In Cina e Asia — La Cina rafforza militarmente il confine con la Corea

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La Cina rafforza militarmente il confine con la Corea del Nord

Secondo siti governativi e militari, Pechino starebbe rafforzando la sicurezza lungo il confine con la Corea del Nord. Le misure messe in campo — per rispondere ad un’eventuale crisi nel Regno eremita ma anche a un possibile attacco americano — includono la creazione di una nuova brigata in difesa della frontiera, la videosorveglianza 24 ore su 24 della frontiera supportata da droni e bunker per proteggere dalle esplosioni nucleari e chimiche. L’esercito cinese ha anche unito, spostato e modernizzato altre unità nelle regioni di confine e ha pubblicato dettagli sulle recenti esercitazioni con forze speciali, truppe aeree e altre unità che gli esperti dicono potrebbero essere inviati in Corea del Nord nel caso di una crisi. Tra le operazioni più recenti va ricordata un’esercitazione con elicotteri a giugno e una a luglio con un’unità di fanteria corazzata recentemente trasferita dalla Cina orientale e dotata di nuove armi.

Secondo fonti del Wall Street Journal, Pechino starebbe inoltre valutando come occupare i siti nucleari e alcune porzioni del territorio a nord nell’eventualità di un’avanzata americana e sudcoreana verso la Cina. Pur privilegiando i canali diplomatici, gli Stati Uniti non hanno escluso di dover ricorrere all’uso delle armi per imbrigliare il regime di Kim Jong-un, un’ipotesi rigettata dalla Cina che in alternativa spinge per una ripresa dei tavoli a sei. Nonostante la recente mobilitazione, infatti, gli esperti sono piuttosto concordi nel ritenere la preparazione militare del gigante asiatico ancora inadeguata.

Proteste a Pechino in difesa di un losco “ente benefico”

Lunedì, tenute a vista dalla polizia, parecchie centinaia di persone provenienti da varie parti della Cina hanno protestato contro lo smantellamento di quello che le autorità hanno definito uno schema Ponzi, invocando persino l’aiuto di Xi Jinping. La protesta, divampata a Dahongmen, quartiere a sud di Tian’anmen popolato da lavoratori migranti, è stata diretta da piccoli investitori convinti delle buone intenzioni della Shanxinghui, società che si spacciava per ente benefico. Nella giornata di venerdì diversi dirigenti di Shanxinghui sono finiti agli arresti con l’accusa di aver acquisito ingenti proprietà con l’intento conclamato di “aiutare i poveri e ottenere il benessere comune”. Nel maggio del 2016, Shanxinghui aveva già attirato circa centomila membri, la maggior parte dei quali provenienti dagli strati più bassi della piramide sociale e residenti nelle città di seconda e terza fascia. Tutti i fondi della compagnia risultano ora congelati.

La sollevazione in difesa di Shanxinghui segna un trend opposto a quanto riscontrato negli ultimi anni, quando ad animare le proteste era il desiderio di ricevere un risarcimento per quanto perso. Lo scorso anno il governo ha chiuso il servizio di prestiti peer-to-peer Ezubao per una frode da 7,41 miliardi di dollari. Per molti, tuttavia, la speculazione finanziaria rimane uno dei pochi mezzi attraverso cui capitalizzare i propri risparmi in alternativa al bollente mercato immobiliare.

Questa mattina, la polizia della capitale ha rilasciato un comunicato di condanna in cui si fa riferimento all’arresto di alcune persone “per aver diretto le azioni di disturbo”. Il periodo è particolarmente delicato: con l’approssimarsi del Congresso del Pcc la tolleranza verso gli “incidenti di massa” è ancora minore rispetto al solito.

Abe ai minimi storici

Appena pochi mesi fa sembrava inattaccabile oggi è vulnerabile come mai prima. Shinzo Abe è tra i premier giapponesi più longevi del dopoguerra ma il suo mandato sembra alle sue fasi finali. Su di lui pesano due scandali che hanno coinvolto due istituti scolastici a cui il premier — e la first lady Akie — avrebbe fatto

Favori, concedendo terreni dismessi a prezzo scontato e promettendo sgravi fiscali. Questa settimana il premier ha chiesto scusa in parlamento ammettendo di avere mancato di “visione”. Ma le scuse non bastano: il tasso di approvazione è scivolato al 26 per cento è il pubblico associa ormai l’attuale amministrazione a uno stile di governo corrotto, fondato sulle connessioni e le amicizie personali del capo. E ora nel partito di maggioranza si prepara la successione e si pensa alle elezioni del prossimo anno.