I titoli della rassegna stampa di oggi:
– La prima donna governatrice di Tokyo
– Cresce l’attività manifatturiera cinese
– Pechino nega responsabilità su morte monaco tibetano
– Didi e Uber si fondono
– Candidati «localisti» esclusi a Hong Kong
– MH370: simulatore faceva rotta sull’Oceano Indiano meridionale Giappone: la prima donna governatrice di Tokyo
Yuriko Koike ce l’ha fatta. È lei la prima donna della storia a essere eletta governatrice di Tokyo. Le toccherà il compito di preparare la città alle Olimpiadi del 2020, la cui organizzazione procede tra scandali e contrattempi. Al di là della novità «al femminile», Koike è una conservatrice: è contro la partecipazione di persone non giapponesi alle elezioni regionali, si oppone al sistema di scuole coreane che operano in Giappone, è favorevole alla revisione della costituzione pacifista e ha visitato in passato il santuario di Yasukuni, dove sono sepolti i criminali di guerra giapponesi.
Il suo successo è dovuto soprattutto all’«operazione trasparenza» con cui ha proclamato di voler piazza pulita della corruzione, soprattutto dopo lo scandalo sull’uso indebito di soldi pubblici che ha coinvolto il suo predecessore Yoichi Masuzoe, e di creare una amministrazione più inclusiva e democratica. Dopo Koike si sono piazzati il candidato dell’establishment, Hiroya Masuda, e quello della sinistra, Shuntaro Torigoe, penalizzato da uno scandalo sessuale.
Cina: cresce l’attività manifatturiera per la prima volta dopo 17 mesi
L’attività manifatturiera cinese è cresciuta a luglio per la prima volta da 17 mesi. Sono aumentati sia l’output sia i nuovi ordini. Lo rivela il «Manufacturing Purchasing Managers Index» (PMI) elaborato da Markit e Caixin, secondo cui l’attività dei responsabili acquisti delle imprese è salito al 50,6, battendo così sia le attese del mercato che lo collocavano al 48,7 sia il risultato di giugno (48,6). è la prima volta dal febbraio 2015 che non si contrae.
Nuovi ordini e output sarebbero stati stimolati da una forte domanda interna, musica per le orecchie della leadership cinese che sulla creazione di una società di consumatori gioca le proprie carte. Sembrerebbe crescere anche il livello occupazionale, anche se continuano le pressioni sulle vecchie professioni legate all’industria pesante; calano gli ordini dall’estero, ma il ritmo della contrazione è il minore da otto mesi a questa parte, anche se gli analisti dicono che le turbolenze per il commercio globale rimangono forti.
La Cina nega responsabilità sul monaco tibetano morto in carcere
«La Cina ha protetto i diritti di un monaco tibetano poi morto in carcere». Lo dice il ministero degli esteri di Pechino, rispondendo alle richieste di risarcimento da parte della nipote del monaco, secondo cui sarebbe stato torturato. Tenzin Delek Rinpoche, 65 anni, stava scontando l’ergastolo per «terrorismo e incitamento al separatismo» quando alla sua famiglia fu comunicato, il 12 luglio 2015, che era morto per un attacco cardiaco nel carcere della città sud-occidentale di Chengdu.
La nipote 26enne era quindi fuggita in India, dove aveva messo in dubbio la versione ufficiale e lanciato un appello per ottenere giustizia. In un comunicato inviato a Reuters sabato, il ministero degli Esteri cinese ha invece spiegato che «la Cina è un Paese governato dalla legge e durante la detenzione di Tenzin Delek Rinponche i suoi diritti legali sono stati protetti in base alle leggi in materia». Il ministero degli Esteri ha ribadito che la morte è sopraggiunta improvvisamente per attacco cardiaco e che i tentativi di soccorso in ospedale sono stati inutili. Tenzin Delek era un esplicito sostenitore del Dalai Lama.
Cina: Didi e Uber si fondono
Le due principali piattaforme di ridesharing operanti in Cina, Didi Chuxing e Uber, si fondono, costituendo così un monopolio di fatto. Lo dicono diverse fonti finanziarie secondo cui, al termine dell’operazione, Uber deterrebbe il 20 per cento della nuova compagnia, valutata in circa 35 miliardi di dollari. Secondo il Wall Street Journal, l’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare in giornata.
In Cina, il mercato del ridesharing – le app che facilitano la ricerca di un taxi o di un autista – è in espansione. Tuttavia, a differenza di quanto avviene in Occidente, Uber ha sempre avuto vita difficilissima oltre Muraglia, dove impazza invece Didi Chuxing, prodotto locale che si è affermato negli anni. L’impresa Usa avrebbe quindi scelto di fondersi con il rivale per non ripetere l’errore di molte altre imprese occidentali che si sono rotte le ossa in Cina nonostante il successo internazionale, come successe per esempio a Ebay nella sfida con Alibaba.
Hong Kong: candidati «localisti» esclusi dalle elezioni
Un secondo candidato localista è stato escluso dalla partecipazione alle prossime elezioni per il Consiglio legislativo, dopo che ha rifiutato di impegnarsi a sostenere la mini costituzione della Zona Amministrativa Speciale. L’invalidazione della candidatura di Yeung Ke-cheong è arrivata solo un giorno dopo quella di Chan Ho-tin, membro dell’Hong Kong National Party, accusato di «violazione della basic law» che regola la città fin dall’handover del 1997.
«Sono stato escluso perché ho deliberatamente affermato che non avrei rispettare la legge fondamentale e, di conseguenza, non ho firmato la dichiarazione relativa», ha scritto Yeung sulla sua pagina Facebook. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio legislativo, previste per il 2016, e quelle per la nomina del Chief Executive (governatore), previste per il 2017, sono il grande oggetto del contendere tra Pechino e le forze autonomiste di Hong Kong, che denunciano le pressioni sempre maggiori della Cina e la violazione della formula «un Paese due sistemi».
Il simulatore di volo del pilota dell’MH370 faceva rotta sull’Oceano Indiano meridionale
Funzionari australiani hanno confermato che i dati recuperati da un simulatore di volo ritrovato nella casa del capitano del Malaysia Airlines 370 rivelano che qualcuno aveva usato il dispositivo per tracciare una rotta in direzione dell’Oceano Indiano meridionale, dove si ritiene che l’aereo sia precipitato.
Il Transport Safety Bureau che sta effettuando le ricerche dell’aereo al largo della costa occidentale di Australia, aggiunge che non ci sono però prove che la simulazione sia stata fatta dallo stesso capitano Zaharie Ahmad Shah, anche se il simulatore stava a casa sua. Non c’è quindi prova che il capitano abbia compiuto un deliberato omicidio-suicidio. «Le informazioni del simulatore mostrano solo la possibilità di una pianificazione. Non rivelano né quello che è successo la notte della scomparsa, né dove si trova l’aereo».