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In Cina e Asia – Quad, le promesse del meeting

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Quad, le promesse del meeting
  • Pcc, inizia il ricambio generazionale
  • Didi lascia la borsa di New York
  • Il Zhejiang lancia nuovi progetti per l’energia rinnovabile
  • Olio di palma: l’Indonesia rimuove il blocco alle esportazioni
Quad, le promesse del meeting

Martedì 24 maggio i leader del Quadrilateral security dialogue si sono incontrati a Tokyo. Il gruppo, voluto dall’amministrazione del presidente Usa Joe Biden, comprende Giappone, India e Australia e ha l’obiettivo di rispondere alle sfide alla sicurezza nell’Indopacifico. Dalle informazioni emerse a chiusura dei colloqui, i quattro leader avrebbero ribadito la promessa di lavorare per una regione asiatica più sicura, citando il caso dell’Ucraina come “qualcosa che non deve ripetersi” in Asia. Tra gli altri punti approvati all’ordine del giorno, l’impegno per contenere l’emergenza climatica. Il gruppo ha anche discusso una strategia per emancipare l’India dal suo principale fornitore di armi, la Russia: Washington sta ragionando sull’eventualità di avviare un piano di investimenti da 4 miliardi di dollari. L’India si è astenuta dalle votazioni in Consiglio di sicurezza Onu contro la Russia proprio in virtù dei forti legami commerciali tra Mosca e New Delhi. Assente in agenda la questione Taiwan, sulla quale Biden si era espresso con energia il giorno prima.

Pcc, inizia il ricambio generazionale

La prossima generazione di leader cinesi potrebbe molto diversa dai loro predecessori. È quanto afferma un articolo uscito sul South China Morning Post,  che analizza la demografia del Partito comunista Cinese all’alba del 20° Congresso. Nel 2022, dodici nuovi quadri nati negli anni Settanta hanno fatto il loro ingresso tra gli alti ranghi del Pcc a livello locale, mentre l’anno scorso erano 33. Per gli analisti il ricambio generazionale dell’élite politica cinese sta avvenendo proprio in questi anni, e che in futuro arriverà alla dirigenza del paese.

Per dirla con le parole della professoressa Jing Vivian Zhan dell’Università cinese di Hong Kong, la futura classe politica sarà “più istruita, più competente e più giovane”. I nati negli anni Settanta non hanno esperienza della Cina di Mao Zedong, mentre hanno vissuto appieno il boom economico e hanno studiato nelle migliori università. Circa la metà dei quadri ha una laurea in materie STEM, mentre un quarto di loro si è laureato in economia, finanza e contabilità.

L’articolo approfondisce poi la carriera di alcune stelle nascenti del Pcc. Tra di loro, il vicesegretario di Shanghai Zhuge Yujie (il ruolo di Segretario del Pcc a Shanghai è tradizionalmente l’anticamera al Politburo, dove si concentra il potere decisionale del Partito). Rimane bassa, invece, la presenza di cariche femminili: solo quattro tra gli oltre 50 membri del Comitato provinciale.

Didi lascia la borsa di New York

Il gigante del ride-hailing cinese Didi Chuxing si prende una pausa dalla borsa di New York. La decisione, annunciata in via ufficiale lunedì 22 maggio, è stata approvata dal 96% degli azionisti. Ora l’obbiettivo dell’azienda è di perseguire una quotazione a Hong Kong e, nel frattempo, risolvere le frizioni con il governo alla luce delle nuove normative in tema di big data e sicurezza informatica.

Al centro del problema, inoltre, si trovano le preoccupazioni della Cina in merito a una presunta fuga di informazioni sensibili negli Stati Uniti. Dall’altro lato, i regolatori statunitensi minacciavano il delisting di Didi poiché la documentazione fornita non soddisfaceva i requisiti di revisione. La China Securities Regulatory Commission afferma che l’uscita dell’azienda dalla finanza Usa non è stata ordinata dal governo, né è direttamente correlata alle frizioni sugli standard di accesso ai reciproci mercati azionari.

