolato degli Stati Uniti a Hong Kong. In base alla nuova legge, quattro fattispecie di reati sono punite severamente, tra cui secessione, terrorismo, sovversione e collusione con forze straniere. Le violazioni più gravi comportano pene fino all’ergastolo. Durante il processo, gli avvocati del manifestante hanno detto che stava semplicemente esercitando il suo diritto alla libertà di parola, come garantito sia dalla legge sulla sicurezza che dalla costituzione della regione ad amministrazione speciale cinese. In una lettera scritta a mano al giudice prima della condanna, il signor Ma ha dichiarato “ho finalmente capito che rispetto a dove sto vivendo, rispetto a questa terra, ho una profonda responsabilità. Per la prima volta, ho trovato uno scopo per vivere”. [fonte WSJ]

Myanmar: giornalista americano condannato a 11 anni 

Il giornalista americano Danny Fenster, arrestato lo scorso maggio dopo il golpe, è stato condannato a 11 anni di carcere, la pena massima prevista per i reati di cui è accusato: incitamento al dissenso, associazione illegale, violazione della legge sull’immigrazione. In un procedimento separato, è anche accusato di terrorismo e sedizione e rischia l’ergastolo. Il processo si è tenuto a porte chiuse a Yangon. Il reporter 37enne è il caporedattore di Frontier Myanmar, una rivista di informazione locale, ed è l’unico giornalista straniero ad essere stato accusato dalle autorità militari.  [fonte Strait Times]

Gli Usa sanzionano funzionari cambogiani

Gli Stati Uniti hanno sanzionato per corruzione due funzionari della Cambogia che erano impegnati della costruzione della più grande stazione navale del sudest asiatico. La base cambogiana di Ream, nel Golfo della Thailandia, aveva già attirato la preoccupazione di Washington per la crescente presenza militare cinese. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni al comandante della marina cambogiana, Tea Vinh, e a Chau Phirun, il direttore generale del Dipartimento Materiali e Servizi Tecnici del Ministero della Difesa, accusando i due di aver pianificato la condivisione di denaro sottratto al progetto. Il Tesoro statunitense ha dichiarato che questi funzionari “hanno probabilmente cospirato per gonfiare il costo delle strutture per beneficiare personalmente dei proventi”. La base di Ream, aveva già attirato la preoccupazione degli USA, quando il Washington Centre for Strategic and International Studies ha pubblicato un report che mostrava le immagini satellitari di alcuni luoghi potenzialmente adibiti alla costruzione di nuove strutture. Nel report si afferma che la preoccupazione più grande era che queste strutture potessero essere finalizzate ad aumentare la presenza militare cinese nell’area. Quando un anno fa la Cambogia aveva raso al suolo una struttura della base navale di Ream finanziata dagli Stati Uniti, Washington aveva immaginato che Phnom Penh intendesse dare l’incarico di ricostruirla alla Cina. Così il mese scorso gli USA hanno accusato la Cambogia di mancanza di trasparenza sulle attività di costruzione alla base, e hanno esortato il governo a rivelare al suo popolo l’intera portata del coinvolgimento militare di Pechino nella realizzazione di queste strutture. [fonte SCMP]

A cura di Agnese Ranaldi; ha collaborato Alessandra Colarizi