I titoli della rassegna di oggi:
– Maxitruffa elettorale scatena una bufera sulla Cina nordorientale
– Cina: la promettente industria dei veicoli elettrici compromessa da scandalo su sussidi
– Myanmar: Prima trasferta americana della ministra Aung San Suu Kyi negli States
– Il manifatturiero cinese vuole lavoratori giovani e donne
– Le Filippine si apprestano a cementare rapporti militari con Cina e RussiaMaxitruffa elettorale scatena una bufera sulla Cina nordorientale
45 membri dell’Assemblea nazionale del popolo del Liaoning sono stati deposti dai loro incarico per una maxitruffa elettorale. Le operazioni dell’organo legislativo provinciale sono state sospese perla prima volta dal 1949 dopo che oltre la metà dei membri del Comitato permanente sono stati sospesi, rendendo impossibile il raggiungimento del quorum. La frode rientra in un più ampio scandalo collegato all’arresto dell’ex capo del partito locale Wang Min, (che ha servito anche nello standing committee incriminato), alla vigilia della riunione annuale della Anp; la formalizzazione delle accuse comprendeva quella di corruzione sia nelle elezioni dei membri dell’Assemblea legislativa, sia nella promozione dei funzionari governativi. Stando all’agenzia di stampa statale Xinhua, tutte e 523 le persone coinvolte nella vendita delle cariche sono state destituite.
Un caso simile si era già verificato tre anni fa, quando 518 dei 527 deputati della città di Hengyang, nello Hunan, sono stati costretti a dare le dimissioni per aver accettato 110 milioni di yuan di pagamenti illeciti.
Cina: la promettente industria dei veicoli elettrici compromessa da scandalo su sussidi
ll ministero delle Finanze cinese ha annunciato che cinque produttori sono stati multati per la raccolta fraudolenta di oltre 1 miliardo di yuan (120 milioni di dollari) in sussidi statali. Secondo la stampa cinesi, che cita fonti non identificate del settore, un’altra ventina di aziende potrebbe essere nei guai. 90 sono le società sotto già sotto indagine, sebbene non sia chiaro se verranno perseguiti anche i rispettivi manager. L’inchiesta getta ombre su un settore a cui – insieme al solare e a all’eolico- Pechino guarda per consolidare la propria leadership globale. Grazie all’appoggio economico del governo, lo scorso anno la Cina ha superato gli Usa per unità vendute, diventando il primo mercato mondiale di veicolo elettrici.
Myanmar: Prima trasferta americana della ministra Aung San Suu Kyi negli States
Comincia oggi la visita di Aung San Suu Kyi negli Usa, la prima da ministra nonché leader de facto del Paese dei pavoni; l’ultima sotto l’amministrazione Obama, durante la quale le relazioni bilaterali hanno compiuto importanti passi avanti. Nel mese di marzo sono state abolite parte delle sanzioni – imposte negli anni ’90 per punire le violazioni sui diritti umani perpetrate dalla giunta militare- con lo scopo di creare terreno fertile per gli investimenti esteri nel paese. Il ravvicinamento tra i due paesi impensierisce non poco Pechino, che negli ultimi anni ha perso il ruolo di partner commerciale esclusivo, vedendo naufragare alcuni progetti strategici. E’ proprio con lo scopo di tranquillizzare il vicino asiatico e ribilanciare il rapporto con i due partner che nel mese di agosto Suu Kyi si era recata in Cina, prima ancora che negli States. La premio Nobel incontrerà tra gli altri Obama, il vicepresidente Joe Biden, il segretario di Stato John Kerry e alcuni membri del Congresso.
Le Filippine si apprestano a cementare rapporti militari con Cina e Russia
Il presidente filippino Rodrigo Duterte riafferma la propria intenzione di allentare il cordone ombelicale che lega il paese del Sudest asiatico agli Stati Uniti e rivela l’intenzione di ricorrere all’aiuto di Russia e Cina per implementare la sicurezza nazionale nella regione meridionale di Mindanao, infestata dai ribelli islamici e trafficanti di droga. Nella giornata di martedì, arringando l’esercito, Duterte ha affermato che Pechino e Mosca hanno accettato di fornire alle Filippine un prestito agevolato – restituibile in 20-25 anni- per l’acquisto di equipaggiamento militare; tecnici delle forze armate filippine si recheranno nei due paesi «per valutare cosa è meglio» . Sinora, Il 75 per cento dell’import bellico filippino è «made in Usa».
L’annuncio arriva dopo una serie di dure prese di posizione nei confronti del vecchio alleato americano condite da insulti diretti al presidente Obama. Ma dietro il linguaggio colorito del «Giustiziere», si nasconde verosimilmente l’intenzione di intraprendere una politica estera indipendente. Duterte ha dichiarato che sospenderà i pattugliamenti navali nel Mar cinese meridionale per non provocare Pechino, uscito sconfitto dall’arbitrato internazionale a cui aveva ricorso l’ex presidente filippino Beningo Aquino III.
Il manifatturiero cinese vuole lavoratori giovani e donne
Il rallentamento della crescita e il conseguente ribilanciamento verso il settore terziario ha portato il mercato del lavoro del manifatturiero alle dinamiche pre-stimoli. Nel delta del fiume delle Perle gli annunci di assunzione sono diretti ad under 35 e preferibilmente di sesso femminile, un’inversione rispetto agli anni del miracolo cinese, quando le fabbriche accettavano di buon grado anche lavoratori maschi fino a 50 anni. Il fatto è che mentre la riduzione degli ordini porta alla chiusura di molti impianti, quelli che sopravvivono optano per una riduzione selettiva del personale per arginare i costi. In tempi di scioperi e proteste, l’assunzione di una donna, per natura tendenzialmente meno bellicosa, viene considerata un’opzione preferibile. Una tendenza che metterà a dura prova l’assorbimento dei 270 milioni di lavoratori migranti, di cui nel 2015 l’età media era di 38,6 anni.