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In Cina e Asia – Pechino monitora la situazione in Siria

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Pechino monitora la situazione in Siria
  • La Cina riceve i rappresentanti di dieci organizzazioni internazionali
  • Jack Ma compare ai festeggiamenti di Ant Group
  • Cina, sostituiti i vertici del governo di Zhuhai dopo l’attacco di novembre
  • Londra respinge i piani per la nuova ambasciata cinese
  • Corea del Sud, approvato procuratore speciale per indagare su Yoon
  • L’Australia firma trattato di sicurezza con Nauru per contrastare le influenze cinesi
Pechino monitora la situazione in Siria

La Cina monitora attentamente gli sviluppi in Siria e spera che il paese trovi una soluzione politica per tornare presto alla stabilità. Lo ha affermato domenica il ministero degli Esteri di Pechino dopo che i ribelli siriani hanno dichiarato la fine del regime di Bashar al-Assad. “Esortiamo le parti interessate in Siria ad adottare misure ferme per garantire la sicurezza delle organizzazioni e del personale cinese in Siria”, ha affermato il dicastero, aggiungendo che l’ambasciata cinese è rimasta aperta e avrebbe continuato ad aiutare i cittadini in difficoltà.

Domenica la crisi in Siria è diventata argomento di tendenza sui social media cinesi. Il termine di ricerca “I ribelli dichiarano la fine del governo di Assad” domenica si è classificato terzo nella graduatoria dei trending topic, con oltre 9,3 milioni di visualizzazioni su Weibo. Sulla stampa statale diversi analisti hanno espresso preoccupazione per la situazione, soprattutto per le possibili diramazioni regionali. Anche se non è escluso che il nuovo governo cercherà di mantenere buoni rapporti con Pechino, che lo scorso anno aveva accolto l’ex presidente siriano e dichiarato un elevamento delle relazioni bilaterali con Damasco.

La Cina riceve i rappresentanti di dieci organizzazioni internazionali

Lunedì 9 dicembre si è tenuto a Pechino il Dialogo “1+10” tra i funzionari del governo cinese e i rappresentanti di dieci organizzazioni internazionali legate a economia e commercio, come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Durante la conferenza, volta a promuovere lo sviluppo economico mondiale, il premier cinese Li Qiang ha detto che la Cina è pronta a presentare nuove politiche di apertura economica e a lavorare per la salvaguardia delle catene di approvvigionamento globali, messe a repentaglio dalle tensioni geopolitiche e dal crescente utilizzo di misure protezioniste a livello mondiale. “La tendenza alla crescita economica della Cina non è cambiata, così come i benefici che ne derivano per l’economia globale”, ha detto Li, che ha inoltre ribadito l’impegno di Pechino a espandere i consumi interni. La conferenza si è svolta a poche ore di distanza dalla riunione del politburo del Pcc per decidere la strategia economica in vista del 2025.

Il messaggio è stato ribadito stamani da Xi Jinping che ha ricevuto personalmente i dirigenti delle organizzazioni internazionali. Ribadendo l’apertura della Cina al resto del mondo, il presidente cinese ha non troppo velatamente criticato gli Stati Uniti: “Le guerre tariffarie, commerciali e tecnologiche vanno contro la storia”, ha dichiarato. 

Chip war: la Cina apre indagine anti-monopolio a carico di Nvidia

L’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato cinese ha aperto un’indagine a carico di Nvidia, uno dei leader mondiali nella produzione di processori grafici (GPU). Secondo l’autorità antitrust di Pechino, l’azienda americana potrebbe aver violato la legge cinese anti-monopolio con l’acquisizione del fornitore israeliano Mellanox Technologies, avvenuta nel 2019. L’anno seguente Pechino aveva approvato l’accordo a condizione che i prodotti di Mellanox continuassero a entrare nel mercato cinese secondo “principi equi, ragionevoli e non discriminatori”. Come riportato dal South China Morning Post, è probabile che questo dietrofront sia arrivato in ritorsione alle nuove restrizioni di Washington all’export di chip in Cina.

