La nostra rassegna quotidiana
Esercitazioni e pressioni sul nucleare, Pyongyang mette in forse il summit Kim-Trump
Dopo settimane di distensione, la Corea del Nord ha messo in forse i prossimi incontri tra diplomatici delle due Coree e il summit — senza precedenti — tra il leader di Pyongyang Kim Jong-un e il presidente Usa Donald Trump. I motivi li ha spiegati il primo vice ministro nordcoreano per gli Affari esteri Kim Kye Gwan, per il quale il futuro delle relazioni bilaterali sarebbe “chiaro” se Washington difenderà una soluzione “libica” per la Corea del Nord: stop a ogni apertura sia a Seul, sia agli Usa. La Corea del Nord è una potenza nucleare e non finirà come Libia e Iraq, ha ricordato il diplomatico nordcoreano. Le parole di Kim suonano come un deciso no all’offerta, arrivata sempre in settimana, dal segretario di stato Usa Mike Pompeo, di cooperazione in cambio della completa denuclearizzazione. Ed è proprio qui l’irritazione di Pyongyang: l’insistenza degli Usa su questo punto nonostante gli impegni già sottoscritti dal regime, sebbene manchi una vera e propria timeline. Irritazione peraltro accentuata inoltre dall’inizio delle esercitazioni congiunte Usa-Corea del Sud “Max Thunder”, proprio sul confine tra le due Coree.
Cina, delegazione a Washington per dialogo con Usa
Il vice premier e inviato speciale del presidente Xi Jinping Liu He è arrivato ieri a Washington per una serie di incontri con i responsabili delle questioni commerciali dell’amministrazione Trump. Guida una delegazione che comprende vice ministri del governo di Pechino e il governatore della banca centrale Yi Gang. Compito non facile il suo: su Liu pesa la pressione di raggiungere qualche genere di accordo per non lasciare la Cina isolata da un punto di vista commerciale e tecnologicoin seguito ai dazi imposti da Washington.
Corea del Sud, cittadini più preoccupati dall’inquinamento che da Kim
Nonostante il ritorno della retorica aggressiva di Pyongyang, a Seul il clima sembra comunque tranquillo. I problemi che preoccupano davvero i sudcoreani sono altri: l’inquinamento atmosferico e delle falde acquifere su tutti. A dirlo è un nuovo studio governativo. E poco importano le minacce di Kim di trasformare la Corea del Sud in un “mare di fuoco”, i problemi ambientali rimangono più preoccupanti di un attacco chimico o, peggio, nucleare da parte della Corea del Nord. In effetti, la Corea del Sud è il paese dell’area Ocse con l’aria peggiore con livelli di particolato che in alcune zone del paese superano di tre volte i limiti dell’Organizzazione mondiale della sanità. Incide forse la vicinanza con la Cina, ma gran parte dell’inquinamento registrato nel paese è prodotto a livello locale.
Il ritorno di Anwar
A stretto giro dallo storico ritorno al potere del 92enne Mahathir Mohamad, Anwar Ibrahim, leader del partito Parti Keadilan Rakyat (PKR), ha ricevuto il perdono reale. Ora potrà essere nuovamente attivamente coinvolto in politica. Anwar stava scontando una condanna a cinque anni per sodomia, un’imputazione, secondo molti osservatori, politicamente motivata e legata alla volontà dell’allora premier Najib Razak di porre fine alla sua carriera politica. Dopo essere stato licenziato dallo stesso Mahathir nel 1998, ed essere stato condannato per ben due volte al carcere per corruzione e reati sessuali, la sua popolarità è sempre rimasta intatta. Dopo aver unito il fronte dell’opposizione ed essersi riappacificato con il suo vecchio nemico Mahathir, oggi a 70 anni, si prepara a ritornare protagonista della politica nazionale: Mahathir ha già fatto sapere che gli lascerà l’incarico di capo del governo una volta che Anwar sarà rieletto