Si è aperta stamattina la seconda edizione del China International Import Expo (CIIE), la fiera dedicata alle importazioni con cui Pechino punta a rassicurare il mondo sulla serietà delle proprie riforme economiche. Presiedendo il taglio del nastro, il presidente Xi Jinping ha dichiarato che “non esiste un singolo paese in grado di risolvere da solo le difficoltà che si presentano allo sviluppo dell’economia mondiale. […] Dobbiamo abbattere i muri, non erigere muri. Dobbiamo resistere al protezionismo e all’unilateralismo. Dobbiamo continuare ad abbattere le barriere commerciali, ottimizzare il valore globale e le catene di approvvigionamento e promuovere congiuntamente la domanda del mercato”.
Il ruolo dell’Italia
L’evento, accolto con qualche perplessità dalla comunità internazionale, vede l’Italia ricoprire un ruolo da protagonista grazie alla presenza di oltre 100 aziende e alla partecipazione del ministro degli Esteri Di Maio, che quest’oggi – secondo il Sole 24 Ore – dovrebbe accompagnare il presidente Xi Jinping per una breve visita al Padiglione Italiano per poi fare un intervento sulle tematiche del commercio nell’era dell’economia digitale, presenziando infine alla firma di accordi tra l’Ice e i gruppi Tbd e JD.com. La partecipazione di molte aziende è stata coordinata da Fondazione Italia-Cina e Aice, mentre altre partecipano autonomamente, anche grazie al supporto dei loro distributori e partner in Cina. Ieri, parlando a margine di una visita agli impianti della Comau, Di Maio ha affermato che l’Italia ha concluso con la Cina “accordi che erano fermi da tempo, penso all’agro-alimentare e abbiamo messo mano a nuovi accordi che saranno chiusi tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 per esportare nuovi prodotti: quello della carni bovine vale circa 300 milioni di euro, quello del riso diverse decine di milioni di euro per i nostri produttori”. Meno entusiasmanti i dati Istat elaborati dall’Ice, stando ai quali nei primi sette mesi del 2019 l’export italiano verso la Cina in realtà è diminuito.
La giornata di lunedì – che ha incluso un bilaterale con l’omologo cinese Wang Yi – era terminata con la partecipazione del ministro italiano alla cena di benvenuto offerta da Xi ai capi di Stato e di governo. In rappresentanza dell’Europa sono a Shanghai anche il Presidente francese Emmanuel Macron, Phil Hogan, nuovo commissario al Commercio Ue, e i premier di Grecia e Serbia. Proprio a Macron è toccato il compito di annunciare la firma di un accordo Cina-Ue sulle indicazioni geografiche protette, primo balzo in avanti verso la conclusione dell’attesissimo EU-China Comprehensive Investment Agreement. [fonte: Reuters, SCMP, Sole 24 Ore]
I dubbi dell’Europa
Secondo un rapporto rilasciato ieri dalla Camera di commercio europea in Cina, il 47% degli accordi siglati durante il China International Import Expo (CIIE) dello scorso anno non si sono materializzati. Un’affermazione che getta nuovi dubbi sull’evento sponsorizzato da Pechino per riaffermare concretamente la propria disponibilità ad aprire il mercato interno. Stando ai dati ufficiali, l’esposizione del 2018 avrebbe fatto da sfondo alla firma di accordi per quasi 58 miliardi di dollari. Numeri contestati da varie fonti stando alle quali la somma finale includerebbe vecchie intese riesumate per dar lustro all’esposizione fortemente voluta da Xi. Ciononostante, l’interesse per la fiera rimane vivo, con il 79% dei membri della Camera di commercio ad aver riconfermato la loro presenza anche quest’anno. [fonte: SCMP]
Pechino lancerà una zona economica nello spazio
La Cina ha in programma di creare una zona economica nello spazio cislunare entro la metà del secolo. E’ quanto annunciato da Bao Weimin, direttore della commissione scientifica e tecnologica della China Aerospace Science and Technology Corporation, il principale contractor statale per il programma spaziale cinese. Citando il vasto potenziale economico del progetto, Bao ha affermato che la Cina incrementerà la ricerca per lo sviluppo di “sistemi di trasporto aerospaziale affidabili e a basso costo” così da permettere “voli spaziali regolari da e verso la Terra”. Secondo la roadmap, il gigante asiatico dovrà arrivare a padroneggiare la tecnologia di base entro il 2030, per poi cominciare a costruire il sistema entro il 2040 e a stabilire la zona economica intorno al 2050. Stando al Science and Technology Daily, il progetto arriverà a generare 10 trilioni di dollari entro la metà del secolo [fonte: Caixin]
