I titoli di oggi:
- Tra sport e relazioni bilaterali, luci e ombre sulle Olimpiadi
- Peng Shuai: “Nessuna violenza”
- Xi e Khan rilanciano la BRI
- La Cina sempre più cashless
- Cyberattacco alla News Corp di Rupert Murdoch, sospettata la Cina
Continuano tra non poche polemiche le olimpiadi invernali di Pechino, dove sabato scorso la Cina ha concluso il primo giorno di gare celebrando un’entusiasmante prima medaglia d’oro in pattinaggio di velocità, ma dovendo anche affrontare una crescente condanna da parte di gruppi per i diritti umani dopo aver selezionato la sciatrice di fondo Dinigeer Yilamujiang, della regione occidentale dello Xinjiang, per eseguire l’atto cerimoniale dell’accensione della fiamma. Ad insorgere sulla scelta di Yilamujiang è stato il World Uyghur Congress, che ha affermato che è “scioccante e insensibile” che la Cina abbia deliberatamente scelto come rappresentante un’atleta appartenente ad un popolo attualmente costretto dalle autorità cinesi in “campi di rieducazione”. La questione del Xinjiang è stata affrontata anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha dichiarato che si aspetta che la Cina consenta al capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet di fare una visita “credibile” nella regione autonoma. Guterres ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping e il ministro degli esteri Wang Yi a margine delle Olimpiadi invernali, diventate vetrina per una maratona diplomatica tesa a respingere il boicottaggio di Stati uniti e pochi altri paesi occidentali.
Xi ha infatti discusso individualmente con il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il serbo Aleksandar Vucic, l’omologo ecuadoregno e il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi sabato mattina, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Xinhua. Sono seguiti domenica i meeting, tra gli altri, con il presidente argentino Alberto Fernandez e il premier pakistano Imran Khan. Temi principali gli investimenti in infrastrutture legate alla Belt and Road, il debito, la cooperazione nella lotta contro il Covid- 19, ma anche i reciproci contenziosi territoriali. Nei suoi scambi con Xi, il presidente russo Vladimir Putin ha espresso opposizione a qualsiasi forma di indipendenza per Taiwan, mentre la Cina ha affermato di sostenere la posizione russa riguardo all’ulteriore espansione del ruolo della NATO nella questione ucraina.
Nel frattempo, gli atleti esclusi dalle competizioni perché positivi a Covid-19 si lamentano delle condizioni della quarantena: i dirigenti delle squadre di Germania, Belgio e Russia hanno affermato che i loro atleti stanno affrontando situazioni da incubo, prigionieri di camere di albergo piccole e sporche, con una connessione Internet scarsa o assente, cibo scadente e nessuna attrezzatura per l’allenamento.
Peng Shuai: “Nessuna violenza”
“Non c’è stata nessuna violenza sessuale.” Lo ha dichiarato la tennista cinese Peng Shaui, nell’occhio del ciclone mediatico da mesi a causa di quella che all’epoca parve una pesante accusa di aggressione contro l’ex vicepremier Zhang Gaoli. Parlando ai microfoni del quotidiano francese L’Equipe , la sportiva ha spiegato per la prima volta a una testata internazionale l’equivoco: “Quel post [su Weibo] ha dato origine a un enorme malinteso dal mondo esterno. Spero che il significato di quel post non venga più distorto. Spero anche che non si aggiunga altro clamore su questa storia.” Precisazione finale: “I miei problemi sentimentali, la mia vita privata, non dovrebbero essere coinvolti nello sport e nella politica”. Secondo il giornale, le condizioni l’intervista è stata rilasciata a condizione che fosse condotta in cinese e pubblicata senza l’aggiunta di commenti. Peng è stata accompagnata dal capo dello staff del Comitato olimpico cinese (COC) Wang Kan, che ha svolto il ruolo di traduttore alla presenza di due giornalisti in un hotel all’interno della “bolla” olimpica. Nella giornata di sabato, la tennista ha incontrato anche il presidente del COI, Thomas Bach, e Kirsty Coventry, ex presidente della Commissione Atleti. “Tutti e tre hanno convenuto che qualsiasi ulteriore comunicazione sul contenuto della riunione sarebbe stata lasciata alla sua discrezione”.
Non solo Olimpiadi: a Pechino Xi e Khan rilanciano la BRI
Come dicevamo, domenica Xi Jinping ha incontrato il leader pachistano Imran Khan ai margini dei Giochi olimpici. Oltre a riaffermare il rispetto della politica di “una sola Cina” e il sostegno del Pakistan sui dossier spinosi di Taiwan, del Mar Cinese Meridionale, di Hong Kong, dello Xinjiang e del Tibet, la dichiarazione congiunta si è soffermata sulla questione del Kashmir, regione da tempo contesa tra India e Pakistan. La Cina ha ribadito la sua posizione ufficiale, affermando che la questione “dovrebbe essere risolta adeguatamente e pacificamente sulla base della Carta delle Nazioni Unite, delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza e degli accordi bilaterali”. Già nel 2019 Pechino si era opposta alla riorganizzazione indiana del Jammu e Kashmir, e alla creazione del territorio sindacale del Ladakh definendola un'”azione unilaterale” di Nuova Delhi atta a destabilizzare la regione. Una regione di strategica importanza per la Cina poiché da li passa il corridoio economico sino pachistano (CPEC). Ed è proprio sul CPEC che si sono concentrate le discussioni di domenica: Cina e Pakistan hanno riaffermato il loro impegno a tutelare il fulcro della Belt and Road Initiative(BRI), dopo una serie di attacchi armati nella provincia pakistana del Belucistan, dove si concentra gran parte degli investimenti cinesi. Lanciato nel 2013, il CPEC è infatti la componente chiave della BRI: una rete di strade, ferrovie, porti, centrali elettriche, oleodotti e gasdotti e cavi in fibra ottica che collega il Xinjiang, nell’estremo ovest della Cina, al porto di Gwadar nel Belucistan. Mentre sabato scorso Khan e il premier cinese Li Keqiang hanno firmato un accordo per avviare la seconda fase del CPEC, i problemi di sicurezza legati alle insurrezioni armate dei separatisti del Belucistan persistono: la Balochistan Liberation Army (BLA), un gruppo militante separatista, ha rivendicato gli ultimi attacchi a due basi militari nella provincia, che si sono verificati tra mercoledì e sabato provocando la morte di 20 militanti e nove soldati. Nel luglio dello scorso anno, l’esplosione di un autobus in Pakistan ha ucciso 13 persone, tra cui nove lavoratori cinesi coinvolti nella costruzione della centrale idroelettrica di Dasu, che fa parte del CPEC. Khan e Xi hanno definito l’incidente un “attacco terroristico”. La BLA ha anche rivendicato la responsabilità di un attentato suicida contro ingegneri cinesi ad agosto.
La Cina sempre più cashless
Pechino si avvicina sempre di più al suo obiettivo di creare un società senza contanti: due piccole banche private cinesi, la Zhongguancun Bank di Pechino e la NewUp del Liaoning interromperanno ben presto i servizi di cassa in contanti, inclusi depositi e prelievi ai bancomat. Oltre alla proliferazione di app di pagamento digitali come WeChat Pay e Alipay e alla digitalizzazione delle transazioni bancarie, Pechino ha anche condotto un programma pilota a livello nazionale per l’uso di una moneta digitale del paese, noto anche come e-yuan: oltre 261 milioni persone hanno scaricato l’app portafoglio per lo yuan digitale e, specialmente durante le vacanze del capodanno lunare, molte aziende cinesi hanno ampliato la propria capacità di accettazione dello yuan digitale per i pagamenti. Tencent ha recentemente aggiunto l’ e-yuan come opzione di pagamento a WeChat Pay, mentre il gigante dell’e-commerce JD.com ora supporta i pagamenti in e-yuan per gli acquisti effettuati nei suoi negozi online.La scorsa settimana, Meituan, il principale fornitore cinese di servizi on-demand, ha consentito a più di 200 tipi di commercianti offline, inclusi ristoranti, negozi di alimentari, cinema e hotel, di accettare pagamenti in yuan digitale. Per ora, tuttavia, la valuta digitale cinese può essere utilizzato solo in città designate, tra cui Shenzhen, Suzhou, Xiongan, Chengdu, Shanghai, Hainan, Changsha, Xian, Qingdao e Dalian, nonché nelle sedi delle Olimpiadi invernali di Pechino: infatti, sebbene la Cina non abbia ancora annunciato un calendario formale per il lancio a livello nazionale, le Olimpiadi invernali sono la prima occasione in cui l’e-yuan può essere utilizzato dai visitatori stranieri nelle sedi degli eventi, anche senza un conto bancario cinese.
Cyberattacco alla News Corp di Rupert Murdoch, sospettato la Cina
Il 20 gennaio scorso alcuni dipendenti della News Corp hanno subito un attacco informatico che pare abbia sottratto informazioni relative agli account e-mail e ai documenti dalla sede di News Corp, News Technology Services, Dow Jones, News UK e New York Post. Stando alle analisi preliminari rese pubbliche dall’azienda di Rupert Murdoch, si sospetta il coinvolgimento di un governo straniero. L’azienda di sicurezza informatica Mandiant, che sta esaminando l’hacking, sostiene sia probabile che gli hacker abbiano un nesso con la Cina, e che siano coinvolti in attività di spionaggio per raccogliere informazioni a beneficio degli interessi di Pechino. Sebbene in aumento, le attività di spionaggio informatico cinese negli Stati Uniti sono da tempo note alle autorità: all’inizio di questa settimana, l’FBI ha dichiarato di aprire indagini legate a sospette operazioni di spionaggio cinese ogni 12 ore stimando a ben 2.000 i casi di spionaggio aperti i cui sospetti ricadono sulla Cina.
A cura di Sharon De Cet; ha collaborato Alessandra Colarizi
Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.