I titoli di oggi:
- Cina: la “Risoluzione storica” di Xi è ora pubblica
- Energia: gli Usa chiedono a Pechino di rilasciare le riserve di petrolio
- Istruzione privata: i netizen cinesi criticano Pechino
- Kim Jong-Un sparito (di nuovo)? Il leader nordcoreano riappare in pubblico
- Elezioni Filippine: Sara Duterte si schiera con Marcos
- Corea del Sud: la carenza di urea minaccia l’economia
Cina: la “Risoluzione storica” di Xi è ora pubblica
Ci è voluto qualche giorno di attesa, ma il testo integrale della “Risoluzione storica” del Partito comunista cinese (Pcc) è stato diffuso dai media della Repubblica Popolare. Il documento è stato approvato al termine del VI plenum del Comitato centrale del Pcc e celebra “i principali successi e l’esperienza storica del Partito nell’ultimo secolo”. Lo scorso 1 luglio è infatti scattato il centenario dalla fondazione del Pcc a Shanghai: un’occasione per riflettere sulla traiettoria futura del paese, ma anche per guardare alla storia recente della Repubblica Popolare. Si tratta della terza risoluzione nella storia del Partito, che corona così la leadership del presidente Xi.
Sono tanti gli elementi contenuti nel documento che testimoniano la direzione voluta da Xi Jinping per il paese. Si parla tanto di corruzione, che viene definita “la più grande minaccia alla governance a lungo termine del partito” (腐败是党长期执政的最大威胁). Tra le parole più menzionate nel testo compare la formula “riforma e apertura” (改革开放), definizione utilizzata da Deng Xiaoping per spingere la crescita economica cinese nei traffici globali. Anche qui non manca la visione più recente di Pechino sulle dinamiche economiche, che ha portato alla stretta contro i colossi privati. Tra i “mali sociali” citati nel testo compaiono, infatti, “il culto del denaro, l’edonismo, l’ultra-individualismo e il nichilismo storico” (拜金主义、享乐主义、极端个人主义和历史虚无主义等错误思潮不时出现). Denunce anche nei confronti del “cattivo esempio” dato dalla mancanza di “spirito combattivo” da parte dei membri del Partito, che così danneggiano l’opinione pubblica, definita (in merito al dibattito online) come “caotica”.
Importante anche la posizione nei confronti di Hong Kong e Taiwan. Sulle proteste del 2019 nell’ex colonia britannica viene dato spazio alla presunta “interferenza di fattori esterni e interni” che hanno portato il “caos anticinese” nella metropoli (受各种内外复杂因素影响,“反中乱港”活动猖獗). Salda anche la posizione nei confronti dell’isola di Formosa, che rimane parte integrante della “famiglia tra le due sponde (dello stretto, ndr.)” (两岸一家亲). Ignorata la leadership del Partito progressista democratico (Dpp) a Taiwan, a favore del dialogo storico tra Pechino e Guomindang. [Fonti: People, Xinhua]
Energia: gli Usa chiedono a Pechino di rilasciare le riserve di petrolio
Washington inizia a chiedere alla Cina le prime azioni concrete per onorare le promesse fatte durante l’incontro virtuale tra il presidente Usa Joe Biden e Xi Jinping. Una di queste riguarda il rilascio delle riserve di petrolio sui mercati, che gli States promettono per l’inizio del 2022. Gli Stati Uniti hanno la più grande riserva strategica di petrolio al mondo (727 milioni di barili), mentre la Cina possiede oggi 200 milioni di barili in stock e rimane il più grande importatore mondiale di greggio. Un’azione congiunta potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi, che non smettono di crescere dall’inizio dell’anno. La sicurezza energetica è stata tra i tanti temi caldi affrontati dai due leader, che hanno promesso di collaborare per “sostenere la ripresa globale e prevenire i rischi economici e finanziari”. [Fonte: SCMP]
Istruzione privata: i netizen cinesi criticano Pechino
L’azienda New Oriental è finita sotto la gogna mediatica di Pechino dopo aver annunciato la retromarcia dal mondo dell’istruzione privata. Ma non a tutti i lettori questa critica è piaciuta, anzi. Sono tanti gli utenti che hanno denunciato l’articolo pubblicato dalla testata statale Economic Daily, titolato “New Oriental non dovrebbe copiare Li Jiaqi”. Il pezzo racconta come il CEO di New Oriental, Yu Minhong, abbia scelto di passare a un nuovo business dopo che il Governo ha imposto la chiusura dei centri di tutoring privato. E lo fa paragonando l’imprenditore a Li Jiaqi, star del live streaming cinese divenuto famoso per aver venduto 15 mila lipstick in 5 minuti. Questo perché, come ha annunciato lo stesso Yu, l’azienda ha deciso reinventarsi: verranno chiusi i suoi quasi 1500 centri per l’educazione e il core business passerà al mondo delle vendite online di attrezzi agricoli.
