I titoli di oggi:
- Morto l’ex premier giapponese Shinzo Abe
- Li Keqiang chiede di rafforzare la sicurezza informatica
- La riunificazione con Taiwan funzionale alla rinascita nazionale cinese
- L’EIA avverte: solare globale troppo dipendente dalla Cina
- Corea del Nord: Kim tiene conferenza sulla disciplina dei funzionari
L’ex premier giapponese Shinzo Abe è stato dichiarato morto a causa dei colpi di arma da fuoco che lo hanno raggiunto mentre stava pronunciando un discorso in strada a Nara, davanti alla stazione Yamato-Saidaiji della ferrovia Kintetsu, in vista delle elezioni politiche per il rinnovo della Camera alta. La notizia, riferita dall’emittente pubblica nipponica Nhk e dall’agenzia stampa Jiji, ha scosso l’intero paese e suscitato reazioni da parte dei leader internazionali. Il 67enne è deceduto all’ospedale della città di Kashihara, nella regione di Nara, dove stava ricevendo cure mediche dopo l’attentato. L’attacco è avvenuto stamattina a Nara, città vicino Kyoto, dove l’ex premier stava tenendo un comizio in previsione delle imminenti elezioni della Camera alta. Seigo Yasuhara, un funzionario del centro di comando municipale dei vigili del fuoco, ha affermato che Abe è entrato in arresto cardiopolmonare ed è stato portato in ospedale con un elicottero di evacuazione medica. La polizia ha già arrestato un sospetto: Tetsuya Yamagami, 41 anni, ex membro della marina nipponica. L’uomo ha dichiarato di essere scontento nei confronti di Abe e di volerlo uccidere. L’aggressione è stata duramente condannata dal premier Fumio Kishida che ha definito l’accaduto “deplorevole” e “barbaro”, mentre il ministero degli Esteri cinesi si è detto “scioccato” apprendendo la notizia. La stampa statale si sta invece concentrando sui possibili risvolti politici di quanto avvenuto. Secondo il nazionalista Global Times, considerato il ruolo di Abe nell’involuzione della linea pacifista giapponese, l’attacco spingerà la destra conservatrice verso posizioni anche più oltranziste. Il sentimento a prevalere sui social cinesi è invece di vero compiacimento: “la gente della provincia dello Shaanxi si congratula di cuore per questo”, recita un commento su Weibo.
Li Keqiang chiede di rafforzare la sicurezza informatica
Il Consiglio di Stato cinese ha chiesto un impegno maggiore per garantire la sicurezza informatica dei cittadini cinesi, dopo aver subito uno dei cyber-attacchi più gravi nella storia del Paese. Questa settimana, alcuni hacker anonimi hanno dichiarato di aver rubato i dati di un miliardo di persone dopo aver violato un database del Ministero della Pubblica Sicurezza di Shanghai per un valore di oltre 23 terabyte di informazioni. L’evento ha allarmato le autorità nazionali, lasciando emergere le falle dell’industria tecnologica nella protezione dati e della sicurezza informatica. A questo proposito, nella giornata di ieri il premier Li Keqiang ha sottolineato la necessità di migliorare le disposizioni di gestione della sicurezza, proteggere le informazioni personali, la privacy e la riservatezza commerciale. Secondo Kendra Schaefer, partner della società di consulenza Trivium China, la reazione di Pechino è comprensibile: “è particolarmente imbarazzante per un ente governativo essere la fonte della più grande violazione di dati conosciuta nella storia della Cina, soprattutto in un momento in cui la sicurezza dei dati è diventata una delle principali priorità politiche della Cina”. Il tema della sicurezza informatica è un punto cruciale dell’agenda politica di Xi Jinping, che ha da tempo individuato nella gestione dei dati il vettore per rafforzare il controllo della società cinese e guidare lo sviluppo della più grande economia dell’Asia orientale.
La riunificazione con Taiwan funzionale alla rinascita nazionale cinese
Il responsabile dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan, Liu Jieyi, ha dichiarato che la “riunificazione” tra Cina continentale e l’isola di Taiwan rientra nella strategia per il “ringiovamento nazionale”. In un articolo pubblicato giovedì dal Quotidiano del Popolo, il funzionario ha affermato che la minaccia delle “forze indipendentiste di Taiwan” è il più grande ostacolo ai piani di Pechino, e ha promesso che la spinta centrifuga di queste forze e delle interferenze straniere verrà duramente repressa. Anche se Pechino non promette di rinunciare all’impiego della forza, se necessario, la strategia cinese nei confronti di Taiwan resterà comunque fedele ai principi di “riunificazione pacifica” e “un Paese, due sistemi” – ha sottolineato Liu Jieyi.
