I titoli di oggi:
- Li Qiang in Europa tra tensioni e distensioni
- Giappone e Ucraina firmano l’accordo per la ricostruzione post-bellica
- Giappone, Pechino chiede attenzione sul caso del cittadino cinese arrestato per spionaggio industriale
- Myanmar, la Thailandia sotto accusa per i tentativi di reinserire i leader militari nel dialogo Asean
- I chip giapponesi continuano a raggiungere la Russia nonostante le sanzioni
- Cambiamenti climatici, l’Himalaya pronto a perdere il 75% dei ghiacciai entro il 2100
Li Qiang in Europa tra tensioni e distensioni
Li Qiang ha raggiunto l’Unione Europea in quello che è il suo primo viaggio di stato fuori dai confini della Repubblica popolare. L’agenda del premier cinese, che si fermerà in Germania e Francia, è ricca di appuntamenti: visite a poli industriali, grandi aziende e – infine – il forum Onu a Parigi per il New Global Financing Pact, una serie di proposte di riforma del sistema finanziario internazionale. La trasferta di Li arriva dopo la visita in Cina del cancelliere tedesco Olaf Scholz che a novembre ha riaperto il dialogo con la Cina e promesso collaborazione sul fronte delle nuove tecnologie, della transizione energetica e intelligenza artificiale. Nella giornata di lunedì 19 giugno il premier ha incontrato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e, come riporta il Quotidiano del popolo, ha evidenziato che “non esiste alcun evidente conflitto d’interesse tra le due parti, i due paesi hanno delle basi solide sulle quali lavorare nel segno della collaborazione e dello sviluppo reciproci”.
Da Bruxelles, nel frattempo, giungono alcuni segnali di tensione sul piano economico: martedì 20 la Commissione annuncerà il lancio della European Economic Security Strategy, un piano che prevede di ridurre i rischi e la fuga di know-how negli investimenti in uscita dall’Ue. Il documento – visto da Politico – non menziona esplicitamente la Cina, ma fa riferimento a quella strategia di “de-risking” citata spesso dai leader europei in riferimento ai rischi derivanti dall’interdipendenza con la Repubblica popolare. Dal lato tedesco arriva però una rassicurazione nei confronti del partner cinese: “Abbiamo fatto tutta una serie di leggi con le quali possiamo garantire la sicurezza della nostra economia”, ha dichiarato Scholz in un evento organizzato dall’associazione industriale Bdi a Berlino. “È chiaro che ora non dovremmo sottoporre l’intero processo di esportazione a un’indagine da parte delle autorità statali“.
Il viaggio di Li Qiang non è l’unico a comparire nell’agenda degli incontri di alto livello di questa settimana: il primo ministro sudcoreano Yoon Seuk-Yeol si trova a Parigi per promuovere, tra le altre cose, la candidatura di Busan all’Expo 2030. Successivamente, il leader raggiungerà il Vietnam insieme a una delegazione di 205 imprenditori. Nel frattempo, il premier indiano Narendra Modi sta volando gli Stati Uniti per negoziare una serie di accordi per l’accesso di Nuova Delhi ad alcune tecnologie chiave raramente condivise da Washington.
Giappone e Ucraina firmano l’accordo per la ricostruzione post-bellica
Lunedì 19 giugno il ministro giapponese per la Riscostruzione Watanabe Hiromichi ha incontrato il ministro ucraino alle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov. I due hanno firmato un patto per la ricostruzione dell’Ucraina che comprende lo scambio di personale e know-how, portando l’expertise post-Fukushima nel progetto di ricostruzione delle case e delle infrastrutture colpite dal conflitto.
Giappone, Pechino chiede attenzione sul caso del cittadino cinese arrestato per spionaggio industriale
Il ministero degli Esteri cinese si è espresso intorno all’arresto, avvenuto in Giappone, del ricercatore Quan Hengdao. L’uomo, in detenzione da giovedì 15 giugno, è accusato di spionaggio industriale per conto di un’azienda cinese. Si tratta, secondo quanto riferito dalle autorità giapponesi, di un caso molto raro per l’Istituto nazionale giapponese di scienza e tecnologia industriale avanzata (Aist), dove Quan lavorava. La controversia riguarda un composto chimico utile per isolare componenti elettriche di precisione, i cui dettagli sarebbero stati trasferiti via mail nel 2018, una settimana prima che l’azienda cinese ne registrasse poi il brevetto. “Ci auguriamo che la parte giapponese rispetti effettivamente lo stato di diritto, l’economia di mercato e il principio della concorrenza leale. Affinché crei un ambiente favorevole per gli scambi e la cooperazione scientifici e tecnologici sino-giapponesi”, ha detto la portavoce del ministero Mao Ning.
Myanmar, la Thailandia sotto accusa per i tentativi di reinserire i leader militari nel dialogo Asean
La questione birmana torna a spaccare l’Asean. Lunedì 19 giugno il ministro degli Esteri thailandese Don Pramudwinai ha convocato un terzo incontro tra i rappresentanti dei paesi membri che include anche un funzionario scelto dalla giunta che ha preso il potere in Myanmar dal 2021. La promessa di Bangkok è quella di “impegnarsi completamente” sul piano delle relazioni con l’attore che detiene attualmente il potere nel paese: il Tatmadaw, le forze armate del Myanmar. Alcuni rappresentanti Asean e del governo birmano in esilio hanno definito la scelta “incoerente” e “prematura” rispetto al piano di distensione in cinque punti presentato dal gruppo. Don ha replicato che avanzare nel dialogo con Naypyidaw è necessario poiché “nell’interesse del paese”, perché “la Thailandia condivide il confine più lungo con il Myanmar [circa 2.400 chilometri]”.
I chip giapponesi continuano a raggiungere la Russia nonostante le sanzioni
Sanzioni e accordi multilaterali non sembrano frenare il flusso del mercato dei semiconduttori che dall’Asia porta a Mosca. Lo rivela un’indagine di Nikkei Asia che ha scoperto le triangolazioni commerciali che – facendo passare i chip da paesi come la Cina – hanno permesso alle aziende giapponesi di mantenere i rapporti con i clienti russi. Analizzando i dati doganali della Russia è stato possibile intercettare un giro d’affari da 11 milioni di dollari che partiva soprattutto dalla Cina (70% delle spedizioni), seguita da Corea del Sud e Turchia. La stretta sulle catene d’approvvigionamento da parte dei paesi occidentali ha visto la leadership giapponese in primo piano, con la promessa – avvenuta in occasione del G7 di maggio,
Cambiamenti climatici, l’Himalaya pronto a perdere il 75% dei ghiacciai entro il 2100
L’altopiano himalayano perderà fino al 75% dei ghiacciai entro la fine del secolo. Lo rivela un team internazionale di scienziati, che ha lanciato l’allarme sulle conseguenze di una tale perdita per la regione. La rapida perdita di risorse idriche nell’Himalaya colpirà almeno 240 milioni di persone che risiedono nelle aree montane circostanti, senza contare l’impatto di una tale riduzione delle riserve d’acqua sulle popolazioni a valle – circa 1,6 miliardi di persone che vivono lungo i bacini dei principali fiumi che hanno origine nell’altopiano.
A cura di Sabrina Moles
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.