I titoli di oggi:
- Morto improvvisamente l’ex premier cinese Li Keqiang
- Cina-Usa: Wang Yi incontra Blinken
- Cina e Russia pronte a “rafforzare la cooperazione verso una nuova era” delle relazioni bilaterali
- Cina: il Partito rafforza il controllo sul settore finanziario e sul flusso di dati
- La Cina sta accelerando la sostituzione della tecnologia occidentale con quella prodotta “in casa”
- Bloomberg: i chip del Mate 60 Pro di Huawei sono stati prodotti con macchinari dell’olandese ASML
L’ex premier cinese Li Keqiang è morto. Lo hanno riferito nelle prime ore di stamattina i media statali aggiungendo che il decesso – avvenuto a Shanghai poco dopo la mezzanotte del 27 ottobre – è da attribuirsi a un arresto cardiaco. Non è ancora stata annunciata la data dei funerali. La scomparsa di Li, 68 anni, giunge in un momento complicato per il Partito, a pochi giorni dalla rimozione del ministro delle Difesa Li Shangfu e dell’ex ministro degli Esteri Qin Gang dalla carica di consigliere di Stato. Sui social cinesi la morte improvvisa è stata ricordata con alcune frasi celebri dell’ex primo ministro noto per le inclinazioni “populiste” e pro-mercato. Qualcuno è andato oltre, sfruttando il decesso per esprimere la propria disapprovazione nei confronti del presidente Xi Jinping e della deriva autoritaria impressa negli ultimi dieci anni al potere. “Sfortunatamente non è toccato a te”, è il titolo di una canzone diventata virale su Weibo. In passato il decesso dei leader cinesi più riformisti si è trasformato spesso nell’innesco di proteste popolari. Li tuttavia – per quanto considerato più liberale di Xi – non ha mai preso posizioni esplicitamente contrarie alla linea ufficiale.
Cina-Usa: Wang Yi incontra Blinken
Stati Uniti e Cina sono “in disaccordo” su molte questioni, ma hanno anche “importanti interessi in comune, e sfide internazionali da affrontare insieme”. Lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri Wang Yi incontrando a Washington l’omologo americano Antony Blinken. “Per questo motivo, dobbiamo approfondire il nostro dialogo e fare in modo di comprendere una vicenda”, ha aggiunto il ministro che ha ha auspicato di riuscire a “stabilizzare il nostro rapporto, riportandolo sulla strada di uno sviluppo sano e sostenibile”. La visita di Wang a Washington potrebbe anticipare un incontro tra i presidenti Joe Biden e Xi Jinping il mese prossimo a San Francisco, in occasione del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC). Nulla in proposito è stato riferito dopo il colloquio, che proseguirà in giornata. Il ministro degli Esteri dovrebbe incontrare anche il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e – secondo Reuters – Biden in persona.
Intanto giovedì l’esercito degli Stati Uniti ha affermato che un jet cinese J-11 si è avvicinato pericolosamente a 3 metri da un bombardiere statunitense all’inizio di questa settimana mentre sorvolava sul Mar Cinese Meridionale nello spazio aereo internazionale.
Cina e Russia pronte a “rafforzare la cooperazione verso una nuova era” delle relazioni bilaterali
La Cina è intenzionata a “rafforzare la cooperazione” con la Russia e a “portare avanti il partenariato strategico globale verso una nuova era”. Lo ha dichiarato il premier cinese, Li Qiang, al suo omologo russo Mikhail Mishustin. I due si sono incontrati al 22° meeting tra i capi di governo dei paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), che si è tenuto mercoledì a Bishkek, in Kirghizistan. Come riportato dal Global Times, Li e Mishustin hanno confermato quanto detto recentemente dai rispettivi presidenti, Xi Jinping e Vladimir Putin, parlando di una più intensa collaborazione in diversi settori. Da quello commerciale al settore energetico, passando anche per maggiori scambi sul piano culturale e dell’educazione. La cooperazione politica verrà approfondita anche tramite “meccanismi multilaterali come SCO e BRICS”, ha detto Mishustin, mentre Li ha sottolineato che il rapporto tra Cina e Russia “non è rivolto a terze parti e non sarà danneggiato da terze parti”.
Il premier cinese ha inoltre chiesto a Kirghizistan e Uzbekistan di accelerare i tempi per la realizzazione della linea ferroviaria internazionale (lunga 454 km) che dovrà collegare la Cina ai due paesi. Il progetto sarebbe dovuto partire questo autunno, ricorda il Nikkei, ma è stato rimandato perché non c’è accordo sulla spartizione dei costi. La ferrovia dovrebbe costare tra i 3 e i 6 miliardi di dollari.
