I titoli di oggi:
- Nuove regole di condotta per l’esercito cinese, più rigide che “ai tempi di Mao”
- Li Qiang: “Ok al de-risking ma bisogna collaborare”
- L’Ue lancia strategia sulla sicurezza economica
- Xinjiang, per il capo della sicurezza cinese combattere il terrorismo con “strumenti legali”
- Uno dei virologi di Wuhan ammalati prendeva fondi dagli Usa
- La vecchia guardia torna alla guida di Alibaba
- La rivoluzione dei giovani imprenditori cinesi
- Usa: “L’India partner chiave a livello globale”
La Commissione militare centrale presieduta dal presidente cinese Xi Jinping ha sottoposto l’Esercito popolare di liberazione (Pla) e i suoi ufficiali a un codice di condotta rigido e “senza precedenti”. La notizia è apparsa su 81.cn, il sito ufficiale del Pla, domenica. Come sottolinea il South China Morning Post, si tratta del tentativo di disciplinare la vita sociale del personale in servizio e in pensione e rafforzare il controllo sull’esercito e la società. Le nuove regole serviranno a gestire casi di “quadri dirigenti ritenuti responsabili di negligenza” inculcando in loro “un forte senso dello spirito di partito” e incoraggiandoli “a praticare l’autodisciplina, in modo che vivano una vita sociale pulita pubblicamente, tra le loro famiglie e i loro amici”. La rigida disciplina imposta ai funzionari pubblici e alle forze dell’ordine e militari del partito-stato non è una novità, ma secondo Ni Lexiong, professore di scienze politiche all’Università di Shanghai, si tratta di misure mai tentate prima d’ora, “nemmeno ai tempi di Mao Zedong”.
Li Qiang: “Ok al de-risking ma bisogna collaborare”
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato martedì che è importante tenere colloqui diretti con la Cina su questioni di ordine globale, ma non ha intenzione di rinunciare a diversificare i suoi partner commerciale. Per la Germania, Pechino deve opporsi più duramente alla guerra russa in Ucraina e impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico. Nei colloqui intergovernativi ospitati a Berlino, il cancelliere ha incontrato il primo ministro cinese Li Qiang per la prima volta di persona dopo la pandemia. Li – che ha incontrato i rappresentati di colossi quali Siemens, BMW – ha rilasciato il primo commento ufficiale riguardo al “de-risking“, tanto invocato ai tavoli del G7 di Hiroshima: “La prevenzione del rischio e la cooperazione non sono opposti; la non collaborazione è il rischio maggiore”.
L’Ue lancia strategia sulla sicurezza economica
Nel frattempo, la ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, nella prefazione del rapporto 2022 dell’Ufficio federale per la protezione della costituzione ha affermato che la Cina è tra i “principali attori” dello spionaggio diretto contro la Germania. Insieme a Russia, Iran, Turchia e Corea del Nord, gli agenti cinesi condurrebbero azioni di spionaggio industriale, tecnologico e scientifico. Il clima delle relazioni tra Cina e Paesi europei, infatti, non è dei più positivi. Unione europea ha presentato un piano per continuare a fare affari con la Repubblica popolare senza compromettere la sicurezza. Il progetto consiste in uno screening degli investimenti in uscita e in controlli sulle esportazioni, e fa seguito all’invito, mosso da Bruxelles nei giorni scorsi, a lasciare fuori le aziende cinesi dalle loro reti 5G. L’obiettivo è quello di tenere d’occhio le tecnologie europee considerate strategiche in termini di sicurezza economica.
Xinjiang, per il capo della sicurezza cinese combattere il terrorismo con “strumenti legali”
Contrastare il terrorismo in Xinjiang è in cima all’agenda politica di Chen Wenqing, capo della sicurezza cinese, che ha compiuto la sua prima visita nella provincia occidentale cinese da quando ha assunto l’incarico a ottobre. “Le autorità devono combattere con determinazione i crimini terroristici ed estremisti in conformità con la legge”, ha detto, “dovremmo (…) usare abilmente gli strumenti legali per mantenere la stabilità e combattere il crimine” nell’area. Ha anche affermato che gli sforzi dell’antiterrorismo dovrebbero essere “normalizzati” e che le autorità dovrebbero guidare le persone di tutte le etnie a costruire consapevolmente “la coscienza nazionale, la coscienza civica e la coscienza legale”. In Xinjiang, il governo cinese è accusato dalla comunità internazionale di violazione dei diritti umani contro la comunità uigura.
