In Cina e Asia – Wuhan unica città dello Hubei a riportare nuovi casi

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia, nessuna città dello Hubei – eccetto Wuhan – ha riportato nuovi casi nelle scorse 24 ore. Ma sono ancora 126 i contagi registrati nella città capoluogo. Le province in cui non sono state rilevate altre infezioni cominciano a pianificare la riapertura delle scuole. Fuori dallo Hubei sono stati riportati solo 17 nuovi casi, di cui 16 importati dall’estero. Le buone notizie vengono tuttavia offuscate dall’aumento delle ricadute tra i pazienti dimessi dopo il risultato negativo dei test. A preoccupare è soprattutto la morte di un 36enne avvenuta durante i 14 giorni di quarantena imposti a chi lascia l’ospedale. Alcune strutture sanitarie hanno pertanto deciso di interrompere le dimissioni in attesa di modificare la procedura per il rilascio dei malati. [fonte: Reuters, Global Times]

“Nuove infrastrutture” per rilanciare l’economia cinese

5G, data center, e infrastrutture tradizionali. E’ questa la ricetta con cui Pechino punta a rilanciare l’economia nazionale una volta sconfitto il coronavirus. A riferirlo e nientemeno che Xi Jinping reduce dall’ennesimo meeting del comitato permanente del politburo, il ghota della politica cinese. Secondo il presidente è necessario che le “nuove infrastrutture” affianchino “progetti chiave e costruzione di grandi opere già incluse nei piani statali”, come l’ampliamento della linea ferroviaria ad alta velocità. I dati ufficiali relativi ai mesi di gennaio e febbraio fanno presagire tempi duri per l’economia e non è escluso che il paese sperimenti la prima contrazione dal 1976. Quella degli investimenti infrastrutturali è una carta che il governo comunista ha già giocato in passato per attutire il colpo di coda della crisi finanziaria internazionale. E’ servita a sostenere la crescita ma continua a pesare sul bilancio dei governi locali, pesantemente indebitati. Questa volta – rassicura Xi – andrà diversamente: “dobbiamo scegliere bene i progetti su cui investire. Dobbiamo cercare di stimolare l’entusiasmo per gli investimenti privati”.Secondo stime di Guotai Junan Securities, la tecnologia per la comunicazione di prossima generazione attrarrà capitali per quasi 29 miliardi di dollari nel 2020. Una cifra che nei prossimi otto anni salirà a 216 miliardi.

Intanto, per facilitare la ripresa il ministero dell’Ambiente ha annunciato che sospenderà le ispezioni nelle aziende con emissioni basse o coinvolte nella produzione di materiali utili nella guerra contro il virus. Verranno stilati “elenchi positivi” per imprese e progetti con le qualifiche necessarie a ricevere sostegno. I settori in questione comprendono l’agricoltura, il food & beverage, la manutenzione delle infrastrutture pubbliche e le forniture di carburante. [fonte: SCMP, Reuters]

Coronavirus: la Cina travolta da montagne di rifiuti sanitari

Ora che i numeri dei contagi sono tornado sotto controllo, c’è chi già cominica a preoccuparsi degli effetti collaterali della guerra contro il virus. Quello della gestione delle montagne di rifuti sanitari generati dall’inizio della crisi è tra i problemi più imminenti. Secondo i media cinesi, il 24 febbraio la Wuhan ha prodotto oltre 200 tonnellate di scarti circa il doppio delle 109 tonnellate accumulate appena cinque giorni prima. Ben più delle 50 tonnellate giornaliere che è in grado di trattare l’unica struttura dedicata allo smaltimento dei rifiuti sanitari presente in città. Coronavirus a parte, si tratta di una questione a lungo sottovalutata. Secondo la Xinhua nel 2015 solo il 31% delle 629.000 tonnellate di rifiuti sanitari è stato smaltito correttamente. Il problema sta nella mancanza di standard specifici. Il governo cinese promette la costruzione di nuovi impianti, ma trattandosi per lo più di inceneritori – nocivi per la salute e per l’ambiente – , c’è il rischio che la soluzione a un problema finisca per crearne un altro. Solo lo scorso luglio migliaia di persone sono scese per le strade di Wuhan in segno di protesta contro la costruzione di una struttura per lo smaltimento dei rifiuti progettata in prossimità dell’abitato. [fonte: SCMP]

Il coronavirus e le disparità regionali

L’epidemia di coronavirus sta portando allo scoperto le tante spine nel fianco del Dragone. Dalle lacune del sistema sanitario ai meccanismi farraginosi della burocrazia. Il tutto condito da storie personali spesso tragiche. Tema non nuovo ma tornato di attualità è anche quello delle disparità regionali, riportato alla luce in questi giorni di sperimentazione tecnologica. Telelavoro e e-learning hanno permesso a molti cinesi di adempiere ai propri impegni quotidiani pur rimanendo sotto quarantena. Ma non a tutti. Secondo Abacus, sebbene 854 milioni di persone abbiano accesso a internet, in alcune zone del paese la connessione non è ingrado di supportare le lunghe sessioni via streaming. C’è chi, tornato nel villaggio nativo per il Capodanno, ha dovuto condividere il cellulare con i genitori per poter partecipare alle lezioni online. Con costi pribitivi per molte famiglie, sebbene in alcuni casi gli istituti abbiano contribuito alle spese. Il Global Times racconta di come giorni fa una ragazzina dello Hunan abbia tentato il suicidio per non essere riuscita a connettersi in tempo per la lezione dal momento che i genitori non potevano permettersi più di uno smart per tre figli. [fonte: Abacus]

Corea del Sud: il coronavirus riapre il dibattito sulla privacy

La crisi coronavirus si sta rivelando un banco di prova per la tutela della privacy in molti paesi asiatici. Il tema è tornato di particolare attualità in Corea del Sud, dove le autorità stanno saccheggiando la vita privata dei cittadini per aggiornare i connazionali sulla diffusione dell’epidemia. Ogni giorno alert attraverso messaggi di testo informano gli utenti nel dettaglio di ora, luogo e circostanza in cui è stato rilevato un nuovo contagio. Con tale precisione da compormettere persino le relazioni interpersonali scoperchiando scappatelle e mandando in rovina attività commerciali. Da quando nel 2015, la Corea del Sud è stata criticata per come ha gestito la Mers, le autorità hanno rimesso mano alle leggi nazionali per acquisire maggiori poteri durante le investigazioni. Quel che non raccontano spontaneamente i cittadini viene ricavato con l’utilizzo di GPS e apparati di sorveglianza. Un brutto colpo per una società ossessionata dalla reputazione [fonte: BBC, The daily beast]

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