Cina: il Partito rafforza il controllo sul settore finanziario e sul flusso di dati
Annunciata da Xi Jinping lo scorso marzo, la rinascita della Commissione centrale per il lavoro finanziario (abolita dal 2003) permetterà al Partito di rafforzare il controllo sul settore finanziario. Malgrado non funzioni ancora a pieno ritmo, il Financial Times ha riportato che la Commissione è impegnata in sforzi di reclutamento: il Partito sta assumendo circa 100 funzionari in vista della Conferenza nazionale sul lavoro finanziario, un incontro quinquennale che stabilisce l’agenda per gli anni a venire e i cui lavori inizieranno lunedì prossimo. Tra le persone scelte per il nuovo incarico figurerebbero quadri di partito degli attuali organi di controllo finanziario dello stato, come la People’s Bank of China, il ministero delle Finanze e l’Amministrazione nazionale per la regolamentazione finanziaria. L’accentramento del controllo, oltre che indebolire gli organi statali, potrebbe velocizzare il Partito nel far fronte a importanti sfide attuali, ad esempio riducendo la leva finanziaria del settore immobiliare e sostenendo le finanze dei governi locali indebitati.
Pechino sta prendendo misure anche per procedere con la regolamentazione del flusso di dati. Lo scorso mercoledì è stata inaugurata l’Amministrazione nazionale dei dati. In tale occasione il vicepremier cinese e membro del comitato permanente dell’Ufficio politico del Comitato centrale del PCC, Ding Xuexiang, ha evidenziato la necessità di fare progressi nella costruzione di istituzioni fondamentali legate ai dati. Ha aggiunto che serve coordinare l’integrazione tra l’economia digitale e reale, visto il ruolo imprescindibile dei dati nel potenziamento dello sviluppo economico e sociale.
La Cina sta accelerando la sostituzione della tecnologia occidentale con quella prodotta “in casa”
Pechino sta cercando di velocizzare la sostituzione di tecnologia occidentale con alternative prodotte in Cina. Lo riporta Reuters, che ha messo insieme dati e pareri di esperti che dimostrerebbero il tentativo cinese di affrancarsi rapidamente dai prodotti occidentali. Secondo un database del ministero delle Finanze cinese, per esempio, negli ultimi 12 mesi il numero di gare d’appalto di imprese statali, enti governativi ed enti militari per aggiornare il proprio comparto tecnologico è raddoppiato rispetto all’anno precedente (235 contro 119). E si tratta solo di una frazione di tutti i bandi a livello nazionale. Per ora lo sforzo riguarderebbe principalmente il settore informatico, ma è probabile, secondo Reuters, che in futuro Pechino possa fare lo stesso con tutto il sistema bancario, delle telecomunicazioni e dei pagamenti digitali, che oggi si reggono principalmente su database occidentali. Tra chi ci sta guadagnando maggiormente figura Huawei, i cui profitti sono aumentati del 30% nel 2022. Al momento, però, pensare a una completa sostituzione della tecnologia occidentale è difficile: le aziende cinesi non sono ancora in grado produrre chip di fascia alta a 3 o 2 nanometri.
Bloomberg: i chip del Mate 60 Pro di Huawei sono stati prodotti con macchinari dell’olandese ASML
Secondo Bloomberg, la Semiconductor Manufacturing International Corp. (SMIC) avrebbe utilizzato i macchinari dell’olandese ASML per produrre i chip a 7 nanometri montati sull’ultimo modello di smartphone di Huawei, il Mate 60 Pro. E questo sarebbe avvenuto nonostante l’azienda olandese abbia rispettato le restrizioni alle esportazioni in Cina che i Paesi Bassi hanno adottato in estate, accodandosi agli Stati Uniti. ASML fabbrica macchinari necessari alla realizzazione dei chip. Ha il monopolio dei sistemi di litografia a ultravioletta estrema (EUV), i più avanzati e mai venduti in Cina, e fornisce anche i sistemi di litografia a ultravioletta profonda (DUV), che potranno invece essere venduti nella Repubblica popolare fino a gennaio 2024. I DUV sono utilizzati per la realizzazione di chip di fascia bassa ma, secondo alcuni esperti del settore, SMIC potrebbe aver riadattato i macchinari per produrre i chip a 7 nanometri del Mate 60 Pro. È un procedimento ritenuto possibile se attuato in combinazione con sistemi di altre aziende, ma più costoso e difficile rispetto all’utilizzo degli EUV (il che limiterebbe la possibilità di produrre su larga scala). In vista del divieto a partire dal 2024, negli ultimi mesi le aziende cinesi hanno aumentato di molto l’importazione dei macchinari DUV da ASML, tanto che le nuove restrizioni americane alle esportazioni di tecnologia per la produzione di chip in Cina limiteranno anche la vendita dei più recenti sistemi DUV.
Intanto nella giornata di ieri gli Stati Uniti hanno reso noto che prorogheranno indefinitamente le deroghe concesse ai produttori di chip sudcoreani e taiwanesi per continuare a fornire la tecnologia statunitense ai loro stabilimenti in Cina. Washington punta tuttavia a un orizzonte temporale di circa cinque anni per ottenere la separazione completa dalla Cina delle catene di approvvigionamento statunitensi nel settore dei semiconduttori. La deroga concessa ai colossi del settore di Taiwan e della Corea del Sud sarebbe dovuta scadere questo mese, un anno dopo il varo delle prime restrizioni all’export verso la Cina di tecnologie e macchinari decretate da Washington. Gli Usa hanno preso atto però dei rischi sistemici insiti in un approccio troppo affrettato alla sfida del disaccoppiamento tecnologico dalla Cina, e ora l’orizzonte temporale di governo e aziende private è di circa cinque anni.
A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi