I titoli di oggi:
- Olimpiadi di Pechino: Biden conferma possibile boicottaggio diplomatico
- La Cina supera il Giappone negli istituti multilaterali
- L’Oréal e Dior nel mirino dei consumatori cinesi
- Hui Ka-yan utilizza il patrimonio personale per salvare Evergrande
- Shanghai prima città cinese a regolamentare i giochi di ruolo
- Le Isole Dokdo minano la triplice alleanza tra Giappone, Corea del Sud e Usa
Gli Stati uniti stanno seriamente pensando di boicottare le Olimpiadi invernali di Pechino. A confermarlo è stato per la prima volta Joe Biden in persona che, rispondendo alla stampa, ha chiarito si tratterà nel caso solo di un boicottaggio diplomatico in risposta alle violazioni dei diritti umani oltre la Grande Muraglia: mentre la presenza degli atleti non sembra in discussione, Washington sembra intenzionato a non mandare nessuna delegazione ufficiale. Secondo il WaPo l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare entro fine mese. La rivelazione giunge a pochi giorni dal meeting virtuale tra il presidente americano e l’omologo cinese Xi Jinping. Il faccia a faccia, per quanto non completamente risolutivo, è stato salutato da ambo le parti come un passo importante verso una normalizzazione dei rapporti, minati dalle divergenze commerciali, dal rischio di un decoupling e dal braccio di ferro su Taiwan. Di ieri la notizia di un altro “scambio di ostaggi”. Dopo il caso dei due Michael e dell’CFO di Huawei Meng Wanzhou, il bilaterale tra i due leader è stato anticipato dal rimpatrio del cittadino americano Daniel Hsu, trattenuto in Cina per quattro anni in assenza di accuse formali. In cambio la U.S. Immigration and Customs Enforcement (ICE) ha messo in libertà nove cittadini cinesi, comprese due donne arrestate mentre cercavano di intrufolarsi a Mar-a-Lago, la residenza dell’ex presidente statunitense.
Intanto ieri la Commissione per la revisione dell’economia e della sicurezza Usa-Cina, una commissione bipartisan del Congresso federale statunitense, ha pubblicato il suo rapporto annuale, che sollecita l’adozione di “misure urgenti” per rafforzare la deterrenza statunitense nell’Indo-Pacifico in risposta al rischio di una invasione militare di Taiwan da parte della Cina.
La Cina supera il Giappone negli istituti multilaterali
Con oltre 66 miliardi di dollari sborsati, la Cina ha superato il Giappone diventando il secondo maggior contribuente degli istituti di credito multilaterali – dalla Banca mondiale alle agenzie delle Nazioni Unite – che ogni anno forniscono circa 200 miliardi di dollari in prestiti agevolati ai paesi più poveri. Lo rivela un rapporto del Center for Global Development, secondo il quale, sebbene la Cina attinga a sua volta ai fondi internazionali, il gigante asiatico rappresenta ormai il quinto principale donatore nel quadro delle Nazioni Unite, soprattutto per quanto concerne il Programma alimentare mondiale e all’Organizzazione mondiale della sanità. Questo doppio ruolo – prosegue lo studio – attribuisce a Pechino “una posizione di influenza unica”, nel bene e nel male.
L’Oréal e Dior nel mirino dei consumatori cinesi
I consumatori cinesi sono risentiti dei comportamenti dei marchi francesi l’Oréal e Dior, al centro di due accese controversie infuriate sui social e sui quotidiani cinesi questa settimana. L’Oréal è stata accusata di aver venduto in live-streaming 18,9 miliardi di yuan (2,96 miliardi di dollari) di cosmetici durante il Single’s Day, grazie alle due star del web Li Jiaqi e Viya, riproponendo giorni dopo gli stessi prodotti a un prezzo inferiore sulla sua piattaforma di e-commerce. Li e Viya, due delle live-streamers più seguite in Cina, hanno dichiarato di aver sospeso tutte le collaborazioni con L’Oréal fino a quando la questione non sarà risolta. L’Oréal non è l’unico brand ad aver scatenato l’ira dei consumatori in Cina. Dior è stata tacciata di aver urtato la sensibilità della popolazione cinese per una foto che ritraeva in modo stereotipato una donna asiatica. La foto era parte della Lady Dior exhibition organizzata al West Bund Art Centre in Shanghai. China Women’s News, un giornale gestito dall’organo semi-governativo All-China Women’s Federation, ha detto in un editoriale di mercoledì che sia Dior che il fotografo sono “andati troppo oltre” e che le intenzioni erano evidentemente quelle di “imbruttire le donne cinesi e distorcerne la cultura”. Secondo alcuni osservatori la scelta del fotografo cinese Chen Man di ritrarre “occhi spettrali, volto cupo e un’armatura di chiodi in stile dinastia Qing” perpetua immagini stereotipate e discriminatorie delle donne cinesi. Altri commentatori hanno invece lodato la casa di moda per aver ritratto un soggetto dalla carnagione scura, una chiara dipartita dagli standard di bellezza prevalenti in Cina. Il marchio di lusso francese non ha fatto alcun commento, ma secondo la rivista Business of Fashion la fotografia è stata rimossa dalla mostra.
