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In Cina e Asia – Pallone-sonda: gli Usa minacciano sanzioni

In Notizie Brevi by Francesco Mattogno

I titoli di oggi:

  • Pallone-sonda: gli Usa minacciano sanzioni
  • Propaganda cinese e deepfake
  • Cina: I gamer sono più inclini al matrimonio
  • IEA: nel 2025 la Cina consumerà un terzo dell’elettricità mondiale
  • È nata una nuova piattaforma europea contro la disinformazione russa e cinese
  • L’India vieta altre 232 app cinesi
  • Giappone e Filippine si impegnano a rafforzare i propri legami sulla sicurezza

Il governo americano è sicuro che il presunto pallone-spia cinese sia prodotto da una o più società cinesi con “rapporti diretti” con l’Esercito popolare di liberazione (PLA). Lo ha dichiarato ieri il Dipartimento di Stato, aggiungendo che la società in questione pubblicizza sul suo sito web mongolfiere e ospita video di operazioni avvenute passate, non solo gli Stati Uniti ma anche lo spazio aereo di altri paesi. Le dichiarazioni si basano su quanto rilevato da aerei spia U-2 – gli stessi utilizzati durante la Guerra Fredda – dispiegati da Washington per seguire e studiare il pallone prima che venisse abbattuto. Gli investigatori stanno anche cercando di appurare se qualcuna delle attrezzature installate sul pallone utilizza tecnologia occidentale. Alle indagini potrebbero fare seguito vari tipi di sanzioni, ha avvertito il Dipartimento di Stato.

Intanto, con 419 voti favorevoli e zero contrari, ieri la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato all’unanimità una risoluzione per condannare la recente “violazione della sovranità” americana da parte della Cina, con l’invio del presunto pallone-spia,  abbattuto dal Pentagono sabato scorso. Il testo è stato presentato dal presidente della commissione Esteri, il repubblicano Michael McCaul, e si è tenuto poco dopo che il dipartimento di Stato ha confermato che sull’aeromobile erano presenti antenne in grado di raccogliere informazioni.

La Cina da parte sua, da una parte minaccia contromisure, dall’altra cerca di allentare la tensione con Washington spostando i riflettori sui pochi interessi ancora convergenti. Commentando l’incidente del pallone, Xu Xueyuan, incaricata d’affari presso l’ambasciata cinese negli Stati Uniti, ha invitato la parte americana a stabilizzare le relazioni bilaterali concentrandosi sulla “natura win-win della cooperazione commerciale”.

Cina: i gamer sono più inclini al matrimonio

Secondo uno studio della Renmin University of China, i fan dei videogiochi hanno il 7,8% di possibilità in più rispetto agli studenti loro coetanei di sposarsi e avere figli. Sempre più ragazzi cinesi si appassionano ai videogiochi che da tempo, ovunque nel mondo, sono diventati per molti un lavoro. I professionisti di eSport iniziano la propria carriera – e quindi a guadagnare – in giovane età, ed è probabile che si ritirino prima dei 30 anni a causa degli alti ritmi di vita e del rallentamento di certe abilità fondamentali, come i riflessi. Ma la sicurezza economica, su cui molti coetanei non possono contare, non è l’unica ragione per cui in Cina in questa categoria ci si “sistema” da giovani. Diversi giocatori e professionisti si sposano tra loro dopo essersi conosciuti virtualmente nel videogioco. Queste interazioni online “possono insegnare loro come costruire dei buoni rapporti. Sviluppare amore, rispetto e capacità comunicative nel mondo virtuale può migliorare le relazioni interpersonali nel mondo reale”, ha dichiarato lo psicologo Liao Lianfang a Sixth Tone.

IEA: nel 2025 la Cina consumerà un terzo dell’elettricità mondiale

Entro il 2025, il 50% dell’energia elettrica mondiale sarà utilizzata in Asia. È questa la previsione dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), pubblicata in un report di 134 pagine. Gran parte di quella richiesta di energia arriverà dalla Cina. Nel 2015 Pechino consumava un quarto di tutto il fabbisogno mondiale e si prevede che per il 2025 quella quota possa salire fino a un terzo del totale. “La Cina consumerà più di elettricità di Unione Europea, Stati Uniti e India messi insieme”, ha affermato Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell’IEA, in una dichiarazione riportata da Associated Press. La domanda e l’offerta di energia elettrica diventeranno sempre più dipendenti dalle condizioni meteorologiche, e il continente asiatico è predisposto a gravi ondate di caldo e siccità come quelle dello scorso anno in India e in Cina. Il rapporto sostiene inoltre che nei prossimi tre anni gran parte dell’incremento di fornitura di elettricità arriverà dal nucleare e da fonti rinnovabili. Intanto, l’Africa – che ospita un quinto dei quasi 8 miliardi di abitanti della terra – nel 2025 consumerà solo il 3% dell’energia elettrica globale.