Il Zhejiang lancia nuovi progetti per l’energia rinnovabile

Le autorità del Zhejiang, una delle province più ricche della Cina, hanno reso pubblici 100 nuovi progetti pilota di energia rinnovabile per i prossimi tre anni. Dopo che le province del Qinghai e del Fujian hanno manifestato l’intenzione di costruire aree dimostrative, il Zhejiang è la prima provincia a pubblicare un piano dettagliato sul “nuovo sistema energetico” (xinxing dianli xitong 新型电力系统), la strategia che punta ad attingere principalmente da fonti solari, eoliche e di idrogen approvata a marzo dello scorso anno dalla Central Committee for Financial and Economic Affairs – come parte degli obiettivi “dual carbon” (“shuangtan” mubiao “双碳”目标) per raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 e la carbon neutrality entro il 2060.

Secondo le stime, riporta Caixin, “i progetti aggiungeranno almeno 6,8 milioni di kilowatts di capacità energetica rinnovabile, ridurranno il consumo annuale di carbone di 1,8 milioni di tonnellate e abbatteranno le emissioni di anidride carbonica di oltre 4,9 milioni di tonnellate all’anno”. Nel 2021 le fonti rinnovabili, secondo i dati nazionali, hanno rappresentano 34,7 miliardi di kilowatts dei 551 miliardi consumati nella provincia, un aumento del 24,4% rispetto all’anno precedente. I piani incoraggeranno privati e aziende a utilizzare l’energia prodotta localmente, che potrà vantare “prezzi ragionevoli”. Ma gli sviluppi dipenderanno dalla “determinazione dei governi locali”, ha detto Jiang Qingguo della China Energy Research Society a Caixin, in quanto saranno necessarie politiche che promuovano il “pieno utilizzo dei progetti”. In questo anno i progetti su cui si lavorerà saranno 35, alcuni dei quali incentrati su cloud computing e big data.

Olio di palma: l’Indonesia rimuove il blocco alle esportazioni

Ieri l’Indonesia ha autorizzato la ripresa delle esportazioni di olio di palma, rimuovendo un divieto durato tre settimane. Le autorità del paese, da cui proviene quasi il 60% dell’olio di palma mondiale, hanno bloccato le esportazioni del prodotto e dei suoi derivati il 28 aprile scorso, nel tentativo di far scendere i prezzi locali dell’olio alimentare. Se già la scorsa settimana il presidente Joko Widodo aveva già annunciato la fine del blocco, ci si aspetta ora che si riesca a trattenere all’interno dei confini del paese circa 10 milioni di tonnellate di olio alimentare.

Secondo quanto chiarito dal ministero del Commercio, le aziende potranno ottenere un permesso di esportazione solo se soddisferanno il cosiddetto Domestic Market Obligation (DMO), una politica già utilizzata nei mesi scorsi per cercare di controllare i prezzi interni, che stabilisce un prezzo fisso a cui i produttori sono tenuti a vendere una parte di olio di palma a livello locale. Ma non è stato ancora chiarito quanto debba essere consistente la parte trattenuta per il mercato interno: senza questi dettagli è improbabile che le spedizioni riprendano in maniera sostanziosa e, malgrado fonti di Reuters riportino che i commercianti stanno già accettando nuovi ordini, “la domanda non è molto elevata”. Si tratta comunque di una notizia rassicurante per gli agricoltori, che la settimana scorsa hanno organizzato manifestazioni in tutto il paese contro il calo dei prezzi del 70%.

Ieri il governo ha incontrato gli operatori del settore con la partecipazione del ministro coordinatore degli Affari Marittimi e degli Investimenti Luhut Pandjaitan, che è stato incaricato di assicurazione la fornitura e la distribuzione di olio da cucina nelle isole di Java e Bali.

A cura di Sabrina Moles e Vittoria Mazzieri