In Cina e Asia – Pechino rafforza il controllo sulle ong

In by Gabriele Battaglia

I titoli della rassegna di oggi:

– Pechino rafforza il controllo sulle ong
– Potere alla sorveglianza urbana
– La first lady giapponese rende omaggio a Pearl Harbor
– Medaglie dall’e-waste
– Un sindaco detenuto per Karachi Pechino rafforza il controllo sulle ong

Il Partito comunista cinese rafforza la propria influenza e il proprio controllo sulle organizzazioni non governative. Il Consiglio di Stato ha infatti varato nuove regole che prevedono la presenza di un comitato del Pcc in ogni ong. Le linee guida diffuse dall’esecutivo sono l’ultimo tentativo con cui Pechino si ripropone, parola della dirigenza, di mettere ordine al settore, suscitando timori della società civile e della comunità internazionale per i lacci che il controllo di Stato può mettere all’attività delle organizzazioni.

Il mese scorso la Cina ha diffuso nuove regole per le ong, compresa la necessità di rendere pubbliche le fonti di finanziamento, un modo per controllare in particolare quelle che ricevono finanziamenti dall’estero, pena la messa al bando.

Potere alla sorveglianza urbana

Parcheggi, lotta contro l’inquinamento acustico nelle aree residenziali, controllo sui venditori di cibo di strada. Sono alcune delle macro-aree di cui si dovranno occupare i chengguan, la controversa sorveglianza urbana, protagonista in passaggio di abusi contro i cittadini, specialmente contro i venditori ambulanti. Le proposte presentate dal ministero per lo Sviluppo urbano e rurale sono state messe in consultazione pubblica.

L’iniziativa intende formalizzare a livello nazionale una professione parcellizzata tra città e città e la cui attività è spesso degenerata in azioni violente come l’uccisione di un venditore di angurie tre anni fa nella provincia dello Hunan. La proposta ha comunque scatenato polemiche, per il timore che possa rafforzare il potere dato ai chengguan peggiorando la situazione.

La first lady giapponese rende omaggio a Pearl Harbor

Akie Abe si è recata in visita a Pearl Harbor gonfiando le aspettative sull’ipotesi che il marito, Shinzo Abe, possa diventare il primo premier giapponese a visitare i luoghi dell’attacco nipponico contro gli Usa del 1941. Il gesto della first lady è all’opposto del revisionismo sulle azioni giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale che caratterizza la politica di Abe.

Akie Abe ha pubblicato su Facebook alcune foto in cui prega e porge fiori davanti al memoriale della Uss Arizona sull’isola di Oahu. Dal governo nipponico hanno immediatamente fatto presente che la visita è stata un gesto privato. Tuttavia non è escluso un gesto simile di Shinzo Abe che replicherebbe in questo modo la visita del presidente statunitense Barack Obama a Hiroshima durante il G7 dello scorso maggio.

Medaglie dall’e-waste

Shinzo Abe nei panni di Super Mario durante la cerimonia di chiusura di Rio 2016 potrebbe non essere l’unica connessione tra la tecnologia e la prossima edizione dei Giochi olimpici che Tokyo ospiterà nel 2020. Essendo il Paese povero di risorse naturali, gli organizzatori non escludono di ottenere dall’e-waste l’oro, l’argento e il bronzo necessari per le medaglie, ossia di sfruttare la spazzatura tecnologica di milioni di smartphone e altri dispositivi elettronici ormai in disuso.

Nel solo 2014 la quantità di metalli recuperata dalla spazzatura elettronica in Giappone ha superato quella necessaria per il medagliere di Londra 2012. La proposta è stata discussa lo scorso giugno in un meeting tra il comitato olimpico, l’amministrazione di Tokyo, il ministero dell’Ambiente e settori dell’industria delle telecomunicazioni

Un sindaco incarcerato per Karachi

Karachi, una delle principali città del Pakistan, scossa da anni di violenze politiche e settarie, potrebbe essere guidata da un detenuto. L’ex parlamentare Waseem Aktar candidato per il partito Muttahida Qaumi Movement è infatti in carcere da un mese con l’accusa di aver fomentato gli scontri che incendiarono la metropoli nel 2007 e di aver garantito assistenza medica a terroristi.

L’arresto rientra nel duro scontro che vede opposto il Mqm alle forze di sicurezza paramilitari schierate nel 2013 per riportare la stabilità in città, cuore commerciale del Paese, stretta tra bande criminali e gruppi islamisti.