Lo scorso fine settimana migliaia di viaggiatori cinesi si sono riversati nei principali siti turistici del paese per celebrare le vacanze del Labour Day, segnalando per il governo cinese l’inizio del tanto atteso ritorno alla normalità dopo mesi di lockdown. Secondo quanto riportato da Xinhua, sarebbero stati più di 50 milioni i viaggi effettuati all’interno del paese per visitare monumenti e siti turistici, per la maggior parte già riaperti al pubblico. A Pechino, la Città Proibita è stata parzialmente aperta per la prima volta dal 25 gennaio, ma le vendite di biglietti sono state limitate per mantenere le misure di distanziamento sociale. Precauzioni simili sono state adottate anche a Shanghai, dove il milione di turisti arrivati in città tra venerdì e sabato ha dovuto rispettare l’uso della mascherina in tutti i siti culturali. La capacità di accoglienza è stata ridotta del 70%. Sebbene la ripresa del turismo rappresenti senza dubbio un segnale di rilancio economico, molti esperti concordano sul fatto che i numeri totali di turisti per queste vacanze del Labour Day – che termineranno martedì – saranno molto al di sotto di quelli dello stesso periodo nel 2019, quando i viaggi effettuati erano stati 200 milioni. Sebbene infatti Pechino abbia riaperto i siti turistici e rimosso l’obbligo di quarantena per le persone che arrivano dalle altre parti del paese, l’accesso ad altri luoghi di intrattenimento quali cinema e teatri sarà ancora proibito in attesa di più chiare previsioni sui rischi causati da una potenziale nuova ondata di contagi. [fonte: FT]
Il Guandong adotta nuove misure antidiscriminazione
Sabato scorso la provincia cinese del Guangdong ha annunciato nuove misure mirate a combattere la discriminazione nei confronti degli stranieri, in risposta allo sgomento internazionale causato dal proliferare di episodi di razzismo nei confronti dei cittadini africani residenti in Cina. Stando alle nuove direttive, a tutti i fornitori di servizi nella provincia è ora formalmente proibito adottare comportamenti preferenziali nei confronti dei cinesi, o discriminare i clienti in base alla nazionalità, alla razza, al genere o al colore della pelle. Inoltre, i proprietari di appartamenti ed immobili saranno ora obbligati a stilare dei contratti di locazione standard per tutti gli affittuari, indipendentemente dalla loro nazionalità, mentre agli autisti sarà vietato rifiutare di far salire a bordo qualsiasi passeggero munito di regolare biglietto. Le misure adottate dalle autorità provinciali sono l’ultimo tentativo di rimediare al malcontento espresso nella lettera inviata al governo centrale da alcuni ambasciatori africani che, a metà aprile, avevano denunciato come i propri connazionali venissero cacciati dalle loro case e dagli esercizi pubblici con il pretesto di controllare la diffusione di Covid-19. Per palliare alle accuse secondo le quali i cittadini africani sarebbero sottoposti a controlli sanitari forzati, le autorità del Guandong hanno creato, oltre ad uno specifico numero verde antirazzismo, anche una nuova autorizzazione che permette a tutti i cittadini senza febbre di entrare nelle aree pubbliche se dotati di una documentazione che provi la buona salute e di un modulo di identificazione in corso di validità. [fonte SCMP]
La Cina invia team di scienziati a misurare l’Everest
Un gruppo di scienziati cinesi ha raggiunto il Nepal per misurare l’altezza esatta dell’Everest, la montagna più alta del mondo, grazie al sistema di navigazione satellitare BeiDou. La nuova spedizione ha lo scopo di rettificare le misure discordanti registrate nel 2005, che avevano fissato l’altezza dell’Everest a 8.844 metri ovvero leggermente inferiore rispetto ai 8.848 metri certificati dal Nepal. La controversia tra i due paesi risiede nel fatto di includere nella misurazione solo l’altezza della roccia o anche quella dello strato di neve in cima. Per questo, in seguito alla visita di Xi Jinping in Nepal avvenuta l’ottobre scorso, i due paesi hanno deciso di lanciare la spedizione congiunta di misurazione della vetta dell’Everest, definita dal leader cinese come “simbolo eterno di amicizia tra i due paesi”. La misurazione coinciderà anche con il 60 ° anniversario della prima scalata cinese del versante nord dell’Everest e con il 45 ° anniversario della prima misurazione accurata del vertice da parte della Cina. Secondo quanto affermato dalle autorità cinesi, i risultati saranno utilizzati per svolgere indagini geodinamiche, con il fine di aumentare la conoscenza riguardo allo stato dei ghiacci e favorire la protezione dell’ambiente.In un comunicato separato, China Mobile e Huawei hanno annunciato di aver installato nell’aprile scorso delle antenne 5G nel campo base dell’Everest. Le infrastrutture, posizionate a 6.500 metri di quota, estendono il segnale 5G fino al vertice dell’Everest. [fonte SCMP]
Coronavirus: in Cina nuova serie cult sul business delle mascherine
Viaggia su jet privati, soggiorna in lussuosi hotel ed è accompagnato dalla sua aiutante femminile mentre fa il giro del mondo: non è una rivisitazione del celebre James Bond, ma è la vita di Lin Dong, trentenne uomo d’affari cinese e protagonista della serie “il Cacciatore di Maschere”. La serie, già vista da oltre 100 milioni di telespettatori cinesi, inizia nel marzo 2020 seguendo le reali vicissitudini di Lin Dong in Turchia, mentre viaggia per comprare materiale per realizzare maschere chirurgiche da rivendere in Cina. Wu Dong, regista e vlogger già noto in Cina, ha incontrato casualmente Lin in un hotel e così l’uomo d’affari ha accettato di essere filmato per tutta la durata del suo viaggio, per permettere agli spettatori di capire la rivalità internazionale per accaparrarsi materiale sanitario durante la crisi di Covid-19. Tra le molteplici negoziazioni, nella serie la telecamera segue Lin mentre parla con un uomo identificato come Hassan, uno dei più grandi produttori turchi di tessuto a fusione per maschere chirurgiche. Lin e Hassan stanno discutendo su un ordine di tessuto da spedire in Cina e la serie ci svela il costo del deposito per il materiale: $ 12 milioni in contanti.Da quando la serie è stata rilasciata alla fine di aprile sulle maggiori piattaforme video cinesi, il nome di Lin è tra i più citati sui social media cinesi. Sebbene vi siano state domande sulla sua etica e sulla legittimità della sua attività, la maggioranza dei commenti sono stati straordinariamente positivi, convertendo Lin in un vero e proprio eroe nazionale. [fonte: WaPo]
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Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.