Uno dei virologi di Wuhan ammalati prendeva fondi dagli Usa
A tre anni di distanza dall’inizio della pandemia, l’origine del virus è ancora oggetto di dibattito. Nuove informazioni dell’intelligence statunitense che sono state pubblicate ieri dal Wall Street Journal sembrano avvalorare la tesi della “fuga da laboratorio”, una teoria sposata nei mesi scorsi anche dal Federal Bureau of Investigation e dal dipartimento dell’Energia di Washington. Secondo le utlime indiscrezioni, nel novembre del 2019, poche settimane prima che venissero accertati i primi casi di Covid-19 in Cina, tre ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan si ammalarono di una patologia mai accertata. Uno dei tre scienziati, identificato come Ben Hu, lavorava su un progetto finanziato dal governo Usa e volto proprio a studiare gli effetti dei coronavirus sugli umani. Secondo l’intelligence statunitense, i sintomi mostrati dal ricercatore nel novembre del 2019 sono compatibili con quelli da Covid-19 ma anche con un’influenza stagionale.
La vecchia guardia torna alla guida di Alibaba
Alibaba Group ha annunciato un rimpasto ai vertici che entrerà in vigore il 10 settembre e che vedrà Daniel Zhang lasciare il suo ruolo di presidente e amministratore delegato della società. Rimarrà, con un ruolo minore, a capo della divisione cloud computing, mentre Eddie Yongming Wu gli succederà al vertice. Wu è attualmente presidente di Taobao e Tmall Group, i servizi di e-commerce di Alibaba. L’annuncio è una delle ultime novità di Alibaba, che qualche mese fa aveva dichiarato di voler avviare quella che ha definito la più revisione “più significativa” dei suoi 24 anni di storia, riarticolandosi in 6 divisioni operative. Queste modifiche interne alla società di e-commerce si inseriscono nel contesto della difficile ripresa economica cinese. Insieme ad altre realtà di e-commerce come JD.com Inc., Alibaba ha mantenuto il massimo riserbo sui risultati di vendita all’evento 618 di quest’anno. Un segno, secondo Caixin, del fatto che la ripresa dei consumi nella seconda economia mondiale potrebbe rivelarsi molto più lenta del previsto. I partecipanti all’evento come Taobao e Tmall di Alibaba, però, hanno dichiarato che il numero di commercianti che ha partecipato all’iniziativa ha raggiunto “un nuovo record”.
La rivoluzione dei giovani imprenditori cinesi
I giovani imprenditori cinesi, che hanno ereditato l’idea della Cina come “fabbrica del mondo”, stanno introducendo nuove modalità di lavoro per valorizzare l’efficienza. Il modello ad alta intensità di manodopera, che ha reso Pechino uno dei maggiori esportatori al mondo, fa ormai parte del passato. “Se non si migliora l’ambiente in cui lavorano, gli operai non sono altrettanto felici ed è più difficile per loro lavorare al meglio”, ha detto a Reuters un giovane imprenditore di 29 anni, “il cambiamento vale il costo aggiuntivo”. Secondo gli esperti, l’invecchiamento della popolazione e la contrazione della forza lavoro stanno rendendo obsoleto almeno un terzo della base industriale cinese, soprattutto i produttori di fascia bassa, che potrebbe non sopravvivere alla concorrenza con India e Sud-Est asiatico.
Usa: “L’India partner chiave a livello globale”
l’India rappresenta un “partner chiave e importante, non solo nell’Indo-Pacifico ma a livello globale”. A dirlo è John Kirby, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, che nella giornata di ieri hanno accolto l’arrivo di Narendra Modi. Il funzionario americano ha affermato che le relazioni USA-India sono “una delle relazioni bilaterali più determinanti e importanti al mondo in questo momento”. Il premier indiamo, negli Usa in visita di Stato, martedì ha anche incontrato a New York Elon Musk, amministratore delegato di Tesla e SpaceX e presidente di Twitter. Il capo del governo indiano ha discusso con Musk i piani per l’avvio di attività produttive di Tesla in India, e il futuro di Twitter nella democrazia più popolosa del pianeta: a margine dell’incontro, Musk ha dichiarato che Twitter “non ha altra scelta” che attenersi alle linee guida per i social media del governo indiano, perché l’alternativa sarebbe la messa al bando della piattaforma nel Paese.
Ci si attende che dopo l’incontro tra Modi e Joe Biden verranno annunciati diversi accordi, tra cui un’intesa per la produzione congiunta di motori a reazione F414 e l’acquisizione da parte dell’India di 31 droni MQ 9B per un valore di 3 miliardi di dollari. In un’intervista al Wall Street Journal, il premier indiano ha detto che “Per i normali legami bilaterali con la Cina, la pace e la tranquillità nelle zone di confine sono essenziali”.
A cura di Agnese Ranaldi e Alessandra Colarizi