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In Cina e Asia – L’interesse di Putin per i mercati asiatici

In Notizie Brevi by Serena Console

I titoli di oggi:

  • L’interesse di Putin per i mercati asiatici
  • Ancora arresti e condanne a Hong Kong
  • L’iPhone14 è meno cinese dei vecchi modelli di Apple
  • Huawei svela il nuovo smartphone con connessione satellitare

Nel giorno in cui la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, si è detta favorevole all’introduzione del price cap al gas russo, il leader del Cremlino Vladimir Putin ha incontrato a Vladivostok Li Zhanshu, presidente del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo cinese, per rafforzare la relazione economica con il gigante asiatico. Il funzionario numero 3 di Pechino è stato ricevuto da Putin all’Eastern Economic Forum, appuntamento annuale che si tiene per incoraggiare gli investimenti stranieri nella regione. Il faccia a faccia con l’alto funzionare di Pechino, il primo a lasciare la Cina da quando il governo ha chiuso le frontiere per la pandemia di Covid-19, è stata l’occasione ghiotta per dare linfa vitale all’economia russa.

Per Putin, Russia e Cina potrebbero presto arrivare ad un interscambio commerciale pari a 200 miliardi di dollari all’anno, dai 140 fin qui realizzati. Il mercato cinese appare sempre più appetibile per Mosca, anche se in prospettiva: nel 2021, le esportazioni di gas russo alla Cina hanno raggiunto quota 16,5 miliardi di metri cubi. Per bocca di Li, la Cina ha condannato le sanzioni unilaterali imposte a Mosca, riproponendo un mantra caro a Pechino. Il numero 3 del Pcc si è congratulato con Putin per aver assicurato la ‘resilienza’ dell’economia russa, nonostante le sanzioni, e ha esortato il leader del Cremlino a rafforzare la cooperazione energetica tra Pechino e Mosca.

Tra i due giganti, ha però ribadito Li, non nascerà un’alleanza (tema ampiamente affrontato nel nostro 10° ebook tematico CINA – RUSSIA). Il leader del Cremlino, che bacchetta l’occidente per i tentativi “falliti” di isolare la Russia, guarda all’Asia per trovare nuovi mercati e sostituire quelli persi a causa delle sanzioni occidentali. E lo fa stringendo la mano al leader della giunta birmana Min Aung Hlaing, anche lui ospite Vladivostok in quella che è la sua seconda trasferta in Russia a distanza di pochi mesi. Il generale birmano non ha lesinato elogi per Putin, definito “un leader mondiale che controlla la stabilità in tutto il mondo”, riconoscendo vantaggi economici per Naypyidaw nella relazione con la Russia. Il Myanmar ha infatti iniziato ad acquistare prodotti petroliferi russi ed è pronto a pagare per le consegne in rubli.

Putin ha incontrato anche il primo ministro della Mongolia, Luvsannamsrai Oyun-Erdene, mentre il premier indiano Narendra Modi e il suo omologo malese Ismail Sabri Yaakob si sono limitati a inviare un video-messaggio. Con il premier mongolo, Putin si è assicurato la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2 che attraverserà il territorio mongolo per portare il gas russo alla Cina. Un traguardo preannunciato che probabilmente sarà celebrato con un brindisi tra Putin e Xi a margine del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), in programma il 15 e 16 settembre. La conferma del primo viaggio di Xi all’estero dall’inizio della pandemia arriva proprio dal leader russo, che ha precisato come il presidente cinese parteciperà anche a un summit a tre con il loro omologo mongolo Ukhnaagiin Khurelsukh.

Ancora arresti e condanne a Hong Kong

Duro colpo all’editoria e alla libertà di stampa a Hong Kong. Nella giornata di ieri, il presidente del sindacato dei giornalisti di Hong Kong, Ronson Chan, con un passato nella testata ormai chiusa Stand News, è stato arrestato con l’accusa di disordini e di ostruzione alle forze dell’ordine. Stando a quanto riporta la stampa locale, la polizia avrebbe chiesto a Chan di mostrare i documenti, mentre si trovava al MacPherson Stadium di Hong Kong per un evento organizzato dai residenti di un gruppo di case popolari. L’arresto è scattato quando Chan si sarebbe rifiutato di assecondare la richiesta nonostante ripetuti avvertimenti.

Chan era già nel mirino delle autorità per le indagini su Stand News, costretto a chiudere alla fine di dicembre del 2021, dopo un blitz delle forze dell’ordine del Dipartimento della Sicurezza Nazionale di Hong Kong e l’arresto di sette dipendenti in base alla legge sulla sicurezza nazionale. Da giugno Chan aveva iniziato il suo secondo mandato come presidente dell’associazione e avrebbe dovuto lasciare l’ex colonia britannica a ottobre per sei mesi, per partecipare a un programma di studi di giornalismo del Reuters Instititute presso la Oxford University.

