- Lo “zar dell’economia” He Lifeng confermato direttore della Commissione centrale economica
- Mar cinese meridionale, il Pla respinge corvetta militare filippina
- Guerra in Ucraina, Usa invitano Pechino a usare “influenza” per contenere Mosca e Pyongyang
- Cina, calo degli investimenti diretti esteri per il sesto mese consecutivo
- Stati Uniti, programma di acquisto di frutti di mare giapponesi contro il ban di Pechino
- Hong Kong: incarcerati ex leader studenteschi per incitamento alla violenza contro la polizia
He Lifeng, vice-primo ministro e stretto collaboratore di Xi Jinping, è stato confermato direttore della Commissione centrale per gli affari economici e finanziari del Partito comunista cinese, una delle principali organizzazioni del Pcc presieduta direttamente da Xi. He ha rimpiazzato il predecessore Liu He, 71 anni, che ha lasciato l’incarico per sopraggiunti limiti di età. Secondo South China Morning Post, la notizia attesta la crescente influenza di He nella politica economica del Paese. Lo “zar dell’economia cinese”, come lo hanno definito Reuters e altri osservatori, dovrà lavorare per la riduzione dell’incertezza nei mercati, la gestione della grave crisi immobiliare e il supporto ai governi locali fortemente indebitati. La notizia della promozione di He coincide con l’inizio dei lavori della 6° Conferenza sul lavoro finanziario, evento con cadenza quinquennale che quest’anno viene osservata con particolare attenzione dagli analisti nella prospettiva di un possibile maggiore intervento delle autorità a sostegno della crescita. Proprio oggi l’ufficio nazionale di statistica ha annunciato un inatteso calo del Purchasing Managers’ Index (PMI), (l’indice manifatturiero) sceso a 49,5 nel mese di ottobre. L’indicatore si porta così nuovamente in territorio di contrazione, ovvero ad un valore inferiore alla soglia dei 50 punti.
Mar cinese meridionale, il Pla respinge corvetta militare filippina
Il People’s liberation army (Pla) ha detto di aver bloccato una nave da guerra battente bandiera filippina, che lunedì avrebbe sconfinato nelle acque dell’Isola di Huangyan (nota in inglese come
Secca di Scarborough). È quanto riporta il quotidiano del Partito comunista cinese Global Times, secondo il quale il comando del Teatro meridionale ha mobilitato “forze navali e aeree, tracciato e monitorato, avvertito verbalmente e quindi bloccato e limitato la nave da guerra filippina in conformità con la legge”. Si tratta dell’ennesimo di una lunga serie di episodi di rivendicazione territoriale tra la Cina e i Paesi che affacciano sul Mar cinese meridionale. La corvetta delle Filippine avrebbe “sconfinato illegalmente”, secondo il portavoce del comando competente del Pla Tian Junli, in acque rivendicate da Pechino. Per il colonnello, la mossa è una violazione della sovranità cinese e del diritto internazionale.
Guerra in Ucraina, Usa invitano Pechino a usare “influenza” per contenere Mosca e Pyongyang
Il numero due della Commissione militare centrale (Cmc) cinese, Zhang Youxia, e il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, si sono incontrati lunedì, a margine del 10° Forum Xiangshan di Pechino, per ribadire la cooperazione bilaterale in tema di sicurezza globale. L’obiettivo, secondo Zhang è quello di salvaguardare la stabilità globale. Dall’altra parte dell’Atlantico, Washington ha fatto pressione a Pechino perché interrompa la fornitura di armi nordcoreane a Mosca. Gli inviati speciali di Cina e Usa per la Corea del Nord si sono incontrati per la prima volta in quasi un anno (l’ultima è stata lo scorso dicembre) per affrontare proprio il tema del sostegno militare di Pyongyang a Putin. Gli Stati Uniti hanno invitato Pechino a sfruttare la sua “influenza” sui due vicini per dare un contributo positivo alla fine della guerra in Ucraina.
