La nostra rassegna quotidiana
Un nuovo inizio tra le due Coree
La prima volta di un leader nordcoreano oltre la linea di demarcazione che separa le due Coree è “l’inizio” di una nuova era nei rapporti tra Seul e Pyongyang. Questo il senso del messaggio lasciato da Kim Jong Un sul libro degli ospiti della Casa della Pace nel villaggio demilitarizzato di Panmunjom, dopo la stretta di mano con il presidente sudcoreano Moon Jae In. Lo storico incontro è il terzo tra leader dei due Paesi e il primo in 11 anni. Ogni dettaglio è stato attentamente studiato, ma non sono mancati siparietti non organizzati, come l’invito di Kim a Moon di varcare a sua volta la linea tra le due Coree per passare Nord. “Siamo molto interessati a tenere summit regolari”, ha chiarito il capo dello staff del presidente sudcoreano, “potrebbe contribuire a gestire una serie di questioni importanti”. Oltre a discutere di denuclearizzazione, Seul potrebbe proporre l’istituzione di un ufficio di contatto a Panmunjom, dove funzionari delle due Coreee possono lavorare fianco a fianco, come già avvenuto tra il 2005 e il 2010 nel complesso industriale di Kaesong.
I Warmbier denunciano Kim
Quando mancavano poche ore allo storico summit inter-coreano di Panmunjon e in attesa dell’incontro tra il leader nordcoreano e Donal Trump, la famiglia Warmbier ha denunciato Kim Jong Un per la morte del figlio Otto. Secondo quanto riporta il Washington Post la causa si scaglia contro “il regime canaglia” di Pyongyang accusato di aver preso in ostaggio lo studente, di averlo torturato e ucciso. I genitori di Warmbier vogliono quindi giustizia, sostenuti anche dalla Casa Bianca.
Otto Warmbier fu arrestato nel 2016 durante un viaggio in Corea del Nord per aver rubato un poster di propaganda. Fermato all’imbarco in aereo è stato detenuto per 17 mesi. In coma morirà pochi giorni dopo essere stato riportato negli Stati Uniti.
Washington stringe ancora sulla cooperazione economica con gli Usa
Non soltanto acquisizioni e investimenti. Il governo statunitense sembra interessato anche a una stretta sulle collaborazioni informali e partnership tra aziende Usa e cinesi, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale, dei semiconduttori e delle auto a guida autonoma. L’amministrazione Trump intende evitare trasferimenti di tecnologia a scapito delle aziende statunitensi, mentre da parte del Congresso sono a più riprese arrivati allarmi sui rischi per la sicurezza nazionale. La misura è ancora allo studio, non è quindi ancora certo se Washington agirà in tal senso. I segnali delle ultime settimane vanno però in questa direzione con le sanzioni comminate al colosso delle telecomunicazione Zte, cui le imprese Usa non potranno vendere componentistica per sette anni, fino alla recente aperture di un’indagine su Huawei, per la fornitura di tecnologia all’Iran.