wuhan

In Cina e Asia – Nuove proteste dei pensionati a Wuhan

In Notizie Brevi by Serena Console

  • Nuove proteste dei pensionati a Wuhan
  • Anche il Giappone denuncia la rilevazione di oggetti volanti cinesi
  • I dissidenti cinesi spariscono da Twitter
  • Perquisite le sedi indiane della Bbc
  • La figlia di Kim Jong-un apparirà su una serie di nuovi francobolli
Nuove proteste dei pensionati a Wuhan

Lo avevano promesso e lo hanno fatto. I pensionati di Wuhan sono scesi nuovamente in strada per manifestare contro la riforma dell’assicurazione sanitaria. Nei filmati e foto, circolate online prima della scure della censura, si vede un nutrito gruppo di persone fuori dal Parco Zhongshan di Wuhan, a poca distanza dagli uffici governativi della città, scandire slogan e canzoni patriottiche, nonostante una forte presenza della polizia. Le manifestazioni che ci sono state ieri a Wuhan sono il secondo capitolo di una mobilitazione popolare che probabilmente durerà e si rafforzerà nel tempo. La settimana scorsa, come vi avevamo raccontato, migliaia di pensionati hanno manifestato davanti agli uffici del governo municipale di Wuhan per i tagli alle prestazioni mediche. In caso di mancata risposta delle autorità, avevano promesso gli organizzatori, ci sarebbero stati nuovi raduni per il 15 febbraio. Il malcontento tuttavia non si palesa solo a Wuhan. Anche i pensionati di Dalian e della città meridionale di Guangzhou hanno protestato per le modifiche alla copertura medica, dopo aver scoperto un netto taglio delle detrazioni sulle spese mediche. Le autorità sanitarie cinesi tuttavia non sembrano voler fare un passo indietro, sostenendo che la misura economica, che varierà da provincia a provincia, porterà a più servizi medici ambulatoriali. Le proteste anticipano di poche settimane le lianghui, le due sessioni, dove vengono presentate nuove politiche fiscali.

I dissidenti cinesi spariscono da Twitter

L’algoritmo di Twitter aiuta i censori cinesi? Secondo le testimonianze rilasciate al New York Times di alcuni attivisti cinesi, il social network ora nelle mani di Elon Musk sembra aver limitato le visualizzazioni di alcuni video che mostravano le proteste dei giovani cinesi contro le misure anti-covid dello scorso autunno. È quanto accaduto a Bao Pu, un attivista per i diritti umani originario di Hong Kong, che ha raccontato alla testata statunitense come i suoi post pubblicati su Twitter non comparissero nel feed dei suoi followers. Ma ad altri è andata anche peggio. Negli ultimi mesi, è stato impossibile raggiungere gli account di diversi importanti attivisti cinesi. Inoltre, i profili di tre dei dissidenti sono stati sospesi senza preavviso e ripristinati solo dopo che questi ultimi hanno presentato ricorso al social network. Il problema è emerso da quando Musk ha assunto il comando di Twitter che operato controverse scelte dirigenziali. Il miliardario statunitense ha infatti ridotto la forza lavoro del social network a circa 2.200 dipendenti da 7.500, avendo così meno persone disponibili per supervisionare i filtri antispam dell’azienda, gestire le domande degli utenti sugli account e la moderazione dei contenuti per i post in lingue diversa dall’inglese, come il cinese. Ciò ha portato a problemi su tutta la piattaforma a livello globale. Le voci dei dissidenti cinesi che usano Twitter attraverso VPN (il social è inaccessibile dalla Cina) sono state quindi silenziate in un momento politico cruciale. E ciò è accaduto nonostante Musk abbia promosso a più riprese la libertà di parola sulla piattaforma e una lotta contro la disinformazione.

