In Cina e Asia – Niente dopolavoro per i generali cinesi

In by Gabriele Battaglia

Pechino prende di mira i locali frequentati dai generali dell’esercito per soffocare le reti della corruzione. Le importazioni cinesi scendono per l’undicesimo mese consecutivo. Giro di vite sul commercio illegale di fauna selvatica. Arresti in seguito alle proteste contro un inceneritore in Guangdong. La giornalista cinese Gao Yu avrebbe avuto un infarto durante la sua detenzione. Tensione Tokyo-Pechino sui documenti riguardanti lo stupro di Nanchino inseriti nelle liste dei beni intangibili dell’Unesco. CINA – Niente dopolavoro per i generali

Pechino prende di mira i locali frequentati dai generali dell’Esercito Popolare di Liberazione, per soffocare le reti di corruzione che affliggono l’efficienza dell’esercito più grande del mondo.
La frequentazione di club alla moda era diventata un’abitudine degli alti graduati, ma c’è il sospetto che, dietro al paravento del relax post lavorativo, si nascondano relazioni illecite o frequentazioni ideologiche non fedeli alla linea. Fuori dall’orario di servizio, è fatto quindi divieto ai graduati con stellette di frequentare qualsiasi organizzazione non strettamente sotto controllo del governo e di far parte di associazioni culturali indipendenti.
Il presidente Xi Jinping ha fatto della lotta alla corruzione nelle forze armate una priorità assoluta. Bisogna che l’esercito sia totalmente fedele al Partito Comunista.

CINA – Giù le importazioni

Il valore delle importazioni cinesi è sceso per l’undicesimo mese consecutivo a settembre, crollando del 20 per cento rispetto a un anno fa. Alla radice, il calo dei prezzi delle materie prime e la debolezza della domanda. I dati, ufficiali, rappresentano un’ulteriore pressione sulla leadership di Pechino affinché si prodighi maggiormente per allontanare lo spettro di un rallentamento economico più netto. L’export è invece calato meno del previsto. Persistono le preoccupazioni ma c’è abbastanza consenso tra gli analisti nell’escludere un cosiddetto “hard landing” per l’economia cinese.

CINA – Giro di vite anti trafficanti di fauna selvatica

Primi effetti dell’accordo di Washington – tra Cina e Usa – contro il traffico di avorio e di prodotti animali illegali. La polizia di Pechino ha annunciato di avere sgominato la più grande banda di trafficanti di “fauna selvatica” e di avere sequestrato prodotti per un valore di oltre 24 milioni di yuan (3,8 milioni di dollari Usa): tra questi, oltre 800 chilogrammi di avorio, 11 di corni di rinoceronte e 35 zampe di orso. Hong Kong è il maggior hub del commercio internazionale di avorio, che va soprattutto in Cina continentale.

CINA – Arresti per proteste contro inceneritore

Undici persone sono state arrestate dopo una sommossa provocata dalle proteste contro un inceneritore nel sud della Cina. Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Yangchun, nel Guangdong, contro il progetto di costruzione di un impianto di smaltimento dei rifiuti. Le proteste sarebbero poi divenute violente e le autorità cittadine dichiarano ora di aver dovuto procedere gli arresti per ristabilire l’ordine. Nelle foto postate online si vede un poliziotto sbattuto a terra dai dimostranti e un’auto capovolta e in fiamme. Ogni anno, la Cina assiste a centinaia di migliaia di “incidenti di massa” e quelli di carattere ambientale sono in costante aumento.

CINA – Gao Yu sta male?

Avrebbe avuto un infarto e sarebbe in pericolo di vita. La giornalista cinese 70enne Gao Yu, detenuta con l’accusa di avere diffuso nel 2014 il "documento numero 9" del Partito comunista e il cui processo d’appello è stato più volte rimandato, avrebbe grossi problemi di salute, secondo quanto riporta Radio Free Asia citando uno dei suoi avvocati.
Gao è stata condannata ad aprile a sette anni per "divulgazione di segreti di Stato all’estero", ma lei ha ripetutamente negato di avere violato la legge cinese, dicendo che la sua "confessione" televisiva, su cui si basa l’accusa, le è stata estorta.

GIAPPONE – Proteste ufficiali contro i documenti su Nanchino all’UNESCO, Tokyo minaccia la sospensione dei finanziamenti

Cina e Giappone non trovano un accordo sulla storia. Uno dei funzionari di più alto grado del governo giapponese, Shotaro Yachi, segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale di Tokyo, ha presentato le proteste ufficiali del suo governo al consigliere di Stato cinese Yang Jiechi sull’inserimento di alcuni documenti sul massacro di Nanchino nelle liste dell’Unesco. Il diplomatico giapponese ha fatto sapere che i due paesi hanno "visioni" diverse della storia ma si è augurato un nuovo corso nelle relazioni bilaterali tra le due principali economie asiatiche. La posizione del governo conservatore di Tokyo sul massacro di Nanchino del 1937 è oggetto di critica da parte di Cina e Corea: tra i ministri dell’esecutivo di Tokyo non sono pochi i negazionisti (compreso il premier Abe). Nei giorni scorsi Tokyo — uno dei principali finanziatori dell’Onu — ha fatto sapere di essere pronta a sospendere i finanziamenti all’organismo culturale delle Nazioni Unite. 

[Foto credit: news.xinhuanet.com]