La stretta sul settore del tutoring extra-scolastico in Cina è iniziata durante l’estate e ora l’onda d’urto sta colpendo centinaia di migliaia di realtà private. “Il settore dell’istruzione sta subendo perdite significative, grazie alle nuove politiche le aziende non hanno altra scelta che cambiare strada”, ha commentato un utente. Altri si sono spinti oltre, tacciando la retorica contenuta nel pezzo contro Yu di “arroganza e ignoranza”. [Fonte: SCMP]
Kim Jong-Un sparito (di nuovo)? Il leader nordcoreano riappare in pubblico
Non è la prima volta che il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un sparisce per settimane dai riflettori. Questa volta le apparizioni pubbliche sono cessate per 35 giorni, una delle pause più lunghe segnalate dagli osservatori. La sua riapparizione è avvenuta durante la giornata di martedì 16 novembre, quando il Leader Supremo ha fatto visita alla città di Samjiyon, dove è in corso un ambizioso progetto urbanistico che punta a farne un modello di sviluppo per tutto il paese.
L’area scelta per iniziare “la nuova rivoluzione per condurre la popolazione locale a una vita materiale e culturale civilizzata” (come avrebbe detto Kim) è un crocevia di simboli legati alla glorificazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea. Essa sorge in prossimità del monte Paektu, uno dei massimi riferimenti della mitologia coreana e legato a doppio filo alla narrazione gloriosa della dinastia dei Kim. Samjiyon è, inoltre, considerata la cittadina da dove è partita la rivoluzione contro il colonialismo giapponese. [Fonte: NK News]
Myanmar: nuove accuse per Aung San Suu Kyi
Martedì 16 novembre la Commissione elettorale dell’Unione ha accusato 16 cittadini birmani di “frodi elettorali e azioni illegali”. L’accusa si aggiunge alle altre imputate alla leader del paese Aung San Suu Kyi, che è stata imprigionata insieme ai maggiori esponenti del suo governo dall’inizio del golpe, avvenuto lo scorso 1° febbraio. Sotto accusa anche il presidente U Win Myint e l’ex presidente della commissione elettorale U Hla Thein. L’annuncio è arrivato attraverso i media locali, e nessun osservatore può accedere agli atti giudiziari in quanto sotto lo stretto controllo della giunta militare. [Fonte: The Guardian]
Elezioni Filippine: Sara Duterte si schiera con Marcos
Continuano le dichiarazioni ufficiali in merito al coinvolgimento dei Duterte nelle prossime elezioni del 2022. L’attuale presidente in carica, Rodrigo Duterte, ha affermato lunedì 15 novembre che punterà al Senato. Contro ogni previsione sua figlia, Sara Duterte, ha invece annunciato che si candiderà alla vicepresidenza. Martedì 16 novembre Sara Duterte ha poi affermato che affiancherà la corsa alla presidenza di Ferdinand Marcos Jr., figlio e omonimo del defunto dittatore che ha governato il paese per oltre vent’anni. La scelta di appoggiare Marcos Jr. potrebbe rivelarsi particolarmente fortunata per entrambi: i due candidati godono di buona fama tra gli elettori, e mantengono ottimi risultati nei sondaggi. [Fonte: Nikkei Asia]
Corea del Sud: la carenza di urea minaccia l’economia
Le autorità di Seoul hanno deciso di razionare le forniture di urea, un composto chimico utilizzato soprattutto nell’industria automotive e dei fertilizzanti. Grazie all’urea, per esempio, è possibile abbassare le emissioni di ossidi di azoto nei gas di scarico dei veicoli a motore diesel. La soluzione di urea in questione viene prodotta utilizzando carbone e i prezzi sono aumentati in risposta alla crisi energetica cinese. Le aziende stanno cercando di diversificare i fornitori davanti al rischio, sempre più reale, che l’altissima domanda di alcuni beni importati dall’estero possa paralizzare l’economia. Un aereo militare è volato perfino in Australia per assicurarsi una spedizione di emergenza di 27 mila litri della preziosa soluzione. La situazione è analoga a quella di altre economie, che stanno affrontando un’insolita impennata dei prezzi delle materie prime. La carenza di un bene così semplice da produrre però, commentano gli esperti, espone tutte le fragilità delle economie avanzate nella loro dipendenza dalle importazioni. [Fonte: Nikkei Asia]
A cura di Sabrina Moles
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.