Anche il Giappone denuncia la rilevazione di oggetti volanti cinesi

La guerra dei palloni “erranti” si allarga e coinvolge più protagonisti. Dopo le rivelazioni di ieri del Washington Post, secondo cui le incursione degli aerostati cinesi nello spazio aereo statunitense continentale forse non erano intenzionali, la Cina punta il dito contro gli Usa. Pechino infatti ha accusato Washington di avere sorvolato, con propri palloni spia, i territori dello Xinjiang e del Tibet, a partire dal maggio 2021, data a cui Pechino fa risalire l’inizio dell’invio di palloni spia statunitensi nello spazio aereo cinese. Attraverso le parole del portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, il gigante asiatico ha minacciato di adottare contromisure nei confronti di aziende statunitensi “che danneggiano la sovranità e la sicurezza della Cina”, in risposta alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti la scorsa settimana a cinque aziende e un istituto di ricerca cinesi per il caso del pallone spia.

Anche il Giappone denuncia, per la prima volta, di aver individuato, tra il 2019 e il 2021, tre oggetti volanti non identificati sopra il proprio territorio, che si sospetta possano essere palloni spia cinesi come quello abbattuto dagli Stati Uniti all’inizio di febbraio. Affermazioni che, però, non vengono sostenute da prove. Il Giappone ha tuttavia chiesto alla Cina “di confermare i fatti relativi a questa vicenda attraverso i canali diplomatici” e ha “esortato con forza” il paese vicino “a non ripetere una simile situazione in futuro”, secondo le fonti della Difesa nipponica. Lo stesso dicastero sta prendendo in considerazione la possibilità di una revisione normativa, per permettere un intervento armato delle forze di autodifesa giapponesi (Sdf) per abbattere palloni aerostatici provenienti da paesi stranieri che entrano illegittimamente nello spazio aereo nipponico. La Cina, tuttavia, invita Giappone e Corea del Sud a moderare i toni e smettere così di seguire la posizione degli Stati Uniti sulla questione del pallone spia.

Perquisite le sedi indiane della Bbc

Continua per il secondo giorno consecutivo l’indagine delle autorità fiscali indiane negli uffici della Bbc di New Delhi e Mumbai con una tempistica tutt’altro che casuale. Gli agenti del fisco stanno setacciando le sedi indiane dell’emittente britannica nell’ambito di un’indagine su una presunta evasione fiscale, che riguarderebbe il pagamento delle tasse internazionali da parte di società collegate alla Bbc. Gli impiegati e giornalisti sono stati allontanati dai loro uffici, mentre alcuni dei loro telefoni e computer sono stati clonati dagli investigatori.

La perquisizione ha suscitato accese reazioni nel paese, con l’opposizione che denuncia come l’indagine sia stata lanciata a poche settimane di distanza dalla messa in onda di un documentario critico nei confronti del primo ministro Narendra Modi, dal titolo “India: the Modi question”, andato in onda il 17 gennaio nel Regno Unito. Il governo indiano ha tentato in tutti i modi di censurare la messa in onda del docufilm, ma ha dovuto fare i conti con la tenacia e determinazione di gruppi di studenti universitari che hanno organizzato diversi eventi per proiettare il documentario. Ma di cosa parla il filmato che tanto fa adirare il premier ultrainduista? Il lavoro è incentrato sulle responsabilità di Modi nell’uccisione di centinaia di musulmani durante gli scontri avvenuti nel 2002 nello stato indiano del Gujarat, di cui al tempo era governatore.

La figlia di Kim Jong-un apparirà su una serie di nuovi francobolli

Il volto della figlia di Kim Jong-un apparirà su una serie di nuovi francobolli di propaganda che saranno emessi domani. Secondo gli esperti è l’ennesimo segnale che la ragazza è destinata a diventare l’erede del dittatore di Pyongyang. Kim Ju-ae, questo il nome della ragazza che dovrebbe avere tra i 12 e i 14 anni, sarà raffigurata su cinque francobolli della serie dedicata al lancio di prova di un missile balistico intercontinentale avvenuto lo scorso novembre, durante il quale Kim apparve per la prima volta in pubblico con la ragazzina. Per altri osservatori è ancora troppo presto per ipotizzare, visto che Kim Jong-un è ancora giovane e il nome di sua figlia non è mai stato annunciato ufficialmente. I media statali nordcoreani, che non hanno mai menzionato i figli di Kim per anni, in occasione si sono limitati a definirla “l’amata figlia” senza nominarla ufficialmente.

A cura di Serena Console