I titoli di oggi:
- Scambio tra Cina, Francia e Italia sulla crisi ucraina
- L’addio di Li Keqiang e la “prosperità comune”
- Usa: la Corea del Nord pianifica il test di un ICBM
- Corea del Sud: Yoon cerca un equilibrio tra Stati uniti e Cina
- Taiwan: “aereo militare cinese precipitato in acque contese”
Cina, Italia e Francia hanno concordato sull’idea che uno sforzo collettivo da parte della comunità internazionale è necessario per la risoluzione del conflitto russo-ucraino. Durante i colloqui virtuali con il ministro degli Esteri Luigi di Maio e l’omologo francese Le Drian, ieri Wang ha ribadito il dovere imprescindibile di ogni nazione di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale degli altri paesi, così come stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite. In questa occasione, il leader cinese ha sottolineato che bisogna prendere sul serio le legittime preoccupazioni securitarie internazionali, aggiungendo che si dovranno implementare tutte le misure necessarie alla risoluzione pacifica della crisi. Pechino ha presentato una proposta in sei punti per prevenire una crisi umanitaria in Ucraina, opponendosi anche al ricorso a sanzioni unilaterali nei confronti della Russia. Di Maio ha dichiarato che l’Italia terrà in considerazione la proposta cinese, e che Roma è pronta a ricorrere a sforzi congiunti con la Cina per accompagnare Russia e Ucraina fuori dal conflitto.
L’addio di Li Keqiang e la “prosperità comune”
L’approccio di politica economica di Li Keqiang sembra raccogliere consensi in Cina, mentre diminuisce l’enfasi sulla politica della “prosperità comune” promossa da Xi Jinping per rendere la società cinese più egualitaria. Secondo un’analisi del Nikkei Asia Review, Li – che stamani ha tenuto l’ultima conferenza stampa da premier al termine dell’Assemblea Nazionale del Popolo – ha rafforzato il proprio controllo sulla politica economica cinese dopo una fase di basso profilo, che ha coinciso con l’accentramento dei processi decisionali nelle mani di Xi . Eppure in questi giorni di “prosperità comune” si parla sempre meno. Lo stesso Xi, arringando la Conferenza consultiva politica del popolo cinese, non ha fatto alcuna menzione della sua “nuova” strategia socio-economica. Secondo il Nikkei, ciò può essere dovuto al fatto che le crescenti difficoltà economiche, dovute alla pressione sulle attività private, alla recente crisi post-pandemica, alle tensioni diplomatiche con gli USA, e ai terremoti geopolitici degli ultimi tempi, hanno costretto Xi a congelare il piano per dare priorità alle difficoltà più contingenti. L’attuale posizione del Politburo rispetto alla politica della “prosperità comune” è che si tratti infatti di un obiettivo di lungo termine. Alla luce di queste considerazioni, Li avrebbe acquisito più autorità nella gestione delle questioni economiche, mentre Xi si starebbe concentrando sulle faccende politico-diplomatiche. “Sul piano interno, Xi potrebbe non avere più la voce assoluta nella politica economica”, afferma l’analisti giapponese Katsuji Nakazawa, “il tradizionale sistema di leadership collettiva, anche se in modo lieve, è tornato in auge”.
Usa: la Corea del Nord pianifica il test di un ICBM
Secondo gli Stati uniti, gli ultimi test nordcoreani hanno lo scopo di mettere a punto un nuovo sistema di missili balistici intercontinentali (ICBM) in vista di un vero e proprio collaudo della nuova tecnologia. Lo ha dichiarato ieri alla stampa un funzionario dell’amministrazione Biden, aggiungendo che i recenti lanci violano le risoluzioni delle Nazioni unite. Pyongyang aveva rivelato il suo nuovo missile balistico intercontinentale, Hwasong-17, durante una parata che ha segnato il 75° anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori il 10 ottobre 2020.
