La Cina riaprirà i confine ai viaggiatori stranieri nella seconda metà del 2022. E’ quanto pare sia stato deciso a maggio durante un meeting organizzato dal Consiglio di Stato a cui hanno presenziato funzionari del ministero degli Esteri e della Commissione sanitaria nazionale. Secondo il WSJ, che ha riportato in esclusiva la notizia, le restrizioni anti-covid verranno allentate progressivamente, prima per permettere l’ingresso ai vaccinati con i sieri cinesi e a quanti in arrivo da Hong Kong e Macao, nonché dai paesi a basso rischio. Pechino aspira a raggiungere l’immunità di gregge entro fine anno. La Cina rimane uno dei paesi con le misure più rigide. Negli ultimi giorni, nuovi focolai si sono propagati nel sud del paese a causa di casi importati. Rimane inoltre il dubbio sull’efficacia dei vaccini cinesi che, secondo diversi studi, assicurano una copertura nettamente inferiore agli omologhi occidentali. Oltre 300 medici indonesiani già vaccinati si sono ammalati. Intanto la Nuova Zelanda è diventato il primo paese sviluppato a sperimentare un siero cinese: il vaccino sperimentale ReCov sviluppato dalla Jiangsu Rec-Biotechnology.[fonte WSJ, NYT, SCMP]
L’Apple Daily sospende la pubblicazione
Lo storico giornale di Hong Kong, Apple Daily, interromperà le attività alla mezzanotte di oggi. Lo ha confermato stamattina la società editoriale Next Digital in un comunicato. La sospensione riguarda tanto la versione cartacea – che uscirà per l’ultima volta domani – quanto il formato digitale. Negli scorsi giorni l’azienda aveva anticipato che il congelameno degli assets richiesto dalle autorità locali ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale non permetteva più di retribuire il personale. Poche ore prima dell’annuncio era stato arrestato un editorialista [fonte Gurdian WillyLam]
40 paesi chiedono indagine nel Xinjiang
Oltre quaranta paesi hanno sottoscritto un comunicato congiunto per chiedere che l’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani, Michelle Bachelet, possa visitare il Xinjiang, la regione autonoma della Cina occidentale in cui si sospetta siano in corso gravi violazioni dei diritti umani. L’iniziativa, guidata dal Canada in occasione della 47esima sessione del Consiglio Diritti Uman, è stata abbracciata, anche da Australia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti. Nella dichiarazione si fa esolicito riferimento a rapporti di tortura, sterilizzazione forzata, violenze sessuali e separazione forzata dei bambini dai genitori. “Rapporti credibili indicano che oltre un milione di persone sono state arbitrariamente detenute nello Xinjiang e che esiste un sistema di sorveglianza diffusa che prende di mira in modo sproporzionato gli uiguri e i membri di altre minoranze” si legge nel comunicato e le restrizioni alle libertà fondamentali e alla cultura uigura”. Nella giornata di lunedì Bachelet ha espresso la speranza di poter visitare la regione autonoma entro fine anno.
Cina, aumentano le detenizioni extragiudiziali
A preoccupare però non sono solo le politiche etniche adottate da Pechino. Secondo un rapporto del gruppo Safeguard Defenders, dal 2013, almeno 22.000 persone sono state sottoposte a “sorveglianza residenziale in un luogo designato” (RSDL), espressione che indica un particolare sistema di detenzione extragiudiziale. Tra il 2019 e il 2020 la frequenza con cui è stato utilizzato il sistema è aumentata del 91%. Le stime – ricavate direttamente dalle sentenze – sono quasi certamente incomplete dal momento che non comprendono i casi di detenzione ancora in corso o quelli che non sono mai finiti in tribunale. Perdipiù i numeri si riferiscono non ai detenuti ma ai casi, che spesso coinvolgono più persone Alla RSDL sono state sottoposte figure di spicco, come il premio nobel per la pace Liu Xiaobo, e diversi cittadini stranieri, incluso un giocatore di basket professionista afro-americano. Il ragazzo è stato rilasciato dopo otto mesi senza mai essere sottoposto a un’accusa formale. [fonte SCMP, Guardian, WSJ]
Pechino concede al Congo una seconda ristrutturazione del debito
Pechino ha accettato di rivedere per la seconda volta i termini del debito della Repubblica del Congo. E’ stato il presidente Xi Jinping in persona ad accogliere la richiesta durante una conversazione telefonica con l’omologo congolese Denis Sassou Nguesso. L’ accordo riguarda un prestito da 2,4 miliardi e pare sia un’estensione della prima ristrutturazione concessa nel 2019. All’epoca al governo congolese fu chiesto di rimborsare un terzo del debito entro tre anni, in cambio di una proroga di 15 anni per l’importo restante. Il Congo – il terzo produttore di petrolio greggio dell’Africa subsahariana, dopo la Nigeria e l’Angola – ha visto le sue passività salire al 110 per cento del Pil nazionale. Più di un terzo (circa 9 miliardi di dollari) è detenuto dalla Cina. La ristrutturazione dovrebbe permettere al apese africano di accedere ai finanziamenti del Fmi, fino a oggi preclusi proprio a causa dell’alto livello di indebitamento. Xi ha inoltre auspicato un rafforzamento della cooperazione bilaterale – soprattutto in ambito sanitario – con il paese fornitore di cobalto. Se siete tra i sottoscrittori, potette andare a rivedervi la newsletter del 21 marzo dedicata alle condizioni finanziarie dei progetti cinesi in Africa. [fonte Reuters, SCMP]
Piattaforme di dating per l’élite
Secondo la tradizione cinese, le donne troppo istruite non sono un buon partito: mediamente non più giovanissime (per gli standard cinesi) hanno più difficoltà a rimanere incinte o a crescere i figli e hanno meno tempo per le faccende domestiche o per badare alla famiglia. È così che le donne con titoli di studio elevati faticano a trovare un partner nella vita di tutti i giorni. Per questo sono nate delle piattaforme di dating pensate appositamente per mettere in contatto i migliori laureati del paese. Le università più prestigiose della Cina, la Tsinghua e la Peking University, ne hanno di proprie. A potervi accedere non sono solo gli ex alunni, ma anche chi ha studiato in uno dei 39 migliori istituti del paese (selezionati all’interno del cosiddetto “progetto 985”) o in una delle 100 più prestigiose università del mondo. Dai dati si apprende che gli utenti di sesso femminile non solo sono numericamente di più rispetto agli utenti maschi, ma sono anche più disposte a pagare per poter accedere al servizio. Segno del livello di sconforto per l’incapacità di trovare un compagno offline, nonostante nella vita reale la politica del figlio unico abbia causato un surplus di uomini. [fonte Caixin]
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.