Non più solo mosche e tigri. A finire nel mirino della lotta alla corruzione del presidente cinese Xi Jinping è anche il ramo legislativo del Paese. Il principale organo giudiziario della Cina ha annunciato una campagna per “rimuovere completamente i tumori” dal sistema legale del paese, indicando una nuova epurazione voluta dal leader del Partito Comunista Cinese. La campagna nazionale, che mira ad allineare il sistema giudiziario al Partito, è stata lanciata dalla Commissione centrale per gli affari politici e legali, l’organismo del Partito comunista che sovrintende alla polizia, ai pubblici ministeri e ai tribunali del paese. Un compito politico “urgente e significativo”, secondo le parole del segretario generale della Commissione Chen Yixin che ha utilizzato la metafora del cancro che rischia di avvelenare la struttura del Partito. Da quando è diventato presidente, Xi Jinping ha fatto della lotta alla corruzione la sua bandiera, colpendo diversi esponenti del Partito: una mossa valida per allontanare oppositori e nemici di Xi. [Fonte: Bloomberg]
Tra Cina e Stati Uniti è scontro sul Tibet
Non solo Hong Kong. Pechino e Washington ora si scontrano anche su un altro tema: il Tibet. La Cina imporrà restrizioni sui visti ai funzionari statunitensi che hanno avuto atteggiamenti negativi sulle vicende legate al Tibet, in apparente rappresaglia contro le restrizioni statunitensi ai funzionari cinesi. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, attraverso un comunicato, ha reso noto le intenzioni degli Stati Uniti perché Pechino ostacola il viaggio in Tibet di diplomatici, giornalisti e turisti statunitensi, nonché per la violazione dei diritti umani nella regione himalayana. Pompeo nel documento non ha nascosto la posizione degli Stati Uniti sul Tibet, sostenendone l’indipendenza. Pechino, che giustifica l’attuazione di alcune limitazioni per proteggere i turisti dalla geografia e dal clima del Tibet, ha ribadito che non permette le interferenze straniere negli affari regionali. [Fonte: Reuters]
La Cina approva un piano triennale per rafforzare le imprese statali
Il presidente Xi Jinping ha approvato un piano triennale per rafforzare il ruolo delle imprese statali (SOE) nell’economia cinese per il periodo 2020-2022. La misura, finalizzata a rispondere alla recessione economica legate al coronavirus e alle difficoltà nate con la guerra commerciale con gli Stati Uniti, è stata approvata lo scorso marzo dalla Commissione centrale per le riforme di approfondimento globale, un’agenzia guidata dallo stesso leader cinese. Sebbene i dettagli non siano stati pubblicati, la sua approvazione mostra come il Partito Comunista non abbia in programma di abbandonare il suo sostegno al settore statale, nonostante le lamentele di lunga data di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone. La Cina ha circa 130.000 aziende statali gestite dal governo centrale e locale, le più importanti sono i 97 conglomerati industriali che fanno capo alla SASAC (Commissione statale cinese per la supervisione e l’amministrazione delle attività), tra cui China National Petroleum Corp, State Grid e China Mobile [Fonte: SCMP]
Didi sperimenta la valuta digitale della banca centrale cinese
La banca centrale cinese sta collaborando con Didi Chuxing per testare l’uso di una valuta digitale per il pagamento elettronico sull’app dedicata. Il progetto potrebbe rendere la piattaforma di car sharing la prima al mondo ad utilizzare una valuta virtuale creata dal governo. La banca centrale cinese ha istituito un gruppo di ricerca sei anni fa per esplorare la possibilità di lanciare la propria valuta digitale per ridurre i costi di circolazione della moneta tradizionale e aumentare il controllo delle banconote nelle mani dei politici. Non è ancora noto quando il sistema di pagamento digitale partirà, ma i test sono già partiti. [Fonte: Reuters]
La comunità transgender cinese celebra sentenza storica
La comunità transgender cinese celebra una vittoria storica, dopo che un tribunale di Pechino ha deciso a favore di una donna trans che era stata licenziata a seguito di un intervento di riassegnazione sessuale. In una rara sentenza sulla discriminazione nei confronti dei transessuali, la corte ha riconosciuto le responsabilità della piattaforma di e-commerce Beijing Dangdang Information Technology Co. Ltd., che aveva cessato il rapporto lavorativo con la dipendente a causa del lungo periodo di assenza dal posto di lavoro, dopo che si era sottoposta all’intervento chirurgico nel 2018. Il tribunale ha emesso il verdetto a gennaio, stabilendo che la dipendente, soprannominata Gao, potrebbe ripristinare il suo contratto di lavoro con Dangdang e la società dovrebbe pagare gli stipendi arretrati. La corte ha anche affermato che Gao ha il diritto di usare il bagno delle donne dell’ufficio e che altri colleghi devono accettare la sua identità e lavorare con lei con una mentalità inclusiva. Sebbene la sentenza possa aprire nuovi spiragli di speranza per le persone transessuali in Cina, non rassicura molti. A inizio settimana, l’hashtag relativo al verdetto è diventato virale su Weibo, attirando oltre 350 milioni di visualizzazioni e molti commenti negativi e discriminatori verso la comunità transgender da parte di alcuni netizen [Fonte: Caixin]
Kim Jong-un condannato a risarcire due ex prigionieri di guerra sudcoreani
Il leader coreano Kim Jong-un è stato condannato dal Tribunale del distretto centrale di Seul a risarcire due ex prigionieri di guerra sudcoreani tenuti ai lavori forzati nel nord della penisola per decenni. La sentenza ha imposto il pagamento di un risarcimento di 21 milioni di won per i due uomini, di 90 e 87 anni, che sono stati fatti prigionieri durante la guerra di Corea del 1950-1953 e sono rimasti per decenni ai lavori forzati nelle miniere di carbone anche dopo il conflitto. Non furono mai rimpatriati dopo l’armistizio che portò a termine le ostilità e riuscirono a fuggire dalla Corea del Nord solo dopo il 2000, passando attraverso la Cina. I due sopravvissuti, che lamentano di aver subito importanti danni mentali e fisici, hanno presentato denuncia nel 2016; i giudici, invece, hanno deciso di coinvolgere il leader Kim perché ha commesso negli anni atti lesivi dei diritti umani. A seguito della sentenza, un gruppo di attivisti ha espresso la volontà di prendere provvedimenti legali per la confisca di beni nordcoreani nel sud della penisola. [Fonte: Afp]
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Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.