Lo scandalo Hacking Team mette sotto pressione i servizi d’intelligence sudcoreani. Google ha eliminato il nome cinese dalle isole contese del mar cinese meridionale. In Tibet si piange la morte di Tenzin Delek Rinpoche, rispettato monaco buddhista incarcerato nel 2002 per “attività separatiste” e “sostegno al terrorismo”. La polizia cinese avrebbe ucciso tre uomini di etnia uigura sospettati di terrorismo, a Shenyang. L’aria nelle città della Cina migliora. COREA DEL SUD – I servizi sudcoreani nello scandalo Hacking Team
Lo scandalo Hacking Team mette sotto pressione i servizi d’intelligence sudcoreani. Stanno infatti emergendo prove sul fatto che le "barbe finte" di Seul abbiano acquistato programmi di controllo e sorveglianza per smartphone dalla società italiana a sua volta finita nel tritacarne perché vittima di attacchi informatici che ne hanno svelato i rapporti commerciali anche con governi non proprio specchiati come quello sudanese. Nel caso coreano non c’è niente da ecepire sulle credenziali del committente. Ma il caso in Corea del Sud assume rilevanza, per la serie di scandali che ha coinvolto i servizi e in particolare per lo vicenda delle intercettazioni illegali contro politici e uomini d’affari che nel 2005 aveva gettato ombre sull’operato dell’intelligence
La geopolica di Google
Google ha eliminato il nome cinese dalle isole del mar cinese meridionale contese con le Filippine. Complici definizioni storiche imprecise, interessi geopolitici e abbondanza di risorse naturali parti di quel mare sono rivendicate da Taiwan, Vietnam, Filippine, Malesia e Brunei. Oltre alla Cina che lo rivendica nella sua interezza. Siamo a 220 chilometri dall’isola princpale delle Filippine, 650 km a sud del punto più meridionale della Repubblica popolare, ma la Cina controlla le isole che chiama Zhongsha dal 2012. La decisione di Google segue una dura campagna online che ha chIesto al colosso americano di non identificare quegli atolli come parte del territorio cinese.
TIBET – Non piangete tutti insieme
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Secondo Rfa, la polizia avrebbe sparato su una folla di più di mille tibetani, si sono riuniti nella contea di Nyagchuka, nella regione sudoccidentale dello Sichuan per piangere la morte in prigione di Tenzin Delek Rinpoche, rispettato monaco buddhista incarcerato nel 2002 per “attività separatiste” e “sostegno al terrorismo”. Non ci sarebbero stati feriti, l’intenzione delle forze dell’ordine sarebbe stata solo quella di disperdere la folla. Il monaco, che ha sempre sostenuto di essere innocente, aveva un grosso seguito tra i fedeli.
CINA – Tensioni anche fuori lo Xinjiang
La polizia cinese avrebbe ucciso tre uomini di etnia uigura sospettati di terrorismo, a Shenyang, Cina nordorientale 3mila chilometri a est dalla capitale della regione autonoma dello Xinjiang. A dare la notizia sono state le autorità locali sui social network. Ma il post è stato rimosso questa mattina. Lo Xinjiang, regione nell’estremo ovest della Cina, è da anni teatro di tensioni tra le forze di sicurezza di Pechino e la popolazione locale di religione musulmana, gli uiguri. Raramente queste tensioni sono esplose in altre città della Cina. Ma il fenomeno in questi ultimi anni si è fatto sempre più frequente.
CINA – L’aria che sarà
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Il 75 per cento delle città cinesi è ancora al di sotto degli standard qualitativi dell’aria ma la percentuale è minore a quella dell’anno scorso. Sono i dati del ministero della protezione ambientale cinese di giugno. Anche nella capitale il particolato nell’aria è salito dell’11 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il governo cinese ha dichiarato guerra all’inquinamento ponendosi come obiettivo il raggiungimento di un’aria mediamente pulita entro il 2030. L’anno scorso il 90 per cento delle grandi città non è riuscito a raggiungere gli obiettivi dichiarati.
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