Pechino ha approvato una nuova legge sulla crittografia che diventerà effettiva il prossimo 1 gennaio. Il provvedimento punta a sviluppare la ricerca e l’applicazione della crittografia “in modo ordinato”, proteggendo i diritti di proprietà intellettuale delle aziende e individuando le responsabilità legali in caso di negligenza nell’utilizzo della tecnologia. La legge risponde sia alla necessità di assicurare alle informazioni confidenziali che coinvolgono lo stato una “protezione crittografata e la certificazione di sicurezza” sia alla necessità di fornire ad aziende e privati uno strumento per migliorare la sicurezza delle informazioni inviate nel cyberspazio. L’iniziativa dei legislatori segue di poche ore l’appello con cui Xi Jinping ha auspicato un rapido sviluppo della tecnologia blockchain alla base di una futura moneta digitale supervisionata dalla banca centrale. Il settore finanziario sembra essere al centro dei pensieri del presidente cinese. Ma non è l’unico. La settimana scorsa la China’s Cyberspace Affairs Commission ha approvato 309 progetti blockchain che comprendono servizi finanziari, sanità, produzione automobilistica, e-commerce e logistica. [fonte: TechNote, SCMP]
Usa: governo accusa Nba e Nike di essere asservite a Pechino
Dopo che con un tweet il General Manager degli “Houston Rockets” Daryl Morey ha mostrato sostegno alle proteste di Hong Kong, grossi media e compagnie cinesi hanno sospeso il proprio supporto alla Nba. La lega americana ha così preso le distanze dalle parole di Morey, arrivando persino ad allontanare dei tifosi durante una gara. Giovedì scorso, durante una Conferenza a Washington Dc, il Vicepresidente americano Mike Pence ha dichiarato: “Alcuni dei più grandi proprietari e giocatori dell’Nba, i quali quotidianamente esercitano la libertà di criticare questa nazione, perdono la propria voce di fronte alla libertà e ai diritti di altre persone. Nel raccordarsi con il Partito Comunista Cinese, ammutolendo la libertà di espressione, la Nba sta agendo come una sussidiaria di un regime autoritario”. Un atteggiamento sottolineato come “anti-americano” e volto a “supportare la censura”. Nel suo discorso, Pence ha puntato il dito anche contro la Nike, accusata di ipocrisia nel promuoversi come “campione di giustizia sociale”, nonostante abbia rimosso il merchandising dei Rockets dalle proprie rivendite cinesi: “quando si parla di Hong Kong, [Nike] preferisce lasciare la propria coscienza sociale alla porta. Una cultura corporativa progressiva che ripetutamente ignora gli abusi di diritti umani non è progressiva, è repressiva”. Il Ministro degli Esteri cinese ha replicato tacciando Pence di “arroganza” e accusando Washington di intromissione nella politica domestica, un atteggiamento volto a minare lo sviluppo e la stabilità della Cina. Vecchie glorie della Nba come Charles Buckley non hanno invece usato mezzi termini: “Pence dovrebbe chiudere la bocca” ha dichiarato Buckley, aggiungendo: “Non capisco questo dare lezioni di morale da parte dei politici. Se sono così preoccupati per la Cina perché non sospendono tutte le transazioni con loro?” Per l’ex-giocatore è “ingiusto” screditare la Nba per questi avvenimenti, quando ogni azienda americana e persino il governo si trovano in una simile situazione di fronte al gigante asiatico.
Xinjiang: Presidente dell’Università condannato a morte in processo segreto, 1000 studenti chiedono la scarcerazione
A Tashpolat Tiyip non è bastato essere membro del Partito Comunista e modello di successo e integrazione tra la maggioranza Han e la minoranza Uigura. Nel 2017, durante un processo segreto fu condannato alla pena capitale con due anni di reclusione nel braccio della morte, con motivazioni tuttora da chiarire. In questi giorni, allo scadere della sentenza, oltre 1000 studenti da tutto il mondo si sono mobilitati per richiedere la sua scarcerazione, accusando Pechino di aver avviato una guerra etnica contro la minoranza musulmana dello Xinjiang. Un’azione che attraverso le politiche di sicurezza “anti-terrorismo” ha permesso al Partito di inasprire la propria autorità nella Regione. Di recente, Ilham Tohti, accademico Uiguro condannato all’ergastolo nel 2014, ha ricevuto il Premio Shakarov, massima onirificenza del Parlamento Europeo sui diritti umani e la libertà d’espressione. Tuttavia, negli ultimi anni, sempre più leader culturali e politici Uiguri sono stati arrestati e circa un milione di persone sono state detenute in campi di “rieducazione”. Il governo non ha mai chiarito quali siano le reali cause della condanna per Tashpolat Tiyip, ha però realizzato un film, “Il complotto nei libri di testo”, distribuito in tutte le università della regione, in cui accusava centinaia di ricercatori e accademici Uiguri di “complottismo volto a sovvertire lo stato” incitando alla “separazione dello Xinjiang” non tanto per le opinioni espresse, quanto per aver usato un 60% di fonti locali in lingua Uigura, anziché un 30% come massimo indicato dalla legge. [fonte: CNN]
Cina: è giusto avere un figlio a 67 anni?
