In Cina e Asia – Incontro tra Donald Trump e Jack Ma

In Notizie Brevi by Gabriele Battaglia

Il nostro briefing quotidiano sulle news da Cina e Asia:

– Incontro tra Donald Trump e Jack Ma
– Cina, gli investimenti nel calcio hanno senso?
– Cina, nuova mega agenzia anticorruzione
– Cina, manager pagati meno
– Licenziato il professore critico nei confronti del Grande Timoniere
– Toshiba in crisi, colpo all’export nucleare giapponese
– Filippine, eliminare i gruppi terroristici in sei mesi Incontro tra Donald Trump e Jack Ma
Dopo avere sparato a zero sulla Cina e le sue politiche commerciali, dopo aver paventato una tariffa doganale del 45 per cento sulle merci che attivano dal Celeste Impero, Donald Trump ha incontrato (ed elogiato) Jack Ma, il «golden boy» della new economy cinese, creatore di Alibaba, il gigante dell’e-commerce spesso accusato dagli stessi imprenditori Usa di vendere merce taroccata, violando così il copyright.
Cosa è successo? Semplicemente, Jack Ma ha promesso di creare un milione di posti di lavoro negli Usa, permettendo un più facile accesso delle imprese statunitensi al mercato cinese grazie alle proprie piattaforme di vendita online. E’ il primo incontro del «presidente eletto» con un businessman cinese.

Cina, gli investimenti nel calcio hanno senso?
Se lo chiede il Quotidiano del Popolo, l’organo del Partito comunista. Secondo l’articolo, la Cina cerca di attirare eminenti «scienziati» in tutti i campi per produrre innovazione, solo che questi «scienziati», quando si tratta di calcio, costano molto più che in tutti gli altri settori. Si fa esplicito riferimento a Marcello Lippi, allenatore della nazionale cinese, che sarà pagato 20 milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni. Si parla dei dibattiti che impazzano sui social media, dove molti cinesi protestano per lo spreco a fronte di una situazione del Paese dove esistono ancora sacche di povertà. Ma soprattutto, tra i calciofili pessimisti, ci sono quelli che dubitano che giocatori e allenatori stranieri, come Witsel e lo stesso Lippi, possano fare miracoli per il calcio cinese, deludente da anni. E allora il Quotidiano del Popolo scopre il calcio dal basso: «bisogna investire sui vivai».

Cina, nuova mega agenzia anticorruzione
La Commissione centrale di ispezione disciplinare (Ccid), il massimo organismo anticorruzione cinese, sta per costituire una supercommissione di vigilanza nazionale che integrerà il lavoro di diverse agenzie governative e giudiziarie. Lo scopo è quello di accentrare e rendere più efficienti le indagini anticorruzione, per potenziare la campagna a 360 gradi ormai in corso da cinque anni. Si mira a unificare i procedimenti penali che riguardano la burocrazia di Partito e di Stato, strutture formalmente separate ma di fatto integrate (i funzionari cinesi di solito hanno cariche in entrambe le strutture). La nuova supercommissione non sarà «indipendente», bensì sottoposta alla Ccid, cioè al controllo del Partito.

Cina, manager pagati meno
I dati delle imprese rivelano che la retribuzione media dei dirigenti delle grandi imprese statali cinesi (SOE) è diminuito nel corso del 2015, dopo l’entrata in vigore del «salary cap» deciso da Pechino.
Tutte le 111 aziende di Stato supervisionate dalla Commissione di controllo statale (SASAC) hanno reso trasparenti le retribuzioni del 2015 di circa 950 manager, pubblicandole sui propri siti. 810 di questi dirigenti sono stati in servizio presso le loro aziende per l’intero anno e sono stati pagati in media 616mila yuan (89mila dollari). Non esistono dati per gli anni precedenti, ma gli esperti dicono che c’è stato un calo.

Licenziato il professore critico nei confronti del Grande Timoniere
Deng Xiaochao, 62 anni, professore presso la Shandong Jianzhu University e consulente del governo provinciale, è stato rimosso da ogni incarico la scorsa settimana per "false osservazioni". La colpa di Deng sta nel aver pubblicamente criticato su WeChat le politiche messe in campo da Mao, sfociate nella grande carestia e nella rivoluzione culturale. Costituendo tutt’oggi le basi della legittimità del partito, raramente la figura del Grande Timoniere viene messa in dubbio. Il commento di Deng, divenuto virale sul web, non ha soltanto messo in moto la consueta censura. Le ire dei neomaoisti si sono riversate dal web al campus universitario, dove i sostenitori dell’estrema sinistra hanno fronteggiato un gruppo di attivisti accorsi in sostegno del docente. I tafferugli, andati in scena sotto gli occhi della polizia, si sono conclusi con alcuni feriti. L’episodio arriva in coda ad una serie di misure volte a limitare la libertà d’espressione nell’Accademia cinese.

Toshiba in crisi, colpo all’export nucleare giapponese
Per il terzo anno consecutivo, il colosso giapponese dell’energia e degli elettrodomestici Toshiba potrebbe rimanere con i bilanci in rosso per il terzo anno consecutivo. Oggi l’azienda riunisce i creditori nella sede di Tokyo dell’azienda per chiedere ancora liquidità per affrontare la situazione. Una situazione ancora più intricata dato il crollo della fiducia dei mercati nei confronti dell’azienda di Tokyo che a fine dicembre ha annunciato di aver "strapagato" l’acquisizione di Westinghouse, la sua divisione americana, tra il 2008 e il 2014. I costi della manovra hanno negli ultimi anni superato i profitti. È il secondo duro colpo all’export nucleare giapponese difeso dal governo del primo ministro Shinzo Abe: a fine novembre il Vietnam, partner strategico di Tokyo in Sudest asiatico, aveva abbandonato i piani di costruzione del primo impianto nucleare del paese – appaltato, non a caso, a un consorzio giapponese.

Filippine, eliminare i gruppi terroristici in sei mesi
Le Filippine del presidente «giustiziere» Duterte si sono dati sei mesi di tempo per «ridurre al minimo» la minaccia terroristica nell’arcipelago. I dettagli del piano non sono stati dati nel dettaglio. Il capo delle Forze armate ha comunque indicato i possibili bersaglii negli jihadisti di Abu Sayaf, nel Maute Group e nei separatisti del Bangsamoro Islamic Freedom Fighters. La campagna anti-terrorismo è stata lanciata la scorsa settimana. Almeno 51 battaglioni sono stati schierati a Mindanao. Il piano d’azione non comprende soltanto la forza. Secondo quanto annunciato si cercheranno anche intese di cessate-il-fuoco, in questo caso con la guerriglia comunista e i due Fronti di liberazione moro, quello islamico e quello nazionale. L’esercito sosterrà inoltre la polizia nella campagna contro il narcotraffico, i cui metodi spicci che in pochi mesi hanno fatto oltre 6.000 morti, in gran parte omicidi estra-giudiziari, preoccupa le associazioni per la tutela dei diritti umani.