I titoli di oggi:
- Mar Cinese meridionale, la Cina dà maggiori poteri alla guardia costiera
- Gli Usa ammoniscono la Cina per la cooperazione con la Russia
- Intelligence Usa: “La Cina non ha influenzato elezioni americane del 2020 e non vuole farlo nel 2024”
- Myanmar, la giunta incontra i vertici ASEAN a Naypyitaw
- Vietnam, si dimette la quinta funzionaria più importante del Partito Comunista
- Corea del Nord, per la prima volta in dieci anni tornano i ritratti di Marx e Lenin
Il governo cinese ha pubblicato un nuovo regolamento per ampliare i poteri della propria guardia costiera in relazione alle detenzioni amministrative. Come riportato dal South China Morning Post, dal 15 giugno (giorno in cui entrerà in vigore la norma) la guardia costiera cinese potrà trattenere per un massimo di 60 giorni chi è sospettato di aver oltrepassato illegalmente la frontiera. Le nuove misure si inseriscono nel contesto di tensione nel mar Cinese meridionale tra Cina e Filippine, e non è chiaro se Pechino avrà intenzione di applicarle anche ai territori contesi con Manila e con altri paesi della regione (Malaysia, Vietnam, Brunei, e in parte Indonesia).
Tra il 15 e 16 maggio, intanto, Manila ha portato a termine con successo una missione civile di rifornimento per i pescatori filippini che si trovano all’atollo di Scarborough, una delle secche che rientra nella Zona economica esclusiva delle Filippine ma che la Cina rivendica come parte del proprio territorio. La missione, a cui hanno partecipato un paio di piccole flotte, è stata definita una “grande vittoria” dai portavoce del gruppo Atin Ito (si traduce come “Questo è nostro”), le cui navi sono riuscite a superare i blocchi della guardia costiera cinese, che stava circondando l’atollo con alcune imbarcazioni. Pechino ha commentato dicendo a Manila di non approfittare della “buona volontà” cinese.
Gli Usa ammoniscono la Cina per la cooperazione con la Russia
In collegamento video con Li Bin, Generale maggiore della Commissione militare centrale cinese, l’assistente segretario alla Difesa per gli affari di sicurezza dell’Indo-Pacifico, Ely Ratner, ha espresso “seria preoccupazione” per la crescente cooperazione tra Pechino e Mosca. Secondo il comunicato del Dipartimento della Difesa Usa, il funzionario statunitense ha anche sottolineato l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione sulla difesa. Pressioni da Ratner anche in merito all’escalation di tensione tra Cina e Filippine (il cui ultimo caso ha visto Manila accusare Pechino di voler costruire un’isola artificiale in una secca delle contese Isole Spratly). L’ammonimento di Washington sui rapporti tra Xi Jinping e Putin giunge mentre il capo del Cremlino si trova in visita nella Repubblica popolare. Nelle ultime settimane a preoccupare gli Stati Uniti ha contribuito quanto emerso dalla direttrice dell’intelligence Avril Haines, che il 2 maggio scorso durante un’audizione della Commissione per i Servizi Armati del Senato ha dichiarato che la Cina è favorevole a una collaborazione con la Russia e che, pur non avendo fornito armi letali, ha permesso la “ricostituzione” dell’esercito russo.
Intelligence Usa: “La Cina non ha influenzato elezioni americane del 2020 e non vuole farlo nel 2024”
La Cina non ha cercato di influenzare le elezioni americane del 2020 e nulla suggerisce che voglia farlo con quelle del 2024. Lo ha dichiarato Avril Haines, direttrice dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, durante una testimonianza alla commissione intelligence del senato americano. Secondo Haines, Pechino è dotata di un “sofisticato apparato di influenza” per operazioni di disinformazione online tramite deepfake e altre tecnologie a intelligenza artificiale, ma non sembra intenzionata a usarlo per timore delle conseguenze che ne deriverebbero nel caso Washington lo scoprisse. Haines, riporta il South China Morning Post, ha comunque detto che operazioni cinesi di questo tipo sono state rilevate in Canada, Australia e a Taiwan, come sosteneva un report di Microsoft. Secondo fonti della CNN, che ha citato alcuni anonimi funzionari americani, il governo cinese e quello iraniano avevano preparato deepfake audio e video per diffondere disinformazione durante la campagna elettorale americana del 2020, senza però mai pubblicarli. Comunque, non si sono registrate prove di un coordinamento tra Pechino e Teheran.
Myanmar, la giunta incontra i vertici ASEAN a Naypyitaw
Il 15 maggio, a Naypyitaw, il leader della giunta militare birmana Min Aung Hlaing ha incontrato alcuni alti funzionari dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), tra cui l’inviato speciale per il Myanmar Alounkeo Kitthikoun e il segretario generale dell’associazione, Kao Kim Hourn. I colloqui sono arrivati a distanza di quattro mesi dal primo viaggio di Alounkeo nel paese, lo scorso gennaio. Secondo Global New Light of Myanmar, media controllato dell’esercito birmano, le parti hanno discusso delle condizioni sulla base delle quali il Myanmar potrà partecipare agli incontri dell’ASEAN, oltre che di questioni logistiche legate all’invio nel paese di aiuti umanitari. In questi anni la giunta militare è sempre stata esclusa dagli incontri del blocco, ma ha inviato un rappresentante non politico ad assistere alla riunione tra ministri degli Esteri a gennaio 2024. Intanto, la guerra in Myanmar continua a fare vittime civili.
Vietnam, si dimette la quinta funzionaria più importante del Partito Comunista
I vertici del Partito Comunista del Vietnam (CPV) continuano a cadere uno dopo l’altro. Il 16 maggio si è dimessa la quinta funzionaria per importanza all’interno del partito, Truong Thi Mai, dopo essere stata accusata di “violazioni e mancanze” dalla Commissione di ispezione centrale per la sua condotta durante lo scorso mandato (2016-2021). È probabile che anche lei sia finita sotto indagine per corruzione. Come riportato da Reuters, Mai era l’unica donna nel Politburo del CPV ed era anche membro permanente del segretariato del comitato centrale, il più alto organo esecutivo del partito. Le dimissioni di Mai seguono quelle del presidente della repubblica Vo Van Thuong e del presidente dell’Assemblea Nazionale, Vuong Din Hue, tutte arrivate a partire dalla fine di marzo e sempre legate alla campagna anti-corruzione. Si era parlato di Truong anche come di una possibile candidata alla presidenza della repubblica. Per ovviare alla carenza di personale, il 16 maggio il comitato centrale ha eletto 4 nuovi componenti del Politburo, che ora conta 16 membri (c’è di nuovo una donna) rispetto ai canonici 18.
Corea del Nord, per la prima volta in dieci anni tornano i ritratti di Marx e Lenin
Dopo oltre dieci anni i ritratti di Marx e Lenin sono tornati a comparire nelle foto ufficiali di Kim Jong Un. Lo riporta NK News, che allega le fotografie della visita compiuta il 16 maggio dal leader nordcoreano al nuovo campus per la formazione dei quadri del Partito del Lavoro di Corea. Sullo sfondo, appesi alla facciata dell’edificio, si vedono due grandi ritratti di Karl Marx e Vladimir Lenin. Pare sia la prima volta che compaiono dopo che nel 2012 le autorità di Pyongyang hanno preso misure volte a rimuovere i simboli del comunismo a favore dell’ideologia unica, il culto della personalità della famiglia Kim (il Kimilsungismo-Kimjongilismo, dai nomi del nonno e del padre dell’attuale leader). La mossa dimostra la volontà di richiamare il marxismo-leninismo all’interno del canone propagandistico del paese, per reprimere l’influenza straniera e le pratiche “antisocialiste“.
A cura di Francesco Mattogno e Vittoria Mazzieri