È nata una nuova piattaforma europea contro la disinformazione russa e cinese

“Se l’informazione è tossica, la democrazia non può funzionare”. Così Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, ha presentato a Bruxelles una nuova piattaforma europea per il controllo della disinformazione proveniente da attori stranieri. Cioè soprattutto da Russia e Cina. La piattaforma opererà all’interno dell’European External Action Service (EEAS) tramite lo scambio di informazioni tra paesi dell’Unione, Ong e agenzie per la sicurezza informatica. Il suo scopo è quello di comprendere e affrontare collettivamente le minacce portate dalle interferenze e dalla manipolazione delle informazioni da parte di soggetti stranieri (FIMI). Nel suo primo rapporto sull’argomento, l’EEAS ha analizzato 100 casi di FIMI rilevati tra il 1° ottobre e il 5 dicembre 2022: 88 di questi erano frutto della propaganda russa, 17 di quella cinese. In 5 di questi casi Mosca e Pechino hanno agito congiuntamente per diffondere contenuti anti-occidentali.

Propaganda cinese e deepfake

Secondo la società di ricerca statunitense Graphika, la Cina è diventata il primo paese al mondo a fare uso della tecnologia deepfake per diffondere notizie positive sul proprio sistema politico. Il rapporto cita il caso del programma Wolf News, che vede due conduttori virtuali parlare positivamente di notizie che riguardano il paese, e denigrare gli Stati Uniti. I video in questione sono stati diffusi su piattaforme occidentali come Twitter e Youtube e secondo i ricercatori sono stati creati utilizzando la tecnologia della start-up con sede a Londra, Synthesi. Da tempo circola il sospetto che Pechino possa sfruttare i progressi scientifici con scopi politici. Anche con gli strumenti tradizionali sembra cavarsela piuttosto bene. Secondo una ricerca condotta in 19 paesi da ricercatori di Yale, Harvard e Groningen, la propaganda cinese è più convincente di quella occidentale quando deve sostenere la superiorità del proprio modello politico-economico.

L’India vieta altre 232 app cinesi

Il ministero indiano dell’Elettronica e della Tecnologia dell’informazione ha avviato un procedimento per vietare 232 tra app e siti cinesi nel paese. A renderlo noto è stata l’agenzia di stampa Ani, citando fonti governative. Le applicazioni e i siti web che saranno bloccati con “urgenza” fanno tutti parte del settore delle scommesse (138) e dei prestiti (94). L’India sta inasprendo la regolamentazione del settore dei prestiti digitali in grande espansione, nel quale quasi il 50% dei servizi opera senza l’autorizzazione del governo. Molti di questi istituti di credito online adottano pratiche aggressive, e tra i loro clienti si sono registrati diversi casi di suicidio. Come scrive The Economic Times, a essere bersaglio dei nuovi divieti saranno anche alcune piattaforme indiane, ma le app cinesi bloccate da Nuova Delhi diventeranno così oltre 500. Già 300 erano state vietate dopo gli scontri di Galwan del 2020, tra cui anche Tik Tok. Per le aziende cinesi, il mercato indiano sta diventando sempre più scivoloso.

Giappone e Filippine si impegnano a rafforzare i propri legami sulla sicurezza

Il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. e il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, si sono incontrati giovedì a Tokyo. Durante il vertice, i due leader si sono impegnati a rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza tra i rispettivi paesi, fissando i “termini di riferimento” per l’intervento delle Forze di autodifesa giapponesi nelle Filippine in alcuni casi specifici (come per l’assistenza umanitaria). Secondo il Nikkei Asia, questo potrebbe fare da preludio a un possibile Visiting forces agreement (VFA), cioè un trattato che permetterebbe al Giappone di dispiegare più facilmente le proprie truppe nelle Filippine in via temporanea. Marcos e Kishida hanno anche stipulato una serie di accordi di collaborazione economica, ma sono stati i discorsi sul piano della difesa ad aver catalizzato l’attenzione, con sullo sfondo la Cina. Nella dichiarazione congiunta si legge che i due leader “hanno espresso serie preoccupazioni per la situazione nel Mar cinese orientale e meridionale”. “La nostra partnership strategica è più forte che mai”, ha dichiarato Marcos in conferenza stampa a margine dell’incontro, “continueremo a studiare (…) i modi per rafforzare la cooperazione tra Giappone, Stati Uniti e Filippine”. Il presidente filippino resterà in visita in Giappone fino al 12 febbraio.

A cura di Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi