In Cina e Asia – La strategia «wine wine» (sic!) di Jack Ma e Matteo Renzi

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Jack Ma e Matteo Renzi insieme per spingere il vino italiano in Cina
– Taiwanesi «rapiti» dalla Cina in Kenya
– Un piano trentennale per fare della Cina una superpotenza del calcio
– L’80 per cento dell’acqua sotterranea cinese è contaminata
– Il dizionario di cinese Xinhua Zidian entra nel Guinness dei primati
– Giovani, milionari e cinesi: gli immigrati di lusso di Vancouver
– Al via le elezioni parlamentari in Corea del Sud
– Incendio alla golden gai di Tokyo: quello che ci voleva per la «riqualificazione»?Jack Ma e Matteo Renzi insieme per spingere il vino italiano in Cina

Portare le vendite di vino italiano dal 6 al 60 per cento del totale delle bottiglie distribuite sulla piattaforma di e-commerce Alibaba. È quanto si sono impegnati a realizzare il magnate cinese, Jack Ma, e il premier italiano Matteo Renzi in occasione della 50ª edizione del Vinitaly di Verona. I vini italiani rappresentano soltanto il 5 per cento delle importazioni cinesi, per un valore di 1,8 miliardi di euro. Numeri che piazzano l’Italia al quinto posto dopo Francia, Australia, Spagna e Cile.

Questo sopratutto a causa delle risorse ristrette dei produttori italiani – perlopiù imprese a conduzione famigliare – che complicano la penetrazione in mercati complessi come quello cinese. Dei 5,4 miliardi ricavati dall’export italiano nel mondo solo 87 milioni finiscono in Cina. «L’unica opportunità che le piccole aziende hanno di tenere testa alla competizione globale è quella di digitalizzarsi», ha dichiarato Renzi. 

Taiwanesi «rapiti» dalla Cina in Kenya

Dopo i dissidi sull’interpretazione di «Una sola Cina», le rivendicazioni sulle isole contese, e le accuse incrociate di spionaggio, stavolta a creare zizzania tra le due sponde dello Stretto è il presunto rapimento di una cinquantina di taiwanesi. «Presunto» è proprio il caso di dire perché i fatti sono ancora poco chiari. Tutto è cominciato lunedì con la denuncia da parte del ministero degli esteri taiwanese della deportazione dal Kenya in Cina di otto cittadini taiwanesi precedentemente assolti in un caso di criminalità informatica. Gli otto sarebbero stati costretti con la forza a prendere un volo per Pechino dalla polizia keniota, seguiti nella giornata di martedì da altri 37 connazionali.

Secondo Taipei, la seconda spedizione si sarebbe rivelata anche più rocambolesca con tanto di lancio di fumogeni da parte della polizia locale in risposta alle resistenze dei deportati. Una versione che Nairobi ha smentito giustificando l’uso di «ragionevole forza» per convincere quanti sprovvisti di permesso di viaggio a lasciare il paese. E precisando che i cittadini in questione erano arrivati dalla Cina continentale e pertanto lì dovevano essere rispediti. Secondo quanto rivelato mercoledì dal ministero della sicurezza pubblica cinese, in realtà, i deportati sarebbero indagati per una frode da milioni di yuan in 9 province della Repubblica popolare

Un piano trentennale per fare della Cina una superpotenza del calcio

Lunedì 11 aprile la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme ha lanciato il suo «piano trentennale» per rendere la Cina una superpotenza del calcio allo scoccare del 2050. Entro il 2020, il numero dei cinesi praticanti dovrà salire a 50 milioni, mentre dovranno essere costruiti 20mila centri di formazione e 70mila campi da gioco.

Il programma – che riporta nel dettaglio quanto anticipato nel 2014 dal presidente Xi Jinping in una road map in 50 punti – arriva in coda a una rigogliosa campagna acquisti e punta a ribaltare i cattivi risultati degli anni passati. L’unica volta che la Cina si è qualificazione ai Mondiali risale al 2002, quando perse tutte le partite con 9 gol subiti e 0 realizzati.

L’80 per cento dell’acqua sotterranea cinese è contaminata

Oltre l’80 per cento dell’acqua sotterranea, prelevata dai pozzi a basse profondità in ambito agricolo, industriale o per il consumo domestico nelle aree rurali, risulta contaminata. È quanto emerge da uno studio pubblicato martedì sul sito del ministero delle risorse Idriche, che prende in esame 2103 pozzi utilizzati per monitorare i principali bacini della pianura orientale. Di questi, il 32,9 per cento è stato classificato come «adatto soltanto per uso industriale e agricolo», mentre il 47,3 per cento risulta «inadatto al consumo umano di qualsiasi tipo».

Nessuno è da considerarsi «incontaminato», sebbene l’acqua in prossimità di Pechino sia migliore che in altre aree del nord-est. Pare sia invece «sicura» l’acqua dei centri urbani che proviene da serbatoi, falde acquifere profonde o fiumi sottoposti a depurazione. Meno strombazzata dell’inquinamento dell’aria, la contaminazione delle falde acquifere aggrava l’emergenza idrica causata dalla scarsezza delle risorse nelle province settentrionali.

Il dizionario di cinese Xinhua Zidian entra nel Guinness dei primati

Il Xinhua Zidian, ovvero il primo dizionario di cinese pubblicato dopo la nascita della Repubblica popolare (1 ottobre 1949) edito dalla Commercial Press, ha venduto 567 milioni di copie, diventando un bestseller nonché il «dizionario più popolare» al mondo. Lo ha annunciato il Guinnes World Record durante una cerimonia tenutasi a Londra martedì. Il riconoscimento «sintetizza gli scambi tra la cultura cinese e il mondo e mostra la crescente influenza internazionale della lingua cinese a livello globale da una prospettiva micro», ha commentato Tan Yue, presidente di China Publishing Group, di cui la Commercial Press fa parte.

Giovani, milionari e cinesi: gli immigrati di lusso di Vancouver

C’è chi c’è andato per sfuggire alla campagna anticorruzione, chi invece in cerca di aria pulita e un welfare migliore. Tra il 2005 e il 2012 oltre 37mila milionari cinesi hanno ottenuto la residenza nella British Columbia attraverso il controverso «immigrant investor program». La passione dei cinesi per il mattone e i motori, tra il 2005 e il 2015, ha fatto più che raddoppiare il prezzo medio degli immobili a Vancouver e accelerare le vendite delle automobili del valore superiore a 150mila dollari (passate dalle 1.300 del 2009 alle 2.500 del 2015). A sfrecciare nelle costose vetture sono sopratutto i fuerdai, i dissoluti ricchi di seconda generazione spesso oggetto di critiche e invidie in patria. E continuano ad esserlo anche all’estero

Al via le elezioni parlamentari in Corea del Sud

Si sono aperte questa mattina alle 6.00 ora locale le urne per «rinnovare» l’Assemblea Nazionale, il parlamento sudcoreano composto da 300 deputati (con mandato quadriennale), di cui 253 selezionabili attraverso elezioni dirette e i restanti 45 su base proporzionale. Al partito conservatore Saenuri, attualmente al governo, si oppongono altre due formazioni principali: il Partito democratico di Moon Jae-in e il Partito popolare con al vertice Ahn Cheol-soo, una costola dei democratici.

Il voto, propedeutico alle elezioni presidenziali del dicembre 2017, cade in una fase di forte attrito nelle relazioni con Pyongyang e di crescente malcontento popolare per via della corruzione del governo e della performance economica stagnante. 

Incendio alla golden gai di Tokyo: quello che ci voleva per la «riqualificazione»?

Nel pomeriggio di ieri si è verificato un incendio nella golden gai, la «città dorata» di Tokyo, famosa per i suoi piccoli bar e locali notturni affacciati su stradine anguste nel quartiere di Shinjuku. Per qualcuno – autorità cittadine e compagnie di costruzione – potrebbe essere l’occasione tanto attesa per riqualificare l’area in nome della «prevenzione dei disastri». Sorgendo a pochi passi dalla stazione ferroviaria con più passaggi al mondo è l’area è infatti molto appetibile dal punto di vista commerciale.

Il rogo si sarebbe sviluppato da un piccolo palazzo in legno che i media giapponesi descrivono come «deteriorato dal tempo” e si sarebbe esteso ad altri edifici circostanti. Una donna di 60 anni è rimasta lievemente ferita, mentre 500 famiglie sono rimaste senza luce per diverse ore. È troppo presto per dire chi e che cosa ci sia stato all’origine dell’incendio, ma le tempistiche potrebbero non essere casuali. Mancano quasi quattro anni all’inizio delle Olimpiadi di Tokyo e la capitale giapponese è un cantiere a cielo aperto. E la riqualificazione rischia di cancellarne l’anima.