Jack Ma compare ai festeggiamenti di Ant Group

Ant Group ha annunciato che promuoverà ad amministratore delegato (CEO) dell’azienda il suo attuale direttore finanziario, Cyril Han Xinyi, a partire dal 1° marzo 2025. L’attuale CEO di Ant, Jing Xiangdong, resterà presidente del gruppo. Ant è una società affiliata ad Alibaba e detiene Alipay, il maggior operatore cinese per i pagamenti digitali mobili (a fine 2023 Alipay controllava il 55% del mercato interno contro il 37% del suo principale competitor, WeChat Pay di Tencent). L’annuncio del cambio di CEO è arrivato l’8 dicembre, nel giorno del ventesimo anniversario dalla nascita dell’azienda, ed è stato presentato come un necessario rinnovamento in vista dell’inizio di una nuova fase delle attività di Ant Group.

Alle celebrazioni ha partecipato anche Jack Ma, che dopo il basso profilo degli ultimi anni, negli ultimi tempi è tornato a parlare in pubblico esprimendo consapevolezza delle difficoltà attraversate dal gruppo ma anche ottimismo.

Cina, sostituiti i vertici del governo di Zhuhai dopo l’attacco di novembre

Domenica 8 dicembre si sono dimessi i vertici del governo locale e dell’apparato di sicurezza di Zhuhai, ritenuti responsabili di non aver adottato le misure necessarie a prevenire l’attacco automobilistico dello scorso 11 novembre, quando un uomo ha investito decine di persone, uccidendone 35 e ferendone 43. Il comitato permanente del congresso locale di Zhuhai ha annunciato la sostituzione del sindaco della città, del direttore dell’ufficio di pubblica sicurezza e del governatore e vicegovernatore del distretto di Xiangzhou, il luogo dove si è verificato materialmente l’attacco. Per ora tutti i posti sono stati occupati da figure ad interim.

Londra respinge i piani per la nuova ambasciata cinese

Le autorità di Londra hanno respinto i piani della Cina per costruire una nuova ambasciata a Royal Mint Court, vicino alla Torre di Londra, per motivi di sicurezza, mettendo sotto pressione il governo centrale affinché respinga la richiesta. La Cina aveva acquistato il sito sei anni fa con l’intenzione di costruire un’ambasciata di 65.000 metri quadrati, la più grande in Europa, ma non ha ancora ottenuto il permesso. Nonostante il voto negativo del consiglio di Tower Hamlets, la decisione finale spetta al governo centrale, che esaminerà il progetto dopo un’inchiesta prevista per l’inizio del prossimo anno. In vista della decisione finale fissata per maggio, il governo di Keir Starmer ha avviato una revisione del piano, che rischia di compromettere la graduale distensione delle relazioni con la Cina sotto i laburisti.

Corea del Sud, approvato procuratore speciale per indagare su Yoon

L’Assemblea nazionale della Corea del Sud ha approvato martedì un disegno di legge che istituisce un procuratore speciale permanente per indagare sulle accuse di insurrezione contro il presidente Yoon Suk Yeol, provvedimento che dovrebbe prevenire le interferenze nell’inchiesta. L’Assemblea ha anche approvato una risoluzione (senza valore legale) che chiede il rapido arresto di Yoon e di sette funzionari con 191 voti a favore, 94 contrari e tre astenuti. Intanto l’opposizione ha annunciato che passerà in giornata la legge sul bilancio per il 2025 all’origine del tentato “colpo di Stato” di Yoon, secondo il quale i tagli previsti paralizzerebbero il governo. Per il leader dei democratici Lee Jae-myung, “una rapida approvazione [della misura] permetterà di risolvere il disagio e la crisi”.

L’Australia firma trattato di sicurezza con Nauru per contrastare le influenze cinesi

Lunedì 9 dicembre l’Australia e Nauru hanno firmato un trattato che rafforza la posizione di Canberra come principale partner di sicurezza del paese del Pacifico, una mossa finalizzata a contrastare le crescenti influenze cinesi nella regione. Come riportato dalla Reuters, l’Australia si è impegnata a fornire circa 90 milioni di dollari a Nauru nei prossimi cinque anni in cambio del potere di veto sul coinvolgimento della Cina nella sicurezza, nel settore bancario e nelle infrastrutture di telecomunicazione del piccolo Stato insulare, che a gennaio ha rotto le relazioni diplomatiche con Taiwan per riconoscere ufficialmente la Repubblica popolare. Un accordo simile era già stato firmato tra l’Australia e Tuvalu. Sempre lunedì l’esercito australiano ha inoltre testato per la prima volta un missile da crociera Tomahawk a largo della costa occidentale degli Stati Uniti, dimostrando di aver ampliato il suo arsenale di deterrenza a lungo raggio.