Solo il giorno prima, la statale Korean Central News Agency (KCNA) aveva annunciato la messa a punto di sofisticati satelliti di ricognizione per monitorare la minaccia “dell’imperialismo statunitense e delle sue forze vassalle” dallo Spazio. Durante un’ispezione alla National Aerospace Development Administration, Kim Jong-Un ha lodato le recenti ricerche e gli sviluppi tecnologici portati avanti dall’agenzia nazionale. Ha dichiarato inoltre che lo scopo di questi satelliti militari è proprio quello di fornire informazioni in tempo reale su eventuali mosse ostili portate avanti da Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e altre nazioni del Pacifico.
Il leader ha intenzione di inaugurare il lancio in orbita entro il periodo del presente piano quinquennale, in modo da raccogliere rapidamente tutte le informazioni delle fotografie trasmesse dallo Spazio. Il programma, infatti, non è solo un progetto di ricerca fine a se stesso, bensì “un lavoro per la protezione della (…) sovranità e degli interessi nazionali, per l’esercizio dei diritti legittimi di autodifesa e per l’elevazione del prestigio nazionale”, sottolinea KCNA. Secondo 38th North, un think tank statunitense specializzato sulla Corea del Nord, encomiare i progressi nella messa in funzione di queste tecnologie militari soddisferebbe alcuni degli obiettivi stabiliti all’Ottavo Congresso del Partito da Kim Jong-Un, oltre ad avere un importante valore propagandistico che contribuisce rafforzare la leadership del regime nordcoreano.
Corea del Sud: Yoon cerca un equilibrio tra Stati uniti e Cina
Intanto il nuovo presidente sudcoreano, il conservatore Yoon Suk-yeol, ha avuto i primi scambi con Stati uniti e Cina. Se, parlando con Biden, Yoon ha esaltato la “forte alleanza tra Corea e Stati uniti” per mantenere la pace, la sicurezza e la prosperità nell’Indo-Pacifico, durante il primo incontro con l’ambasciatore cinese Xing Haiming, stamani l’ex procuratore generale ha dichiarato di confidare in “uno sviluppo anche maggiore” delle relazioni bilaterali. Dello stesso tono il messaggio inviato da Xi Jinping che invita la controparte sudcoreana ad “approfondire la nostra amichevole cooperazione per promuovere lo sviluppo stabile e a lungo termine del partenariato strategico”.
In campagna elettorale Yoon aveva mantenuto una posizione molto dura nei confronti della Cina, promettendo di partecipare al Quad e minacciando di avviare un ampliamento del sistema missilistico americano THAAD in territorio sudcoreano.
Taiwan: “aereo militare cinese precipitato in acque contese”
Le autorità di intelligence di Taiwan hanno dichiarato che un aereo da guerra dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) è precipitato nel Mar Cinese Meridionale a inizio marzo. Secondo il rapporto presentato dal capo dell’ufficio di intelligence di Taipei, il PLA avrebbe tentato di “testare i limiti degli Stati Uniti e di altri rivali nel Mar Cinese Meridionale” mentre il mondo era concentrato sull’evolversi della questione russo-ucraina. Pechino non ha rilasciato commenti sull’incidente, limitandosi ad annunciare che avrebbe condotto alcune esercitazioni militari nelle acque contese almeno fino al 15 marzo. Mentre alcuni osservatori ritengono che la Cina, ispirata dall’esperienza russa, possa pensare di accelerare il processo di unificazione dell’isola alla luce del celebre “one-China principle”, secondo altri esperti si tratta di uno scenario improbabile. Nonostante proseguano le dimostrazioni muscolari di Pechino nelle acque del Mar Cinese Meridionale, “nessuno vuole la guerra”, ha affermato il ministro della Difesa taiwanese Chiu Kuo-cheng. Durante un’intervista, il politico ha suggerito che la possibilità che Pechino attacchi Taipei è minima, soprattutto considerando la necessità di mantenere la stabilità in previsione del Congresso del Partito comunista cinese che si terrà in autunno.
A cura di Agnese Ranaldi, ha collaborato Alessandra Colarizi
Laureata in Relazioni internazionali e poi in China&Global studies, si interessa di ambiente, giustizia sociale e femminismi con un focus su Cina e Sud-est asiatico. Su China Files cura la rubrica “Banbiantian” sulla giustizia di genere in Asia orientale. A volte è anche su La Stampa, il manifesto, Associazione Italia-Asean.