Hui Ka-yan utilizza il patrimonio personale per salvare Evergrande
Il fondatore di Evergrande, Hui Ka-yan, sta cedendo i suoi beni aziendali e personali per evitare il default dell’azienda. La società deve affrontare 366 milioni di dollari di pagamenti di interessi quest’anno, oltre a evitare di risultare inadempiente davanti ai creditori. Evergrande ha finora evitato il default tre volte pagando in ritardo i suoi debiti, ma ha recentemente raggiunto 300 miliardi di dollari di passività totali, e il recupero potrebbe rivelarsi difficile. Oltre a saldare i pagamenti degli interessi, secondo il South China Morning Post, l’azienda deve anche soldi a migliaia di venditori, società di arredamento, designer e persino agenti immobiliari. Hui Ka-yan ha fatto quindi ricorso alla cessione di beni personali per aumentare la liquidità dell’azienda, vendendo le sue case di lusso e i suoi jet privati.
Shanghai prima città cinese a regolamentare i giochi di ruolo
Shanghai sta vagliando una bozza di regolamento per supervisionare il mercato dell’intrattenimento e limitare i contenuti che mettono in pericolo l’unità nazionale o la moralità pubblica. Molti giovani consumatori in Cina scelgono di passare il tempo libero con giochi immersivi come jubensha, dove ciascun giocatore riveste il ruolo di un personaggio e deve risolvere misteriosi omicidi o svelare altri crimini. Ma questi temi preoccupano le autorità. “Gli scrittori di omicidi erano una volta un gruppo di nicchia a cui piaceva usare la deduzione per risolvere gli omicidi, quindi l’atmosfera coinvolgente di mistero e orrore fa parte di questa sottocultura”, ha detto uno degli sceneggiatori di questi giochi di ruolo, “ma se l’industria vuole crescere, alcuni contenuti non conformi devono essere rimossi”. Anche Meng Yuyang, l’amministratore delegato di una società di giochi di questo tipo con sede a Shanghai, ha detto a Sixth Tone che “è tempo che i leader dell’industria lavorino più attivamente con il governo per raggiungere un accordo su regole di supervisione ragionevoli”. Gli operatori dovranno perciò rettificare le sceneggiature secondo gli standard di accettabilità delle autorità cinesi: sono vietati contenuti che “mettono in pericolo l’unità nazionale, la sovranità, l’integrità territoriale o la sicurezza nazionale” o quelli che “promuovono oscenità, pornografia, gioco d’azzardo, violenza e attività criminali legate alla droga, o istigano al crimine”.
Le Isole Dokdo minano la triplice alleanza tra Giappone, Corea del Sud e Usa
I viceministri degli Esteri del Giappone e della Corea del Sud si sono ritirati da una conferenza stampa con l’omologo statunitense, a causa di divergenze sulle annose dispute territoriali nel Mar cinese meridionale. Il vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman è rimasto il solo a rispondere alle domande dei giornalisti circa il suo recente incontro con il viceministro agli Esteri sudcoreano Choi Jong-kun e il giapponese Takeo Mori, dopo che l’apparizione pubblica è stata disertata per protesta dal funzionario giapponese a causa di una recente visita alle isole contese da parte del capo della polizia sudcoreana. L’arcipelago di isolotti vulcanici conosciuti come Dokdo in Corea e Takeshima in Giappone sono al centro delle rinnovate tensioni diplomatiche tra i due paesi. “Non possiamo assolutamente accettarlo e lo consideriamo estremamente spiacevole, considerando che [le isole] sono chiaramente una parte intrinseca del territorio giapponese, sia in termini di fatti storici che delle leggi internazionali”, ha detto il segretario di gabinetto del Giappone, Hirokazu Matsuno. Le isole sono amministrate dalla Corea del Sud ma rivendicate dal Giappone come parte integrante del suo territorio. La disputa è una delle diverse questioni bilaterali causate dalle politiche imperialiste del Giappone nella penisola coreana, risalenti agli anni Quaranta del secolo scorso. Secondo alcuni analisti, quella del capo della polizia di Seul, Kim Chang-yong, sarebbe stato una mossa strategica in vista delle elezioni politiche. “Il governo sta cercando di aiutare il candidato del Partito Democratico, Lee Jae-myung, perché vuole che prenda il posto del presidente Moon Jae-in e continui le sue politiche”, ha detto un esperto, “penso che abbiano calcolato che l’invio del generale Kim a Takeshima avrebbe scatenato una reazione di rabbia da parte di Tokyo, dei media e del pubblico giapponese, che Moon e Lee avrebbero potuto poi utilizzare per ottenere sostegno nella campagna elettorale”.
A cura di Agnese Ranaldi; ha collaborato Alessandra Colarizi