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In Cina e Asia – Proteste in Cina, reazioni interne e risposta internazionale

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

I titoli di oggi:

  • Proteste in Cina, reazioni interne e risposta internazionale
  • Proteste in Cina, Twitter invaso da bot e contenuti pornografici
  • Hong Kong, Pechino preme per vietare gli avvocati stranieri
  • Corea del Sud, il progetto di Yoon contro la crisi economica
  • Giappone, record negativo di nascite
Proteste in Cina, reazioni interne e risposta internazionale

Le proteste in corso in diverse località cinesi hanno raggiunto anche le prime pagine dei media nazionali. Anche il Quotidiano del popolo, giornale seguito soprattutto dai membri del Partito comunista cinese, commenta l’attuale strategia di azzeramento dinamico. Ma solo per elogiarla. In un primo editoriale pubblicato nella giornata di domenica, infatti, viene indicata una serie di progressi ottenuti attraverso l’applicazione di un nuovo round di misure di contenimento della pandemia. Anche il giorno successivo, e sempre sul Quotidiano del popolo, si legge come “negli ultimi giorni, tutte le diverse amministrazioni si sono impegnate ad attuare le importanti istruzioni del Segretario generale Xi Jinping e le decisioni del Comitato centrale del Partito e per migliorare l’efficacia del lavoro di prevenzione delle epidemie”. Da un lato, ribadiscono questi articoli, si invita ogni località a implementare con attenzione la strategia casi zero, sempre definita come funzionale e necessaria. Dall’altro, sorprendentemente, non si accusa ancora la negligenza di alcune municipalità, ma si ribadisce la paternità delle misure a Xi. Niente prima pagina dedicata al Covid nell’edizione di martedì 29 ottobre, ma un lungo articolo dedicato al decimo anniversario dello slogan del “sogno cinese” dove si leggono i successi ottenuti sotto la guida del presidente, tra cui la lotta alla pandemia.

All’estero si osserva con molta attenzione quanto accade tra le vie delle principali città cinesi. Oltre alla condanna delle Nazioni unite, è arrivato un comunicato della Casa Bianca, secondo cui “Abbiamo a lungo affermato che tutti hanno il diritto di protestare pacificamente, qui negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Compresa la Repubblica popolare cinese”. Una risposta contenuta che, secondo gli esperti, tiene conto della ripresa del dialogo con Pechino dopo l’incontro tra Xi e Biden.

Bloomberg ha dedicato un approfondimento sul ruolo delle donne nelle proteste, e quanto ciò possa fare luce sui cambiamenti all’interno della popolazione cinese.

Negativa la risposta dei mercati che, nonostante le recenti misure per incentivare la crescita economica cinese, sono preoccupati per una possibile escalation delle proteste. Anche il fattore Usa, si legge su Reuters, sta contribuendo ad accrescere l’incertezza. Dalle misure di contenimento della produzione di semiconduttori made in China alle ultime manovre per bloccare Huawei e ZTE negli States, molti  investitori hanno poca fiducia in una rapida ripresa dell’economia cinese.

Proteste in Cina, Twitter invaso da bot e contenuti pornografici

Se non puoi cancellarlo, rendilo introvabile. È questa la strategia che la macchina della censura cinese avrebbe tentato su Twitter, dove i video delle proteste in Cina sono subito diventati virali. Una vera e propria invasione di contenuti tutt’altro che pertinenti, capaci di affossare i tweet validi e renderli introvabili per chi cerca più informazioni su quanto accaduto nelle ultime ore. “50% porno, 50% proteste”, come lo ha definito al Washington Post un osservatore che si occupa di Cina per il governo statunitense. Non aiutano i licenziamenti di massa nella big tech americana dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk.

Hong Kong, Pechino preme per vietare gli avvocati stranieri

Giovedì 1 dicembre è previsto a Hong Kong il processo che coinvolge l’ex direttore del tabloid Apple Daily, Jimmy Lai. Le accuse nei confronti dell’uomo rientrano nel quadro della Legge di sicurezza nazionale entrata in vigore nel 2020. Lunedì 28 novembre la Corte ha accettato la richiesta di assumere un avvocato britannico per difendere il caso di Lai, ma il governo locale attende istruzioni da Pechino. Come ha affermato l’attuale capo dell’Esecutivo John Lee, infatti, tale scelta violerebbe gli articoli 4 e 5 della Legge di sicurezza nazionale.

Il rischio, secondo Lee, è quello di non poter controllare l’esistenza di conflitti di interesse e una possibile interferenza straniera nel determinare l’esito dei processi inquadrati nella nuova normativa. La richiesta potrebbe far slittare il processo di oltre un mese, affermano gli osservatori, sottolineando che quanto sta accadendo “non fa bene all’indipendenza della magistratura di Hong Kong”.

Corea del Sud, il progetto di Yoon contro la crisi economica

La Banca centrale di Corea sembra pronta ad allentare le misure di austerity per contrastare l’inflazione e la crescente crisi economica. Lo ha raccontato il presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol in un’intervista a Reuters, dove ha aggiunto che Seul offrirà degli incentivi su misura per la costruzione di una fabbrica di auto Tesla.

Nel frattempo, il governo sudcoreano sta cercando di frenare un’altra crisi, quella iniziata con lo sciopero dei camionisti. Martedì 29 novembre il governo ha ordinato agli autotrasportatori del settore del cemento di tornare a lavorare, una decisione ritenuta dagli osservatori “molto controversa”. È la prima volta che in Corea del Sud viene emessa una disposizione del genere. Dalla giornata di giovedì scorso, infatti, le consegne di cemento sono crollate del 90%.

Giappone, record negativo di nascite

Le nascite del 2022 in Giappone hanno toccato un nuovo record storico negativo, il più basso di sempre e del 4,9% inferiore rispetto all’anno precedente. Lo afferma un portavoce del governo, che commentando gli ultimi dati demografici ha parlato di “situazione critica” nonostante le ultime misure di sostegno alle famiglie. L’attuale capo segretario di gabinetto Hirokazu Matsuno ha promesso di introdurre ulteriori misure per superare l’attuale periodo di incertezza economica che, secondo il politico, è alla base della scelta di avere figli. La settimana prima un gruppo commissionato dal governo aveva portato il tema all’attenzione del primo minsitro Fumio Kishida, affermando che il calo della popolazione giapponese è un fattore che “minaccia di erodere la forza nazionale del Giappone”.

A cura di Sabrina Moles