La nostra consueta rassegna da Cina e Asia
Il neopresidente sudcoreano Moon andrà anche a Pyongyang se ci saranno le condizioni
Il neopresidente sudcoreano Moon Jae-in, uscito martedì vincitore dalle urne, ha dichiarato la sua intenzione di lavorare per la pace nella regione recandosi in visita diplomatica a Washington, Tokyo, Pechino e perfino, se vi saranno le condizioni, Pyongyang. Moon vuole inoltre ridiscutere con Washington, ma soprattutto con Pechino, da sempre contraria all’impianto e che ha negli ultimi mesi avviato un boicottaggio commerciale nei confronti di Seul, l’utilizzo del sistema antimissilistico americano Terminal High Altitude Area Defense (Thaad). Moon, figlio di immigrati nordcoreani scappati a Sud durante la guerra del 1950–53 e cresciuto in povertà, ha fatto del dialogo e dell’allentamento delle tensioni nella regione la pietra angolare della sua campagna elettorale. Ma le sue promesse si scontreranno molto presto con la realtà. L’alleanza militare con gli Stati Uniti, principale protettore militare della Corea del Sud, è un nodo impegnativo da sciogliere: oltre al Thaad sono oltre 28mila i soldati americani stazionati a sud del 38esimo parallelo.
Thaad, «a buon fine» le esercitazioni missilistiche cinesi
E mentre Pechino saluta il nuovo presidente sudcoreano annunciando, per bocca del suo leader Xi Jinping, di essere pronta a trattare per risolvere le dispute in essere e ricostruire un rapporto di fiducia e comprensione reciproca, a pochi chilometri dalla costa coreana l’esercito cinese testa un nuovo tipo di missile. L’annuncio è arrivato a sorpresa nella mattinata di mercoledì. «Le unità missilistiche dell’Esercito di liberazione popolare — si legge — hanno testato un nuovo tipo di missile da qualche parte nel mare di Bohai — il golfo tra costa orientale della Cina e costa occidentale della penisola coreana — raggiungendo i risultati sperati». Per gli osservatori è un avvertimento diretto a Corea del Sud e Stati Uniti in reazione all’installazione del sistema antimissilistico Thaad. L’annuncio arriva infatti a un mese di distanza dall’annuncio del ministero della Difesa cinese di esercitazioni militari a salvaguardia del territorio cinese in risposta al Thaad. Inoltre, secondo altri, di mezzo ci sarebbero le esercitazioni a guida americana nel Mar del Giappone che coinvolgono due portaerei Usa, la Carl Vinson e la Ronald Reagan, marina sudcoreana e Forze di Autodifesa giapponesi.
Cina, 10mila borse di studio per gli studenti dei paesi della «Belt and Road»
Diecimila studenti all’anno: è questa la quota che il governo di Pechino intende raggiungere a partire da quest’anno grazie a un programma di borse di studio indirizzate ai paesi della «Belt and Road» — quelli cioè attraversati dalle principali vie commerciali terrestri e marittime che dalla Cina arrivano fino in Medio Oriente e in Europa, seguendo l’antico tracciato della Via della Seta. Gli studenti — in gran parte provenienti da paesi in via di sviluppo — impareranno non solo la lingua, ma partecipando a programmi di istruzione in aree specifiche come l’economia, l’energia e la medicina. I vantaggi, almeno sulla carta, saranno sia per gli studenti stranieri sia per la Cina. Da una parte gli studenti importeranno in patria nuove conoscenze ed esperienze. Dall’altra la Cina potrà avvantaggiarsi di una rete di individui appartenenti alle elite nei paesi interessati dal programma. Vantaggi diplomatici, dunque, ma anche dal punto di vista della tanto desiderata internazionalizzazione del sistema universitario locale.
Causeway Bay riaprirà. Ma a Taiwan
«Un simbolo di resistenza». Così Lam Wing-kee vede la sua decisione di aprire una nuova libreria specializzata in libri critici nei confronti del regime cinese e considerati «sensibili» dalle autorità pechinesi, nei prossimi mesi a Taiwan. Lam ha ricevuto l’appoggio del presidente dell’associazione degli scrittori cinesi in esilio, il dissidente Bei Ling, e di un anonimo gruppo pro-democrazia hongkonghese che gli fornirà assistenza finanziaria. Lam, editore 62enne originario di Hong Kong, è stato rapito nel 2015 dalle forze di sicurezza cinesi e tenuto in custodia per otto mesi. Per quel periodo di lui non si ebbero notizie. Insieme a lui sparirono gli altri cinque soci della libreria Causeway Bay. Quattro di loro sono stati rilasciati, mentre uno, cittadino svedese, rimane detenuto in Cina. Dei suoi colleghi Lam è stato l’unico a parlare della propria esperienza e a spiegare che a Hong Kong non ci sono più le garanzie per continuare il proprio lavoro: troppo forti le ingerenze di Pechino.
Lo smog cinese copre il Giappone centro-meridionale
Livelli di allerta dei PM 2.5, particelle inquinanti dell’aria dannose per l’uomo, nel Giappone centro-meridionale. Si tratta di una nube tossica che i venti provenienti dall’Asia Centrale stanno spingendo dalle città della costa orientale della Cina e che sta coprendo in queste ore alcune zone del paese arcipelago e grandi città come Fukuoka. Qui il governo municipale ha diramato un allarme per gli abitanti: «uscite con una mascherina». Nonostante i livelli di concentrazione di Pm 2.5 stiano tornando nella normalità, la popolazione locale è spaventata: negli ultimi giorni infatti, «tutto era coperto come da nebbia, fa bruciare gli occhi e tossire. Nessuno sa come risolvere questo problema», ha spiegato una residente locale.