I titoli di oggi:
- Rimpasto di Partito, ecco i nuovi nomi nelle posizioni chiave
- Dopo il XX Congresso Xi visita Yan’an
- Cina, arriva la revisione della legge sulla protezione delle donne. Ma cresce il pressing sulle nascite
- Myanmar, la giunta sotto accusa che le pressioni potrebbero avere “implicazioni negative”
- Corea del Sud, scoppia il caso della defector trovata morta in casa
Rimpasto di Partito, ecco i nuovi nomi nelle posizioni chiave
Con la conclusione del XX Congresso del Partito comunista cinese arrivano anche le prime, nuove promozioni. Contro le aspettative, segnala il South China Morning Post, l’attuale sindaco di Pechino Chen Jining ricoprirà la posizione di segretario di Partito a Shanghai. La mossa ha sorpreso gli analisti perché, secondo l’iter tradizionale, il sindaco di Pechino viene promosso a segretario Pcc della capitale. Secondo Xie Maosong, ricercatore presso il National Institute of Strategic Studies della Tsinghua, Chen rappresenta il candidato ideale per una delle posizioni che aprono la strada al Comitato permanente del Politburo: formazione tecnica e lealtà a Xi.
L’annuncio è arrivato venerdì 28 ottobre, insieme a quello di altre promozioni importanti per la leadership del Partito nelle istituzioni e amministrazioni chiave (annunci che continueranno, si ipotizza, fino a marzo). L’attuale capo del dipartimento della Propaganda, Huang Kunming, è stato segnalato come il futuro segretario della provincia meridionale del Guangdong, il cuore pulsante dell’economia cinese. Le sue esperienze nel Fujian, sottolineano gli analisti, lo hanno avvicinato al mondo del business con Taiwan, mentre ora il suo stanziamento a sud potrebbe segnalare la necessità di ridefinire i rapporti con Hong Kong.
Sarà invece un altro fedelissimo di Xi a prendere il posto di Huang alla guida della Propaganda. Si tratta di Li Shulei, uno dei nuovi membri entrati nel Politburo con il XX Congresso. Come sottolinea il South China Morning Post, Li è considerato uno dei funzionari più dotati dal punto di vista accademico e potrebbe contribuire a rafforzare i valori chiave della leadership di Xi nel mondo dei media.
Dopo il XX Congresso Xi visita Yan’an
Prima Shenzhen, poi Shanghai. E ora Yan’an, l’avamposto del Pcc dove Mao e i suoi si rifugiarono dopo la Lunga marcia. Il primo viaggio di Xi Jinping al termine del Congresso (che si tiene ogni cinque anni) assomiglia sempre di più a una collezione di tappe “sacre” della storia del Partito. Nel 2012 Xi Jinping aveva scelto la città-simbolo delle riforme economiche di Deng Xiaoping, luogo dove ebbe inizio l’apertura della Cina al mondo. Nel 2017 la visita a Shanghai, città natale del Partito (fondato qui nel 1921), sembrava segnalare un ritorno alle origini, se non una “rinascita” del Partito sotto la sua leadership.
Il 27 ottobre il comitato permanente del Politburo è arrivato a Yan’an, dove – come riporta il Quotidiano del popolo – ha visitato la sede del 7° Congresso del Pcc, la residenza di Mao e altri luoghi iconici del comunismo cinese. “Politicamente, l’intero Partito era unito sotto la bandiera di Mao Zedong”, ha detto Xi alla stampa parlando dell’importanza degli anni di Yan’an, “ideologicamente, venne stabilito il ruolo guida del pensiero di Mao Zedong, poi incorporato nella Costituzione del Partito.” Nel suo discorso, Xi ha parlato anche di promuovere “solidamente” la prosperità comune.
La reazione dei mercati non sembra delle più ottimiste. Questa settimana, a Congresso concluso, alcune importanti realtà finanziarie internazionali come Morgan Stanley hanno tagliato le previsioni sugli investimenti esteri in Cina dal 64% al 16%. Secondo gli analisti, racconta il Financial Times, questo fenomeno nasce soprattutto dall’incertezza della strategia “casi zero” , ma anche dalle pressioni sul settore dell’istruzione privata e il rallentamento dell’innovazione nel settore tech. Ma anche la politica interna ed estera cinese giocano la loro parte. Nel frattempo, i margini di profitto dei distributori alimentari cinesi sembrano aver toccato cifre record durante il lockdown di Shanghai, segnala l’agenzia di stampa Reuters.
Cina, arriva la revisione della legge sulla protezione delle donne. Ma cresce il pressing sulle nascite
Giovedì 27 ottobre è stata presentata la bozza di revisione della “Legge sulla protezione dei diritti e degli interessi delle donne”. È la prima volta in trent’anni. Il testo non è ancora stato reso pubblico ma, afferma il sito dell’Assemblea nazionale del popolo, sono già decine di migliaia i suggerimenti ricevuti dall’organo legislativo. La legge avrà il compito di “rafforzare la protezione dei diritti e degli interessi di gruppi svantaggiati come le donne povere, le donne anziane e le donne disabili”, come afferma l’agenzia di stampa nazionale Xinhua.
Negli ultimi anni il tema della violenza di genere è entrato nel dibattito pubblico cinese, sebbene le denunce del movimento me too fatichino ad arginare la censura. Il caso più recente riguarda la segnalazione, tramite un post pubblicato su Weibo (e poi cancellato), di una donna che è stata contattata dalle autorità locali per sapere se fosse incinta. Il caso della donna, sposata da pochi mesi, ha sollevato una mole di commenti: altre persone hanno denunciato di aver ricevuto chiamate simili. Negli ultimi anni Pechino ha cercato di affrontare l’inverno demografico incentivando le nascite e, nel 2021, ha cancellato le precedenti limitazioni sulle nascite permettendo fino a tre figli per coppia.
Myanmar, la giunta sotto accusa che le pressioni potrebbero avere “implicazioni negative”
I ministri degli Esteri dei paesi ASEAN si sono ritrovati questa settimana a Giacarta. Tra i temi affrontati, quella che il ministro cambogiano ha definito “estremamente preoccupante escalation della violenza in Myanmar“. Le critiche, che arrivano dal paese di turno alla presidenza dell’organizzazione, si aggiungono alle preoccupazioni di altri paesi membri. Di conseguenza, il rappresentante della giunta salita al potere dopo il golpe non ha potuto partecipare ai lavori.
La risposta della leadership birmana è stata perentoria, affermando che le pressioni dell’Associazione per un piano di pace potrebbe avere “implicazioni negative”. I toni sembrano essersi alzati anche alla luce di quanto accaduto domenica 23 ottobre, quando un attacco aereo perpetrato dalle forze armate birmane ha provocato almeno 62 morti e 60 feriti nello stato settentrionale del Kachin.
Corea del Sud, scoppia il caso della defector trovata morta in casa
Il ritrovamento del cadavere di una 49enne nella sua casa a Seul sta riaccendendo il dibattito in Corea del Sud sul tema dei rifugiati nordcoreani. La morte, che secondo gli investigatori sarebbe avvenuta un anno fa, ha sorpreso l’opinione pubblica. La donna, in passato, aveva contribuito attivamente all’inclusione sociale del defector nordcoreani presso la Korea Hana Foundation ed era stata dipinta dalle autorità come un caso virtuoso.
Ma dal 2017, come affermano alcuni ex colleghi, i contatti con l’associazione si sono interrotti. Il ritrovamento è avvenuto nel momento in cui la società che gestiva l’immobile ha cercato di avere notizie della donna, che avrebbe dovuto rinnovare il contratto di affitto. Il tema dell’inclusione sociale dei defector in Corea del Sud è molto complesso e, sebbene esistano dei programmi di monitoraggio ad hoc (a cui, però, la 49enne non era iscritta), stanno diminuendo i fondi statali.
A cura di Sabrina Moles
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.