Dopo 70 anni di guerra contro la malaria, l’Oms ha certificato la vittoria della Cina contro la malattia. Per quattro anni di fila, il paese asiatico non ha riportato nemmeno un caso, un anno in più rispetto a quanto previsto per poter richiedere la certificazione. “Il successo [della Cina] è stato duramente guadagnato ed è arrivato solo dopo decenni di azioni mirate e sostenute”, ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, “con questo annuncio, la Cina si unisce al numero crescente di paesi che stanno dimostrando al mondo che un futuro senza malaria è un obiettivo praticabile”. La Cina è la prima nazione del Pacifico Occidentale a ottenere il riconoscimento in trent’anni. Nella regione lo status è stato acquisito solo da Australia (1981), Singapore (1982) e Brunei (1987). [fonte Reuters]
Pechino pensa a calibrare la diplomazia dei “wolf warrior”
Corteggiare l’opinione pubblica internazionale mostrando fiducia, ma mantenendo un atteggiamento “umile e gentile”, così da “creare l’immagine di … una Cina, credibile, amabile e rispettabile”. Quando alcune settimane fa Xi Jinping ha pronunciato queste parole qualcuno ha azzardato si trattasse di un affondo contro i “wolf warrior”, i diplomatici cinesi noti per le loro posizioni oltranziste e una mania per Twitter. La conferma arriva da fonti del WSJ, secondo le quali fin da aprile la leadership ha tenuto una serie di incontri per discutere se sia il caso di ammorbidire la comunicazione in vista di un possibile incontro tra Xi Jinping e Biden al G20 del prossimo ottobre. Tra le altre proposte ci sarebbe anche quella al vaglio del ministero degli Esteri di introdurre delle linee guida per l’utilizzo del social da parte dei funzionari cinesi. Raggiungere un’intesa non sarà cosa semplice. La retorica muscolare dei lupi guerrieri gode del sostegno del web cinese, ormai dominato da voci fortemente nazionaliste. [fonte WSJ]
Pechino lancia un piano per migliorare l’alfabetizzazione scientifica
Pechino ha annunciato un piano per aumentare l‘alfabetizzazione scientifica della popolazione. Innanzitutto cosa si intende per “alfabetizzazione scientifica? Essenzialmente “riuscire a padroneggiare i metodi scientifici di base, comprendere le conoscenze scientifiche e tecnologiche necessarie e avere la capacità di analizzare… e risolvere problemi pratici”. Nel 2020 i cittadini con queste competenze erano appena il 10,56% della popolazione. Secondo il piano provvisorio pubblicato dal Consiglio di Stato cinese, l’obiettivo è estendere l’alfabetizzazione scientifica al 15% del totale entro il 2025 e al 25% entro il 2035. Come? La leadership ha le idee abbastanza chiare. Si parla di promuovere l’insegnamento scientifico nell’istruzione di base; migliorare le risorse per l’educazione scientifica nelle aree rurali; riformare l’istruzione scientifica nelle università, compresa la formazione all’imprenditorialità; e migliorare la qualità del personale docente per le materie scientifiche. L’enfasi attribuita all’educazione giovanile non deve confondere. Diverse disposizioni insistono sul miglioramento dell’alfabetizzazione scientifica degli agricoltori, degli operai nonché degli anziani. Tutta la popolazione è chiamata a partecipare. Il piano rientra nella rivoluzione tecnologica avviata dal governo per permettere al paese di continuare a crescere nonostante l’invecchiamento della popolazione e la minaccia di un decoupling dall’Occidente democratico. [fonte Gov]
Corea del Nord: “Grave incidente nella lotta al Covid”
Un “grave incidente” minaccia la sicurezza del popolo nordcoreano. A dirlo è stato Kim Jong-un martedì durante una riunione estesa del politburo del Partito dei lavoratori. Letteralmente: “trascurando importanti decisioni del partito nella sua lotta antivirus di emergenza nazionale in preparazione di una crisi sanitaria globale, i funzionari incaricati hanno causato un grave incidente che pone un’enorme crisi per la sicurezza della nazione e del suo popolo“. Mentre scriviamo non è ancora chiaro così sia successo. Ma su Twitter Anna Fifield, esperta di Nord Corea, commenta che “potenzialmente grandi notizie sul Covid arrivano dalla Corea del Nord. Non ci sono ancora dettagli, ma sembra che si sia verificato un focolaio significativo e le teste cominciano a rotolare.” L’invettiva di Kim ha coinciso con un rimpasto nel Politburo e nel comitato centrale del partito. Dall’inizio dell’epidemia il bilancio ufficiale dei casi a nord del 38° parallelo è rimasto zero. [fonte Yonhap]
Filippine: gli “Angeli del mare” contro le intrusioni cinesi
Si chiamano “Angeli del mare” e la loro missione è prevenire le intrusioni nelle acque contese tra Cina e Filippine. Si tratta di una nuova unità composta dai 81 radiooperatrici appositamente addestrate dalla dalla guardia costiera filippina. Secondo i piani di Manila, le voci femminili – rievocando alla mente le proprie madri e mogli – dovrebbero riuscire più facilmente ad allentare le tensioni tra gli equipaggi stranieri, facendo leva anche sull’autorevolezza di cui godono le donne nelle società matriarcali asiatiche. Si ritiene che l’operazione sia stata incoraggiata da un episodio, avvenuto ad aprile, in cui la voce preregistrata di un’operatrice della guardia costiera è riuscita a respingere sette navi cinesi sorprese vicino a una barriera corallina rivendicata dalle Filippine. L’iniziativa non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto negli ambienti femministi del paese. [fonte SCMP]
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.