La Cina rallenta ai minimi da 27 anni. Secondo le statistiche ufficiali, nel secondo trimestre, l’economia cinese è cresciuta del 6,2%, all’interno del range prefissato dalle autorità per l’anno in corso (6-6,5%) ma pur sempre il ritmo più lento dal 1992 e in netto calo rispetto al 6,4% del trimestre precedente. Le cause? Secondo gli esperti, la guerra commerciale con Washington ha creato un clima sfavorevole per nuovi investimenti oltre ad aver compromesso vistosamente la performance dell’export. Pechino spera di controllare il rallentamento con un mix di sgravi fiscali, nuovi investimenti infrastrutturali e credito privilegiato alle pmi. Ma gli esperti dubitano basterà ad arrestare il trend in discesa [fonre: WSJ]
Pechino minaccia sanzioni in risposta alla vendita di armi americane a Taipei
La Cina sanzionerà le aziende americane coinvolte nella vendita di armi a Taiwan, mentre le forze cinesi navali e aree si apprestano a condurre esercitazioni vicino allo Stretto. Lo ha annunciato domenica Pechino a meno di una settimana dall’approvazione della cessione a Taipei di equipaggiamento militare statunitense da 2,2 miliardi di dollari. Secondo l’accordo firmato tra Washington e Taipei, il più corposo dall’inizio del primo mandato Trump, gli Stati Uniti forniranno a Taipei 108 carri armati M1A2T Abrams, 250 missili Stinger e le relative attrezzature. Secondo la stampa cinese, le società fornitrici nel mirino sono Raytheon, General Dynamics, BAE e Oshkosh, coinvolte nella produzione di missili e carri armati. Sotto embargo dal 1989, Pechino potrebbe esercitare la propria vendetta tagliando le forniture di componenti fondamentali per l’industria bellica Usa – come le terre rare – o colpendo le vendite di tecnologia civile. La questione taiwanese ha acquisito rilevanza da quando l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha sancito un riavvicinamento alla leadership taiwanese guidata da Tsai Ing-wen. Durante una rara visita di passaggio negli Stati Uniti, Tsai ha ringraziato Washington per l’importanza attribuita “alla sicurezza dello Stretto di Taiwan”. L’incontro, aperto ai media, è stato il primo nel suo genere, in quanto ai leader di Taiwan è stato precedentemente proibito di fare apparizioni pubbliche durante le fermate di transito negli Stati Uniti [fonte: Scmp, Guardian]
Google e IBM coinvolti nella sorveglianza cinese
La fondazione OpenPower, organizzazione no-profit fondata dai giganti del hightech Google e IBM, ha avviato una collaborazione con la cinese Semptian e Xilinx (compagnia americana produttrice di microchip) al fine di produrre microprocessori in grado di analizzare grandi quantità di dati molto più velocemente delle altre tecnologie esistenti. Secondo fonti di Intercept, l’obiettivo è quello di incrementare la sorveglianza e la censura di internet da parte delle agenzie cinesi. La Semptian, che si presenta pubblicamente come una società di analisi di “big data”, gestisce in realtà buona parte delle attività attraverso una società di facciata denominata iNext, la quale ha sviluppato un sistema di sorveglianza di massa chiamata Aegis in grado di monitorare le attività di 200 milioni di utenti – tanto da “localizzare ogni persona nel paese” – e censurare i contenuti che il governo non vuole rendere visibile ai cittadini. Collocate all’interno delle reti telefoniche e di internet cinesi, le apparecchiature Aegis consentono al governo di entrare segretamente in possesso di ogni sorta di informazione (indirizzi email, telefonate, sms, cronologia internet ecc). Un impiegato della Semptian ha affermato che la compagnia potrebbe fornire ai governi l’installazione di Agegis per un costo compreso tra 1,5 e 2,5 milioni di dollari a seconda del servizio richiesto. Si presume che i giganti del high-tech americano abbiano deciso di collaborare con la Semptian per stabilire legami più stretti con la Cina in modo da accedere al suo gande mercato [fonte: The Intercept]
Il boom cinese delle crociere minaccia l’ambiente
Le crociere stanno vivendo un boom grazie al mercato turistico cinese, il secondo più grande del mondo dopo quello degli Stati Uniti. Ma i gruppi ambientalisti sono preoccupati. Le nuove navi da crociera ormai possono essere considerate come delle città galleggianti che offrono ogni sorta di confort e intrattenimento per attrarre nuovi viaggiatori danarosi. Il numero crescente di questi giganti dei mari è tuttavia motivo di preoccupazione per i danni ambientali. Oltre all’inquinamento atmosferico, le scariche oleose, i rifiuti alimentari e le materie plastiche prodotto dalle navi da crociera, quello che preoccupa di più gli esperti sono le emissioni di ossido di zolfo, gas tossico che causano problemi respiratori, malattie polmonari, piogge acide e danneggiare specie acquatiche. Un altro grande problema sono le grandi navi che attraccano nei piccoli porti causando incidenti, com’è successo a Venezia. Lo scorso anno 2,4 milioni di cinesi hanno scelto di passare le vacanze in crociera, oltre tre volte le statistiche del 2014. [fonte: AFP]
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