Combattere il crimine con il “riconoscimento delle emozioni”
Impedire crimini e attacchi terroristici leggendo il pensiero. E’ quanto si prefigge il cosiddetto “riconoscimento delle emozioni”, fase avanzata del riconoscimento facciale tanto amato dal governo cinese. La nuova tecnologia è stata la vera protagonista della 17esima edizione dell’ultimo China Public Security Expo di Shenzhen. Secondo quanto riporta il Financial Times, il sistema – che trova impiego sopratutto negli aeroporti e nelle stazioni della metropolitana – si basa sul monitoraggio di andatura, viso e analisi della folla. Come confermato da un funzionario dell’ufficio di pubblica sicurezza della città di Altai, mentre all’estero prevalgono ancora dubbi sulla sua funzionalità, nello Xinjiang la tecnologia viene già utilizzata specialmente nello svolgimento delle operazioni doganali. Hikvision, Uniview, Dahua, Tiandy, Alibaba e Tencent sono alcune delle aziende con cui gli apparati di sicurezza collaborano per sorvegliare la regione autonoma mussulamana, teatro di tensioni etniche [fonte: FT]
Il primo farmaco per la cura dell’Alzheimer arriva dalla Cina
Il governo cinese ha approvato sabato Oligomannate, la prima medicina contro l’Alzheimer. Dalle ricerche finanziate negli ultimi vent’anni dalle maggiori case farmaceutiche mondiali, sono usciti solo 5 finalizzati ad alleviare i sintomi della malattia, non a curarla. Oligomannate, risultato di vent’anni di ricerche realizzate da un’equipe del Shanghai Institute of Materia Medica presso la Chinese Academy of Sciences, servirà invece per la cura di forme da leggere a moderate della malattia (fino al quarto dei sette stadi in cui si distingue il progressivo avanzamento della malattia): le ricerche per il farmaco hanno preso il via delle statistiche che rivelavano una bassa incidenza della malattia tra gli anziani che fanno consumo di alghe. E’ stato infatti identificata una molecola di zucchero nelle alghe, che si è rivelata poi essere la chiave del farmaco. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità saranno 150 milioni i malati di Alzheimer entro il 2050, di cui più di un quarto 1/4 in Cina [fonte: Reuters]
L’India si sfila dall’accordo commerciale più grande del mondo
Quindici nazioni su 16 hanno concluso i negoziati per quello che si preannuncia essere l’accordo commerciale più grande del mondo. Nella giornata di ieri, i 10 paesi membri dell’Asean più Cina, Corea del Sud, Giappone, Australia, e Nuova Zelanda hanno annunciato la raggiunta intesa su tutti e 20 i capitoli che compongono la Regional Comprehensive Economic Partnership. Se tutto andrà come da programma la firma finale arriverà il prossimo anno. Rimane tuttavia ancora in dubbio la partecipazione dell’India (il 16° paese rimasto fuori) grazie alla quale il blocco arriverebbe a contare per un terzo del prodotto interno lordo globale e quasi la metà della popolazione mondiale. Secondo il comunicato congiunto, Delhi ha ancora “significant outstanding issues, which remain unresolved“. Un’adesione “dipenderà dalla soluzione soddisfacente di questi problemi”, perlopiù legati all’abbattimento delle barriere commerciali con cui oggi l’India difende la propria produzione agricola e casearia. Secondo la stampa del subcontinente, l’accordo “non è giusto né equilibrato” a causa dei cambiamenti avvenuti nello “scenario commerciale globale” durante i sette anni intercorsi dall’inizio delle negoziazioni. Ma lo scossone provocato dalla trade war tra Pechino e Washington potrebbe velocizzare la risoluzione degli ultimi nodi. [fonte: SCMP, India Today]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.