Stati Uniti, programma di acquisto di frutti di mare giapponesi contro il ban di Pechino
Gli Stati Uniti inizieranno ad acquistare prodotti ittici giapponesi in grandi quantità per le loro forze armate, in risposta alla restrizioni imposte dalla Cina dopo che il governo di Tokyo ha iniziato a rilasciare nell’Oceano Pacifico le acque reflue trattate della centrale nucleare di Fukushima. Lo ha detto l’ambasciatore Usa in Giappone Rahm Emanuel durante un’intervista a Reuters. Emanuel ha specificato che si tratterà di un “contratto a lungo termine tra le forze armate statunitensi e le società di pesca qui in Giappone”. Il primo acquisto ha riguardato poco meno di una tonnellata di capesante, una quantità minima se paragonata alle oltre 100 mila tonnellate esportate in Cina lo scorso anno. Ma l’ambasciatore ha assicurato che l’entità e le tipologie di prodotti cresceranno nel tempo. Ha aggiunto che la misura è il modo migliore per “indebolire la coercizione economica” di Pechino. Interrogato su quanto emerso, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha detto che i diplomatici dovrebbero “promuovere l’amicizia tra i paesi piuttosto che diffamare”.
Cina, calo degli investimenti diretti esteri per il sesto mese consecutivo
Settembre è stato un mese nero per gli investimenti diretti esteri (IDE) cinesi, che secondo il Financial Times sono crollati del 34% su base annua, scendendo a meno di 73 miliardi di yuan (10 miliardi di dollari). Si tratta del calo maggiore da quando il ministero del Commercio cinese ha messo a disposizione i dati su cadenza mensile, nel 2014. Dopo il record annuale registrato nel 2022 (quando gli IDE hanno raggiunto i 189 miliardi di dollari), quest’anno sui numeri pesano le tensioni internazionali che stanno complicando la ripresa economica post-Covid. Nei mesi scorsi Pechino ha smesso di pubblicare i dati mensili sugli investimenti diretti denominati in dollari, fornendoli solo in renminbi, e ha sospeso la diffusione del tasso di disoccupazione giovanile. Malgrado il +15% di gennaio, da maggio gli IDE hanno segnato cali percentuali a doppia cifra. Gli analisti consultati dal FT hanno espresso preoccupazioni per la “fuga di capitali”, segnalando anche che una delle ragioni più rilevanti risiede nell’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, che incentiva le aziende americane a “riportare” nel paese il capitale che circola in Cina. Molte delegazioni imprenditoriali stanno mantenendo un basso profilo, anche alla luce delle richieste da parte dei paesi occidentali di “ridurre i rischi” nelle catene di approvvigionamento.
Hong Kong: incarcerati ex leader studenteschi per incitamento alla violenza contro la polizia
Ieri un tribunale ha condannato quattro ex membri del sindacato studentesco dell’Università di Hong Kong a due anni di carcere per “aver incitato all’odio contro la polizia”. Nell’estate del 2021 gli studenti sono stati arrestati per aver rilasciato una dichiarazione, poi ritirata, in cui commemoravano Leung Kin-fai, il cinquantenne che durante le proteste pro-democrazia aveva accoltellato un poliziotto per poi togliersi la vita. Inizialmente accusati di sostegno al terrorismo ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale, i giovani sono stati poi riconosciuti colpevoli di incitamento alla violenza. Una sentenza necessaria, in quanto secondo la giudice del tribunale distrettuale Adriana Noelle Tse Ching un esito più indulgente “trasmetterebbe un messaggio sbagliato alla società”. Intanto il principale partito pro-democrazia della città, il Democratic Party, è stato escluso dalle elezioni del consiglio distrettuale per non essere riuscito a soddisfare i requisiti. Negli ultimi anni Pechino ha rivisto il processo elettorale hongkonghese: per presentarsi agli 88 seggi, i candidati devono sottoporsi a un rigido processo di nomina e ricevere l’approvazione di almeno nove membri di tre comitati nominati dal governo all’interno della loro circoscrizione elettorale. Le ultime elezioni, tenutesi nel 2019 al culmine delle massicce proteste contro l’ingerenza cinese negli affari locali, si sono concluse con una vittoria schiacciante dei partiti pro-democrazia.
Di Agnese Ranaldi e Vittoria Mazzieri; ha collaborato Alessandra Colarizi