Nel frattempo, resta alta l’attenzione sulle relazioni intra-Stretto, con le critiche mosse da alcuni funzionari cinesi nei confronti dei legami sempre più stretti tra Washington e Taipei, che comprenderebbero anche la vendita di attrezzature di difesa. Zhang Wensheng, vicedirettore dell’Istituto di ricerca su Taiwan dell’Università di Xiamen, ha dichiarato che le osservazioni di Liu indicano che Pechino non ha mai smesso di perseguire la linea della “riunificazione”, e lavora pazientemente per conquistare il cuore e le menti della popolazione del territorio autogovernato. Proprio stamattina l’esercito cinese ha reso nota la conclusione di un’esercitazione aerea che ha incluso il superamento dela linea mediana dello Stretto. Una mossa non frequente, sebbene ci siano dei precedenti.
L’EIA avverte: solare globale troppo dipendente dalla Cina
Il dominio cinese sul mercato globale dei pannelli solari rischia di aumentare la vulnerabilità della catena del valore globale nel settore dell’energia rinnovabile. Secondo un rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, negli ultimi decenni la capacità produttiva di pannelli solari, un tempo concentrata in Giappone, Europa e Stati Uniti, è passata nelle mani della Cina, che detiene ora una quota di mercato superiore all’80%. La politica industriale di Pechino, infatti, ha fatto perno sulla stimolazione della domanda interna, che ha favorito lo sviluppo esponenziale di questo settore, oggi considerato strategico nell’agenda economica del governo. Nel 2021 il valore totale del commercio globale legato al fotovoltaico è aumentato di oltre il 70% rispetto all’anno precedente, superando i 40 miliardi di dollari.
Anche se il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol, ha affermato che “il mondo dovrebbe essere grato alla Cina” per il suo contributo nella diffusione di energia pulita, il rapporto mette in guardia gli altri attori dell’economia integrata dal consolidarsi del monopolio cinese nella produzione di pannelli solari. Secondo i prospetti pubblicati nella ricerca, il settore mondiale “dipenderà quasi completamente dalla Cina” fino al 2025, rappresentando così una “notevole vulnerabilità” per l’intera catena di approvvigionamento.
Corea del Nord: Kim tiene conferenza sulla disciplina dei funzionari
Il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha convocato una conferenza “senza precedenti” per consolidare il potere organizzativo e ideologico del Partito dei Lavoratori della Corea e rafforzare il suo controllo sulla società. L’evento si è concentrato sulla branca del “Party Life Guidance” (PLG), un apparato di potenti organizzazioni che monitora e controlla la fedeltà dei funzionari e dei membri del Partito in tutto il Paese, organizzando sessioni di autocritica e di consolidamento della disciplina individuale. Pyongyang è alle prese con una serie di crisi: a partire da quella sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19, fino ad arrivare a quelle economica e climatica. Secondo quanto ha dichiarato l’agenzia di stampa statale KCNA, in questo clima di incertezza e instabilità, Kim Jong-un ha paragonato le PLG a un “vaso sanguigno e una ghiandola nervosa” che collega saldamente le organizzazioni politiche con il Comitato Centrale e con l’asse principale per l’attuazione delle idee e delle politiche del Partito.
Secondo gli esperti, il leader nordcoreano è solito organizzare questo tipo di eventi per tenere sotto controllo l’immagine del Partito agli occhi della popolazione e irrobustire la disciplina interna in modo che la condotta individuale non entri in contrasto con gli interessi della leadership. L’irreggimentazione e il disciplinamento politico riguardano tanto i membri del Partito quanto il resto della società nordcoreana: la presa del Partito dei Lavoratori di Corea sul tessuto sociale è stata ulteriormente rafforzata attraverso le restrizioni dettate dalla crisi sanitaria, che hanno causato un inasprimento del profilo autoritario di Pyongyang.
A cura di Agnese Ranaldi; ha collaborato Alessandra Colarizi
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Laureata in Relazioni internazionali e poi in China&Global studies, si interessa di ambiente, giustizia sociale e femminismi con un focus su Cina e Sud-est asiatico. Su China Files cura la rubrica “Banbiantian” sulla giustizia di genere in Asia orientale. A volte è anche su La Stampa, il manifesto, Associazione Italia-Asean.