Il Ministero della Scienza e della Tecnologia (MCT) e il Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT) cinesi hanno questa settimana intensificato la loro campagna di controllo sul settore tecnologico. Il primo ha pubblicato una serie di regole etiche che governano l’Intelligenza Artificiale (AI), le prime del genere, mentre il MIIT ha annunciato alcune specifiche relative alla Data Security Law (entrata in vigore il 1 settembre) per vietare l’esportazione di importanti informazioni industriali. Il sistema di regole etiche cerca di restituire agli esseri umani la piena capacità di decidere sui sistemi di intelligenza artificiale attraverso principi dettagliati che sono completamente nuovi per la Cina. Secondo quanto affermato da Rebecca Arcesati, analista del think tank MERICS, le nuove regolamentazioni sottolineano l’ambizione di Pechino per quanto riguarda la società cinese del futuro. Il documento stabilisce infatti sei principi fondamentali, tra cui il fatto che l’AI è controllabile e affidabile, migliora il benessere umano, promuove la giustizia, protegge la privacy e la sicurezza, oltre a elevare gli standard etici. Il documento continua con ulteriori tecnicismi che indicano come raggiungere questo obiettivo, in particolare mirando a frenare i giganti della tecnologia che hanno basato il loro modello di business su algoritmi di raccomandazione.
Insieme all’AI, il governo cinese si appresta a implementare la nuova legge sulla sicurezza dei dati attraverso una classificazione delle informazioni di tutte le aziende tecnologiche e industriali in tre categorie: ordinarie, importanti e chiave. Le informazioni classificate come importanti saranno sottoposte a una revisione speciale prima di poter lasciare il territorio cinese mentre quelle considerate chiave sarebbero costrette a rimanere all’interno dei confini. Questa legge interesserà i settori delle materie prime, dei macchinari, dei beni di consumo, dell’ICT e dell’elettronica. Mentre Pechino ha deciso di provare a prendere il controllo della sicurezza informatica in un Paese dove la mancanza di standard di sicurezza informatica è flagrante, è probabile che questa legislazione entrerà in conflitto con gli Stati Uniti limitando il Clarifying Lawful Overseas Use of Data (Cloud) Act (2018) che ha consentito agli Stati Uniti di richiedere l’accesso ai dati indipendentemente da dove sono stati archiviati. [fonte SCMP; SCMP]
Incursione aerea record sullo stretto di Taiwan
In concomitanza con la celebrazione della Giornata nazionale della Cina, venerdì e sabato scorso più di 80 aerei cinesi hanno sorvolato il cielo sopra Taiwan, mostrando una forza militare mai vista prima e avvertendo che la Cina è pronta a prendere l’isola con la forza, se necessario. Gli analisti concordano sul fatto che questi voli non rappresentano un imminente minaccia di guerra: le autorità taiwanesi confermano infatti che praticamente ogni giorno la Cina sorvola la “zona di identificazione aerea di difesa” di Taiwan, un’area un po’ più grande del suo spazio aereo sovrano, ma sulla quale Taipei rivendica il suo diritto di identificare tutti gli aerei che volano. Nonostante le incursioni aeree siano alla regola del giorno, questa a destare sorpresa è il numero e la varietà di aerei militari che hanno volato sopra Taiwan, inclusi bombardieri, aerei antisommergibile, caccia e un aereo di controllo. Il ministero della Difesa taiwanese ha descritto queste intrusioni come preoccupanti e ha promesso di mantenere un alto livello di vigilanza per rispondere proporzionalmente, al fine di di garantire la sicurezza nazionale. Da parte loro, gli Stati Uniti, grande alleato di Taipei, hanno descritto gli eventi come un atto provocatorio con possibili conseguenze per la pace e la stabilità nella regione. Taiwan normalmente invia caccia per monitorare gli aerei cinesi, anche se senza affrontarli, operazione che ha un grande costo economico e mette a dura prova l’aviazione taiwanese. Secondo il Pentagono, la Cina aveva 1.500 caccia e 450 bombardieri nel 2019 contro solo 400 e nessun bombardiere dalla parte di Taiwan. In questo senso, Taiwan è sempre più dipendente dalle forniture di armi statunitensi per garantire la propria sicurezza, così come dalla legge statunitense del 1979 che consente agli Stati Uniti di intervenire in caso di tentativo di assalto militare sull’isola. [fonte NYT]
Cina: indagato ex ministro della giustizia
Il più alto organo anticorruzione cinese ha annunciato questo fine settimana che sta indagando sull’ex ministro della giustizia Fu Zhenghua, accusato di gravi violazioni della disciplina e delle leggi nazionali. Quest’ultimo arresto fa parte di un’ampia campagna lanciata da Xi Jinping per purificare l‘apparato di sicurezza cinese e garantire che i funzionari siano “assolutamente leali, assolutamente puri e assolutamente affidabili”. Oltre alle purghe delle istituzioni di sicurezza, il partito cinese negli ultimi mesi ha condotto indagini su alti funzionari nei settori della tecnologia, dell’intrattenimento e della finanza. Fu era noto per il suo pugno di ferro, che lo ha portato spesso sotto le luci della ribalta nella stampa di stato cinese, soprattutto per i suoi “successi” nella repressione degli attivisti per i diritti umani. Tuttavia, la sua caduta in disgrazia sembra ormai insormontabile. A questo proposito, diversi analisti politici hanno commentato che potrebbe non essere nemmeno in grado di farsi rappresentare da un avvocato nel caso. Questa stessa settimana, anche Sun Lijun, ex viceministro della pubblica sicurezza, è stato arrestato per aver violato la disciplina del partito e aver messo a rischio la sua unità, secondo il comunicato stampa diffuso dall’ente anticorruzione cinese. [fonte SCMP]
Pechino celebra la resilienza cinese in un nuovo film patriottico
Il film di recente uscita “The Battle on Changjin Lake” ha battuto tutti i record nel suo primo giorno di uscita, superando i 516 milioni di dollari di incassi. Il film narra le gesta eroiche dell’esercito volontario cinese nella battaglia di Chanjin durante la guerra di Corea (1950-53), in cui i combattenti mantennero alto l’onore cinese contro un esercito molto superiore al loro e in un campo di battaglia le cui temperature raggiungevano i -40 gradi centigradi. La battaglia di Changjin è storicamente considerata un momento chiave della guerra di Corea. Il film, definito dal Global Times come uno dei maggiori blockbuster cinesi, esalta l’orgoglio nazionale nella lotta contro gli Stati Uniti. Molti telespettatori hanno disegnato un parallelo tra la Cina della guerra di Corea e la Cina di adesso, affermando sui social network che il paese del Dragone non ha mai temuto gli Stati Uniti, né 70 anni fa né adesso durante la guerra commerciale tra le due potenze. Allo stesso modo, un esperto militare e commentatore televisivo ha affermato che il film mostra un tratto distintivo dei cinesi, che non provocano conflitti ma non si prostrano mai davanti a nessuno quando provocati. [fonte GT]
Filippine: Duterte si ritira dalla scena politica
Sabato scorso il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha dichiarato che lascerà la scena politica, rinunciando altresì alla corsa per la vicepresidenza alle elezioni in programma il prossimo anno. Il presidente ha reso pubblica la decisione in un discorso pronunciato poco dopo che il senatore Christopher “Bong” Go ha presentato la sua candidatura, adducendo come ragione lo scarso appoggio della popolazione. Un sondaggio di giugno ha infatti mostrato che il 60% dei 1.200 adulti filippini intervistati riteneva che la corsa di Duterte alla vicepresidenza potesse violare la Costituzione. Sin dalla sua presa di potere nel 2016, Duterte ha portato avanti una brutale guerra alla droga che ha causato migliaia di morti, che hanno esposto il leader filippino a numerose investigazioni criminali, sia in patria che alla Corte Penale Internazionale (ICC). Sabato, Duterte ha augurato a Go “tutto il meglio e buona fortuna nella sua ricerca della vicepresidenza” dopo aver inizialmente accettato la nomina per garantire la “continuità” dei suoi programmi. L’annuncio sembra dunque lasciare aperta la corsa presidenziale, presentando una possibile opportunità per la popolare figlia di Duterte: Sara Duterte Carpio, 43 anni – che ha sostituito suo padre come sindaco di Davao City – ha dato messaggi contrastanti sulla sua potenziale candidatura, nonostante tutti i sondaggi di quest’anno la ritengano la candidata presidenziale numero uno, secondo Reuters. [fonte CNN]
Ripristinata la comunicazione tra le Coree
La Corea del Nord ha ripristinato le linee di comunicazione diretta con la Corea del Sud, nel tentativo di rilanciare il dialogo nella penisola coreana. Lo ha riferito oggi l’agenzia di stampa ufficiale, secondo cui la riattivazione delle linee di comunicazione telefoniche è stata accompagnata dalla richiesta che Seul abbandoni i “doppi standard” in merito ai programmi di sviluppo militari. Pyongyang aveva riattivato la comunicazione diretta con il Sud lo scorso luglio, dopo una sospensione durata 13 mesi. Una nuova interruzione era avvenuta ad agosto, a causa delle esercitazioni congiunte tra le Forze armate statunitensi e sudcoreane. Il gesto distensivo arriva dopo una serie di test missilistici al Nord. Secondo Park Won-gon, professore di studi nordcoreani presso la Ewha Womans University, si tratta di una strategia consolidata: “anche se questo porterà a nuovi colloqui, potremmo entrare in una nuova fase in cui la Corea del Nord pur impegnandosi nel dialogo continuerà contemporaneamente a portare avanti provocazioni”. Nel weekend ricorre il 76° anniversario del Partito dei Lavoratori e non è escluso che i festeggimenti coincideranno con un altro sfoggio di muscoli. [fonte Reuters]
A cura di Sharon De Cet; Ha collaborato Alessandra Colarizi
Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.