La giornata a Hong Kong è stata caratterizzata da un altro provvedimento draconiano. Cinque membri dell’Unione generale dei logopedisti di Hong Kong, che avevano prodotto quattro libricini illustrati per spiegare ai bambini, attraverso i personaggi di pecore e lupi, il movimento per la democrazia di Hong Kong, sono stati giudicati colpevoli di “sedizione“. Il giudice Kwok Wai Kin ha infatti riconosciuto colpevoli i cinque logopedisti, già in prigione da un anno, di “cospirazione per stampare, pubblicare, vendere, offrire in vendita, distribuire, esporre o riprodurre una pubblicazione sediziosa”, rispolverando così una legge di epoca coloniale. Durante il processo, i pubblici ministeri hanno sostenuto che i libri contenevano “sentimenti anti-cinesi” e avevano lo scopo di “incitare i lettori all’odio contro le autorità della terraferma”; hanno anche sostenuto che i libri avevano lo scopo di incoraggiare gli abitanti di Hong Kong a discriminare i “cinesi della terraferma che vivono a Hong Kong”. Dal canto suo, la difesa ha sostenuto che il reato di sedizione è vago e che ogni lettore dovrebbe poter prendere una decisione su ciò che rappresentano i personaggi nei libri.

L’iPhone14 è meno cinese dei vecchi modelli di Apple

Il lancio del nuovo gioiello tecnologico di Apple non ha deluso le aspettative degli amanti della ‘mela morsicata’. L’iPhone 14 è stato svelato in un evento globale ieri 7 settembre: con il consueto clamore, il gigante Usa ha presentato tutte le novità tecnologiche dello smartphone di ultima generazione. Quello su cui Apple ha taciuto è il luogo in cui il nuovo telefonino è stato prodotto. Dopo anni di assemblaggio in Cina, è arrivata una svolta storica nella politica dell’azienda di Cupertino. Apple ha deciso di spostare parte della produzione del nuovo iPhone14 – ma anche di altri prodotti, come iPad, AirPods, MacBook e Apple Watch – dal gigante asiatico in India e in Vietnam. Nel corso degli ultimi anni, Apple ha riconosciuto i vantaggi di produrre i suoi prodotti in Cina: forza lavoro a basso costo, rapido ed eccellente sviluppo tecnologico e produzione in loco di componenti fondamentali per l’assemblaggio di smartphone e computer. Il gigante cinese è divenuto nel tempo cruciale per la catena di approvvigionamento di Apple.

Il colosso tecnologico statunitense ha però dovuto fare i conti con la richiesta di un maggior salario da parte degli operai, riconoscimento delle competenze degli ingegneri, nonché della chiusura delle frontiere e sospensione delle attività produttive a causa della politica Zero-Covid. Apple, come già fatto nel 2020 per la produzione di AirPods che ora sono Made in Vietnam, ha indirizzato la sua produzione nel sud-est asiatico, dovendo mantenere un legame con la Cina per la fornitura di componentistica. Secondo uno studio di Yuqing Xing, professore di economia del National Graduate Institute for Policy Studies di Tokyo, i componenti forniti dai produttori cinesi rappresentano oltre il 25% del valore di un iPhone. Per Apple è troppo presto dislocare l’intera catena produttiva fuori dalla Cina. La supply chain cinese, nonostante gli sviluppi indiani e vietnamiti in termine di produzione di componentistica, è al momento insostituibile.

Huawei svela il nuovo smartphone con connessione satellitare

Huawei, il competitor di Apple, non resta a guardare il lancio dell’iPhone 14 da parte dell’azienda di Cupertino. Un giorno prima dell’evento di Apple ‘Far Out’, il colosso di Shenzhen ha lanciato in Cina gli smartphone della serie Mate 50, capaci di connettersi con il sistema di navigazione satellitare globale cinese BeiDou. I telefonini di nuova generazione di Huawei però non dispongono della connessione mobile 5G, a causa delle sanzioni statunitensi che limitano l’accesso dell’azienda ai semiconduttori avanzati. Anche se gli smartphone della serie Mate 50 hanno una connessione mobile 4G al posto di un accesso alla rete 5G più veloce, possono vantare di sfruttare i satelliti messi a disposizione dai vari partner per inviare e, all’occasione, ricevere messaggi da ogni parte del mondo, anche in assenza di segnale mobile.

La posta in gioco è però alta per Huawei, in precedenza il più grande fornitore di smartphone della Cina. Il colosso di Shenzhen mira a mantenere una posizione rilevante nel più grande mercato di telefoni cellulari del mondo, e rispondere alla concorrenza, alla guerra in Ucraina e alla sospensione delle attività produttive in Cina a causa della politica Zero-Covid. Il mercato cinese degli smartphone ha subito una contrazione del 14,7% nel secondo trimestre di quest’anno. Il mercato è stato guidato dal marchio spin-off di Huawei Honor con una quota del 19,5%, mentre la società con sede a Shenzhen è uscita dalla top five durante lo stesso periodo.

A cura di Serena Console