I titoli di oggi:
- Scambio sul Medio Oriente tra Wang Yi e Blinken
- Moody’s abbassa le previsioni sui titoli di stato cinesi
- Cina, l’export di automotive potrebbe subire gravi danni dalle tensioni in Medio oriente
- Papua Nuova Guinea, ok all’accordo con l’Australia per la sicurezza
- Cop28, la Cina difende il suo piano di riduzione di emissioni di metano
- La Cina festeggia i 75 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
- Nepal, arrestate dieci persone coinvolte nell’invio di cittadini nepalesi nell’esercito russo
La Cina ha invitato gli Stati Uniti a coltivare un rapporto “sano, stabile e sostenibile”. È quanto dichiarato mercoledì dal ministro degli Esteri Wang Yi all’omologo americano Antony Blinken durante una conversazione telefonica. Secondo il dipartimento di Stato, Blinken ha aggiornato il capo della diplomazia cinese sul suo recente viaggio in Medio Oriente e sugli sforzi messi in campo dagli Stati Uniti per stabilizzare la regione. Il Ministero degli Esteri cinese ha aggiunto che i due diplomatici si sono scambiati opinioni sul conflitto Israele-Hamas e hanno concordato di continuare a farlo. Lo scambio – per Pechino – è stato un’occasione per auspicare nuovamente l’interruzione dei combattimenti “il più presto possibile”. Blinken ha poi ringraziato Wang per essersi recato all’ambasciata americana in occasione della morte dell’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, “un caro amico della Cina”. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare a coltivare i progressi compiuti durante il recente bilaterale tra Xi Jinping e Joe Biden.
Moody’s abbassa le previsioni sui titoli di stato cinesi
Cina, l’export di automotive potrebbe subire gravi danni dalle tensioni in Medio oriente
Le navi cinesi che passano dal canale di Suez non sono più al sicuro e potrebbe essere necessario rivalutare le tratte commerciali verso l’Europa. Con tutto ciò che ne consegue in termini di tempo e denaro investiti nell’adozione di rotte alternative. Lo ha spiegato a Caixin Global un esperto di logistica che è stato chiamato a commentare i recenti attacchi alle navi commerciali che attraversano il mar Rosso. Seguire una strada alternativa metterebbe a rischio alcuni settori in ascesa, come nel caso dell’automotive. Per bypassare il canale di Suez occorrerebbe circumnavigare il capo di Buona Speranza e impiegare oltre due settimane in più prima di raggiungere il Mediterraaneo. Dal 7 ottobre, data di inizio del conflitto Israele-Hamas in corso le autorità marittime hanno segnalato un drastico aumento degli attacchi alle navi nel mar Rosso a opera di bande di pirati e gruppi terroristici.
Papua Nuova Guinea, ok all’accordo con l’Australia per la sicurezza
Il primo ministro di Papua Nuova Guinea James Marape si recherà a Canberra giovedì 7 dicembre per finalizzare un accordo sulla sicurezza con il governo australiano. Lo ha annunciato l’ex ministro degli Esteri Justin Tkatchenko nella giornata di martedì 5 dicembre. Il documento prevede anche la presenza della polizia australiana su territorio papuano, una clausola che ha ricordato a molti il patto sulla sicurezza Cina-Salomone, che contempla la collaborazione tra le forze dell’ordine dei due paesi. Marape ha sottolineato in più occasioni la necessità di risolvere il problema dell’aumento della criminalità e delle tensioni interne al paese, menzionando la necessità di creare un ambiente più favorevole agli investitori stranieri. Anche gli Stati Uniti hanno recentemente siglato un accordo per la sicurezza con Papua Nuova Guinea. Lunedì 4 dicembre, invece, l’Australia ha annunciato una roadmap che mira al rafforzamento della cooperazione militare con la Francia e prevede, tra le altre cose, l’accesso reciproco alle proprie basi nel Pacifico. L’evento avviene dopo che i rapporti tra i due paesi si erano raffreddati dopo la decisione di Canberra di annullare un accordo milionario per un sottomarino francese a favore dell’acquisto di sottomarini nucleari nel quadro della partnership trilaterale con Usa e Regno Unito, l’Aukus.
Cop28, la Cina difende il suo piano di riduzione di emissioni di metano
Sul piano della riduzione delle emissioni di metano la Cina “ha già fatto molto […] passo dopo passo, in conformità con le proprie condizioni nazionali e al proprio ritmo”. Così il rappresentante per il clima di Pechino Xie Zhenhua ha difeso il lavoro della Repubblica popolare che ha ricevuto alcune critiche dagli osservatori. Da un mese la Cina ha adottato un piano per la riduzione delle emissioni di metano che prevede di riciclare fino a sei miliardi di metri cubi di emissioni delle miniere di carbone entro il 2025. Il settore energetico rimane il principale emettitore di metano (90%), ma Pechino non ha ancora aderito all’accordo internazionale che chiede ai paesi di ridurre le proprie emissioni del 30% entro il 2030.
La Cina festeggia i 75 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
“Il Partito comunista cinese e il governo cinese hanno sempre attribuito grande importanza alla promozione e alla protezione dei diritti umani e aderiscono al principio dell’universalità dei diritti umani in combinazione con la realtà cinese, creando così un percorso di sviluppo dei diritti umani in linea con l’andamento dei tempi e adatto alle condizioni nazionali del paese.” Queste sono alcune delle dichiarazioni del ministro degli Esteri Wang Yi, che martedì 5 dicembre ha tenuto un discorso in occasione del 75° anniversario della promulgazione della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo. Pechino ha da tempo adottato un discorso a sostegno delle istituzioni Onu, ma non sono poche le accuse che pendono sulla leadership cinese in materia di diritti umani, dalle violazioni delle libertà in Xinjiang alle pressioni sulla società civile, come nel caso delle pressioni ai danni della comunità Lgbtq+.
Nepal, arrestate dieci persone coinvolte nell’invio di cittadini nepalesi nell’esercito russo
Mercoledì 6 dicembre la polizia nepalese ha convalidato l’arresto di dieci individui accusati di aver prodotto dei visti turistici falsi verso la Russia. I cittadini coinvolti fanno parte di un giro di pratiche illegali che hanno permesso a diversi cittadini nepalesi di raggiungere la Russia ed essere arruolati tra le fila dell’esercito russo, un’azione che non viene contemplata da nessun accordo bilaterale tra i due paesi. Lo scandalo è esploso nella giornata di martedì 5 dicembre, quando il governo nepalese ha ufficialmente chiesto a Mosca di non assumere i suoi cittadini per portare avanti le proprie operazioni in Ucraina dopo essere venuto a conoscenza dell’uccisione di sei persone. La mossa fa riferimento, in particolare, al reclutamento dei Gurkha, soldati di una divisione specializzata che prestano servizio anche per il Regno Unito.
A cura di Sabrina Moles; ha collaborato Alessandra Colarizi
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.