La Terra sta diventando più verde grazie a Cina e India, i due paesi più popolosi del mondo meglio noti per il grave livello di inquinamento. E’ quanto dimostrano riprese satellitari effettuate dalla NASA tra il 2000 e il 2017, stando alle quali la superficie terrestre ha guadagnato circa 2 milioni di miglia quadrate (circa 518 milioni di ettari) di vegetazione, un quarto delle quali fornito dalla Cina. Lo studio ha rilevato che la maggior parte del contributo cinese è stato raggiunto attraverso programmi di conservazione ed espansione delle foreste, mentre oltre l’80 per cento dell’incremento dell’India è implicabile all’agricoltura intensiva. In tutto l’area rimboschita dagli inizi degli anni 2000 è grande quanto l’Amazzonia.
La “gig economy” ha il fiato corto
Dietro all’aumento del tasso di disoccupazione registrato dalla Cina si nasconde il rallentamento strutturale di un settore fino a un paio di anni fa molto promettente: la cosiddetta “gig economy”, modello economico basato su prestazioni lavorative non continuative e contrattualizzate, era parsa un’ancora di salvezza nel 2016, quando Pechino ha avviato una ristrutturazione dell’industria locale per ridurre la sovraccapacità, costata migliaia di posti di lavoro. Da allora oltre 33 milioni di persone hanno lasciato il settore primario e secondario per sperimentare le nuove occasioni offerte dalla nascita di servizi in espansione come il ride-hailing, l’industria del livestreaming e delle consegne a domicilio. Tutti settori puntellati dalla presenza di colossi autoctoni come Didi, Meituan e NetEase. Ma la progressiva saturazione del mercato, unitamente a una maggiore regolamentazione, sta costando il posto di lavoro a migliaia di persone. Secondo Baidu Index, sorta di Google Trends, nel mese di dicembre la parola chiave “licenziamento” nelle ricerche online ha registrato l’impennata più netta dal 2011.
Un’app per studiare Xi
All’inizio dell’anno, la propaganda cinese si è arricchita di un nuovo prezioso strumento. Un’app dal nome eloquente: Xue Xi Qiang Guo (“studiare la potente nazione”), combinazione che gioca sull’omofonia tra il nome di Xi Jinping e il verbo studiare. Trattasi di una piattaforma online sviluppata dal Dipartimento centrale della Propaganda e promossa a ogni livello dell macchina governativa per disseminare i concetti fondamentali del “Xi pensiero”. Con una caratteristica particolare: mentre l’utilizzo dell’app è stato imposto a diversi dipendenti statali, un sistema a punti permette di verificare il tempo e la qualità dell’ utilizzo che una persona ne fa, assegnando poi un voto sulla base dell’engagment. Ma c’è chi ha già trovato un modo per barare e il libretto rosso 2.0. Secondo il Scmp, l’app è al momento la più scaricata sull’Apple Store cinese.
Diagnosticare le malattie con l’AI
Un team di ricercatori cinesi e statunitensi ha progettato una macchina per diagnosticare le malattie sulla base delle annotazioni riportate dai medici con un’accuratezza che rivaleggia con le controparti umane. Il sistema – realizzato utilizzando i dati di mezzo milione di bambini visitati presso un ospedale pediatrico di Guangzhou nei 18 mesi fino a luglio 2017 – è costituito da una rete neurale in grado di aiutare i medici a fare diagnosi differenziali – o a decidere tra due o più malattie con sintomi simili – e a dare la priorità ai pazienti per il trattamento di pronto soccorso. Il sistema ha imparato a leggere le cartelle cliniche elettroniche e a estrarre sintomi e risultati degli esami di un paziente per fare diagnosi. Ma l’accuratezza raggiunta nell’identificazione di disturbi respiratori non è riscontrabile ancora nel trattamento di altre malattie, sopratutto quelle che interessano il sistema nervoso.
Il Sudest asiatico è il nuovo traino della mobile economy
La Cina è nota in tutto il mondo per i suoi colossi tecnologici, ma il Il Sud-est asiatico è la vera locomotiva dell’economia mobile, vantando le percentuali più alte per uso degli smartphone nelle operazioni bancarie, per fare acquisti online e prenotare servizi di trasporto automobilistico. Secondo il Global Digital Report 2019, se l’Indonesia guida la classifica con il più alto tasso di penetrazione nell’e-commerce mobile (76%), la Thailandia spicca per utilizzo del mobile banking (74%) e Singapore nel ride-hailing (52%). Due settori, questi ultimi, in cui la Cina non si posiziona nemmeno nella top 5. Questo spiega perché la regione sta conquistando una fetta consistente degli investimenti globali nella internet economy, una categoria che – secondo uno studio di Google e Temasek Holdings – entro il 2025 vedrà il proprio valore nella regione aumentare di tre volte a quota 240 miliardi di dollari.
Corea del Nord: a Capodanno regala crystal meth
Dolci, vestiti e tè, ma anche metafentamine. Ogni anno la Corea del Nord festeggia il Capodanno lunare nel segno della tradizione, ma con l’aggiunta di doni inconsueti. Secondo un rapporto di Radio Free Asia ripreso dal NYT, regalare crystal meth è diventata una pratica consolidata nel Regno Eremita, dove la droga sintetica è stata portata negli anni ’20 del secolo scorso dai giapponesi e da alcuni anni viene utilizzata come energizzante alla stregua della Red Bull. Negli anni ’90 la produzione è passata nelle mani dello Stato che ne ha fatto un vero business. E oggi, sebbene formalmente illegale, alimenta la corruzione dei funzionari disposti a chiudere un occhio davanti alla formazione di un’industria privata.
China Files propone alle aziende italiane presenti sul mercato cinese e a tutte quelle realtà interessate a conoscere il paese, servizi di comunicazione quali: newsletter, aggiornamenti su specifici settori e gestione dei contenuti web sui social network locali, oltre a progetti formativi e di approfondimento ad hoc. Contattaci per un preventivo a info@china-files.com
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.