In Cina e Asia – Lavoratori cinesi sempre più «vecchi»

In by Gabriele Battaglia

Uno studio dell’università Sun Yat-sen dimostra l’invecchiamento dei lavoratori in Cina. Pechino promette misure per aiutare gli oltre 70 milioni di poveri nel paese. Il vice premier Zhang Gaoli vuole accelerare per far nascere la megalopoli da 130 milioni di abitanti JingJinJi. In Asia le app di dating online contribuiscono alla diffusione dell’HIV, specie tra i più giovani. In Giappone pronta una class action contro Toshiba, che aveva truccato i conti per sette anni.L’università Sun Yat-sen di Guangzhou lancia l’allarme: i lavoratori stanno invecchiando

L’età media dei lavoratori cinesi è di 37.57 anni, il che indica che la forza lavoro del paese non è più in maggioranza giovane, dice un rapporto dell’università Sun Yat-sen di Guangzhou. La ricerca ha raccolto informazioni sui lavoratori di età compresa tra i 15 e i 64 anni in 29 province e municipalità della Cina.

Secondo l’indagine, i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 29 anni rappresentano il 33,07 per cento della forza lavoro del paese, mentre le persone di età compresa tra i 20 e i 44 rappresentano il 32,8 per cento. L’indagine ha inoltre rilevato che lo stipendio medio nel 2014 è stato di 30.197 yuan (4.714 USD), con un tasso di crescita medio annuo del 9 per cento.
Restano diseguaglianze nei redditi tra uomini e donne, mentre l’orario di lavoro è compreso tra le 45 e le 50 ore settimanali.

Pechino promette di «aiutare i poveri»

Il Comitato Centrale del Partito comunista cinese e il Consiglio di Stato (cioè il governo) hanno rilasciato una circolare sulla riduzione della povertà, dopo una conferenza di alto profilo sul tema che si è tenuta a Pechino alla fine di novembre. La leadership promette misure per dare benessere entro il 2020 ai 70 milioni di poveri che vi sono ancora nel paese. Questo obiettivo è definito «il compito più arduo» nel percorso verso la xiaokang shehui, la società moderatamente prospera.

Il vice premier Zhang Gaoli vuole accelerare la creazione della megalopoli JingJinJi

Il vice premier Zhang Gaoli ha chiesto di inserire nel 13esimo piano quinquennale (2016-2020) lo sviluppo coordinato di Pechino-Tianjin-Hebei, la megalopoli da 130 milioni di persone già nota con il nome di JingJinJi. In una conferenza, Zhang ha sottolineato l’importanza di trasferire le funzioni non essenziali da Pechino alle zone limitrofe. Bisogna anche avviare il processo di integrazione dei trasporti, la tutela ambientale e la riqualificazione industriale nella regione.

Zhang ha fatto appello a un impegno congiunto per combattere l’inquinamento atmosferico, proprio nel giorno in cui Pechino ha emesso il suo primo allarme rosso per lo smog.

La Cina tratta per costruire basi logistiche militari in Gibuti

Pechino la scorsa settimana ha confermato per la prima volta di essere in trattative con Gibuti per costruire strutture logistiche militari nel suo porto, al fine di mantenere la pace e svolgere missioni anti-pirateria nel quadro della collaborazione internazionale.

La Cina ha più volte dichiarato di non volere basi militari all’estero e anche l’operazione in corso avrebbe lo scopo di stabilire un punto d’approdo per evacuare i cittadini cinesi che vivono nella regione, circa un milione, in caso di emergenze. La marina militare cinese ha già evacuato 613 cittadini cinesi e 279 stranieri dallo Yemen verso Gibuti in quattro operazioni, tra marzo e aprile. Gibuti ha fama di essere il Paese più stabile del Corno d’Africa.
 

Smartphone e app per sesso occasionale: in Asia torna a crescre l’HIV

Una ricerca delle Nazioni Unite ha scoperto che in Asia il crescente utilizzo da parte di giovani gay di applicazioni per smartphone finalizzate a procurarsi appuntamenti è uno dei fattori scatenanti della recrudescenza di HIV tra gli adolescenti. Il rapporto ha scoperto un aumento di infezioni da HIV tra i 10-19enni nella regione dell’Asia-Pacifico, dove vive più della metà degli 1,2 miliardi di adolescenti. Lo studio, durato due anni, ha scoperto che le applicazioni da smartphone hanno aumentato le occasioni di sesso occasionale.

Class action contro Toshiba dopo perdite causate dal falso in bilancio

Un gruppo di azionisti di Toshiba Corp. ha citato in giudizio per 300 milioni di Yen (2,2 milioni di euro) l’azienda e alcuni suoi ex dirigenti, reclamando le perdite subite dopo che il prezzo delle azioni della società è crollato a causa di acclarate pratiche contabili illecite. Nella prima causa collettiva intentata contro Toshiba, 50 azionisti di 15 prefetture del Giappone hanno presentato istanza di risarcimento danni contro tre ex presidenti e due responsabili finanziari, presso il Tribunale distrettuale di Tokyo.

I denuncianti, le cui richieste vanno da 170mila a oltre 10 milioni di yen, dicono che non avrebbero comprato le azioni se fossero stati al corrente del falso in bilancio protratto per quasi sette anni.