In Cina e Asia – La Cina investe nelle infrastrutture UE

In by Gabriele Battaglia

Un fondo d’investimento per le infrastrutture UE verrà lanciato a Bruxelles. Parteciperà anche la Cina. La Gran Bretagna rimpatria le sue spie da Cina e Russia. Arresti a Hong Kong ai danni di alcuni attivisti accusati di star pianificando un attacco dinamitardo. Via l’obbligo di visto per i taiwanesi che decidono di andare in Cina continentale. Partita del cuore tra funzionari diplomatici giapponesi e coreani contro la Mers. Dismissione per l’impianto più vecchio della Corea del Sud, a Busan. La Cina investe nelle infrastrutture europee
Il 29 giugno verrà lanciato a Bruxelles un fondo d’investimento UE per le infrastrutture da 315 miliardi di euro. La Cina si impegna a parteciparvi con un proprio contributo ancora da quantificare ma stimabile in “miliardi” secondo diplomatici europei. Per Pechino, si tratta di una mossa del tutto coerente nell’ambito della sua “diplomazia degli assegni”, per l’Europa di un gradito contributo. La Cina intende integrare sempre di più Eurasia nel suo progetto di “Via della Seta”, contrapponendosi così all’influenza Usa, ma c’è anche un forte interesse economico nell’investimento in sé.

CINA – James Bond torna a casa
Per ragioni di sicurezza, la Gran Bretagna rimpatria propri agenti segreti da “Paesi ostili” come Cina e Russia dopo che alcuni dei leaks di Edward Snowden sarebbero finiti nelle mani dei servizi di Mosca e Pechino. All’epoca della sua fuga a Hong Kong e poi in Russia, Snowden aveva assicurato che 1,7 milioni di files segreti da lui scaricati fossero al sicuro, ma l’M16 britannico – l’intelligence – sostiene ora che cinesi e russi ne avrebbero hackerati alcuni e quindi, per sicurezza, meglio portare a casa gli spioni più a rischio. Snowden ha ottenuto asilo politico in Russia ed è ricercato dalle autorità Usa.

CINA – Bombetta a Hong Kong

Foto credit: bbc.com

Mentre si apre una fase decisiva nella discussione della riforma elettorale, nove “attivisti radicali” sono stati arrestati a Hong Kong con l’accusa di pianificare un attacco dinamitardo alla sede del consiglio legislativo (il parlamento locale). I nove sono tutti locali, hanno età comprese tra i 21 e i 34 anni e avrebbero diversa provenienza sociale-lavorativa; farebbero parte di un non meglio specificato “gruppo radicale” e sarebbero stati arrestati in un luogo dove “fabbricavano e testavano alcuni ordigni rudimentali”, secondo fonti della polizia.
Ieri, circa 3.500 persone hanno partecipato a una marcia di protesta contro la “falsa democrazia” in discussione nel parlamentino di HK.

CINA – Niente visto per i taiwanesi
Nell’ambito della politica di riavvicinamento tra i due lati dello stretto di Formosa, la Cina ha deciso di togliere l’obbligo di visto per i taiwanesi che si recano sul continente. Pechino vede l’isola come parte del proprio territorio e spera così di fare un passo ulteriore verso il “ritorno a casa” di Taipei, dove il Guomindang e il Partito Democratico si scontrano invece su quanto e come sia opportuno riavvicinarsi alla Repubblica Popolare. Sono stati oltre 5 milioni i taiwanesi che hanno visitato il continente lo scorso anno; per loro, d’ora in poi, non sarà più necessario lo speciale permesso, simile a un visto.

COREA DEL SUD – Dismissioni nucleari
La Corea del Sud è pronta a mandare in pensione il più vecchio reattore nucleare del Paese. Su indicazione dell’autorità per la sicurezza nucleare il governo ha deciso di non prolungare l’autorizzazione per il reattore 1 di Busan, costruito quasi 40 anni fa. L’atteggiamento dei sudcoreani verso l’atomo è cambiato con lo scandalo di due anni fa che portò alla luce l’uso di componenenti non a norma negli impianti. La Corea non pensa tuttavia di abbandonare il nucleare, anzi si l’obiettivo è portare il numero dei reattori dagli attuali 23 a 36.

GIAPPONE/COREA DEL SUD – La diplomazia del calcio

Foto credit: ajw.asahi.com

Sabato all’insegna del calcio da dopo lavoro per alcuni parlamentari giapponesi e sudcoreani. A Seul si è tenuta questa particolare partita del cuore in un momento di tensione tra i due paesi asiatici, un segno di solidarietà giapponese al vicino che lotta con l’emergenza MERS. A pesare sui rapporti bilaterali tra Tokyo e Seul il contenzioso territoriale sull’isola di Dokdo/Takeshima, la recente approvazione della candidatura all’Unesco di alcuni siti industriali giapponesi in cui ai primi del secolo scorso veniva sfruttata manodopera sudcoreana e l’irrisolta questione comfort women, su cui il prossimo agosto ci si attende un accenno nel discorso del premier nipponico Abe per il 70esimo della fine della Seconda guerra mondiale. Su quest’ultimo punto, fonti della diplomazia di entrambi i paesi fanno sapere: "le trattative procedono".

[Foto credit: reuters.com]