L’hanno chiamata Tianci, letterelamente “dono del cielo”, perché è l’unico modo con il quale Tian, mamma a 67 anni dello Shandong, ha saputo spiegarsi l’accaduto. Tian e suo marito Huang, 68 anni, hanno già un figlio, una figlia e diversi nipoti, il più grande dei quali è maggiorenne e va all’università. Secondo le prime ricostruzioni non tutti i membri della famiglia hanno accolto la notizia della gravidanza di buon grado, la quale si è rapidamente diffusa sui social media, dove numerose persone si sono interrogate su diversi temi, dalla legalità di avere più di due figli in Cina, alla moralità di farlo in così tarda età. Tian è la donna più anziana ad aver mai partorito in Cina, un record detenuto dalla provincia di Jilin negli ultimi tre anni, con un parto a Changchun all’età di 64 anni. Nel mondo, la donna più anziana ad aver mai partorito è indiana ed ebbe due gemelli fecondati in vitro all’età di 74 anni. [fonte: SCMP]
Taiwan: in 200mila per il Pride, il più grande dell’Asia orientale
A 5 mesi dalla legalizzazione dei matrimonio tra lo stesso sesso, le strade di Taipei si tingono di arcobaleno, registrando una crescita del 53% rispetto all’edizione precedente, con oltre 200 mila persone e 220 gruppi da tutto il mondo. Un evento di enorme importanza culturale sul tema dei diritti civili in estremo oriente, il più grande in termini di portata e per questo anche soggetto a forti reticenze sociali e strumentalizzazioni politiche. Infatti, nonostante Taiwan sia stato il primo governo in tutta la regione a consentire il diritto di matrimonio alle coppie omosessuali, le organizzazioni LGBTQ temono una stretta governativa qualora le opposizioni dovessero trionfare nelle elezioni generali di gennaio. Già lo scorso novembre, un controverso referendum aveva visto il 67% dell’opinione pubblica schierarsi contro l’implementazione di un tale diritto. [fonte: SCMP]
La Tailandia mette a dieta i propri monaci buddisti
Secondo i dati della Commissione Nazionale della Sanità, ci sono circa 350 mila monaci in Tailandia e quasi la metà di essi è sovrappeso o obeso. Tra i tanti fattori, di sicuro quello della routine mattutina è tra i principali e rende molto complicato per loro gestire una dieta. Ai monaci è consentito mangiare solo una o due volte al giorno tra le 6 del mattino e mezzogiorno e la loro routine non prevede l’esercizio fisico, spesso considerato vano. Una delle pratiche di sostentamento più diffuse è il mendicare quotidiano per le strade, dove la gran parte delle popolazione offre loro del cibo. Tradizionalmente, i cibi offerti solo altamente calorici e vengono combinati a bevande moderne ricche di zuccheri. Secondo gli esperti, la situazione rappresenta una “bomba a orologeria” ed è necessario prima di tutto agire sull’informazione e sulla prevenzione. I monaci soffrono di diabete, alta pressione, osteoartrosi alle ginocchia, problemi agli occhi e alcuni casi sono tanto gravi da comportare amputazioni. Il dramma reale è che la gran parte di essi non è cosciente della propria condizione ne di cosa comportino malattie gravi come il diabete quando non curate. Il governo sta dunque lavorando all’implementazione di un piano di prevenzione che riesca a connettere le infrastrutture sanitarie del paese per monitorare lo sviluppo del fenomeno e assistere la popolazione. [fonte: CNN]
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Classe 1989, Sinologo e giornalista freelance. Collabora con diverse testate nazionali. Ha lavorato per lo sviluppo digitale e internazionale di diverse aziende tra Italia e Cina. Laureato in Lingue e Culture Orientali a La Sapienza, ha perseguito gli studi a Pechino tra la BFSU, la UIBE e la Tsinghua University (Master of Law – LLM). Membro del direttivo di China Files, per cui è responsabile tecnico-amministrativo e autore.