Giovedì l’UE ha annunciato i dettagli della sua strategia per l’Indo-Pacifico, mentre la notizia di un patto militare tra USA, UK e Australia ha distolto l’attenzione dai propositi europei. L’obiettivo della Commissione è aumentare la presenza navale nella regione attraverso scali portuali ed esercizi di libertà di navigazione, così da “promuovere un’architettura di sicurezza regionale aperta e basata su regole”. L’Alto rappresentante per gli affari internazionali della Commissione, Josep Borrell, è stato però tempestato di domande sulla nuova partnership per la difesa composto da Stati Uniti, Regno Unito e Australia (AUKUS). Il patto militare ha battuto sul tempo l’Unione nel tentativo di rafforzare l’impegno internazionale per la sicurezza nella regione. Il lancio dell’AUKUS ha implicato anche l’annullamento da parte di Canberra di un accordo da 90 miliardi di dollari con la Francia per costruire una nuova flotta sottomarina. “Non è finita. Avremo bisogno di chiarimenti, abbiamo dei contratti”, ha detto il ministro degli Esteri francese Le Drian, che ha definito la mossa una “pugnalata alle spalle”. La Francia è particolarmente risentita anche perché vede compromesso il tentativo di giocare un ruolo di primo piano nella cooperazione securitaria dell’Indo-Pacifico, dopo il lancio nel 2018 di una propria strategia regionale. In risposta Parigi ha annullato un evento in programma a margine della prossima Assemblea generale dell’Onu che avrebbe dovuto coinvolgere i ministri degli Esteri di Stati Uniti, Francia, Australia e India. Da parte sua, Borrell si è “rammaricato” di non far parte della nuova piattaforma indopacifica, ma ha affermato che l’effetto sulle relazioni UE-USA non dovrebbe essere “drammatizzato”. [fonte SCMP, Politico]
La Cina fa richiesta per entrare nel CPTPP
La Cina ha richiesto l’adesione all’Accordo progressivo e comprensivo per il partenariato transpacifico (CPTPP), ha dichiarato giovedì il ministero del Commercio. L’accordo di libero scambio siglato nel 2018 è la versione più recente del Partenariato Trans-Pacifico (TPP), considerato al tempo dagli esperti come uno strumento per rafforzare il multilateralismo a guida statunitense nell’Asia-Pacifico. Il CPTPP include Messico, Perù, Canada, Cile, Malaysia, Brunei, Singapore, Vietnam, Nuova Zelanda, Australia, e Giappone. Pechino ha fatto da tempo pressioni per la sua inclusione nel patto, e il ministro del Commercio Wang Wentao ha finalmente presentato domanda di adesione all’omologo neozelandese Damien O’Connor giovedì. L’ingresso cinese, però è tutt’altro che scontato considerati i requisiti previsti dal patto in materia di sussidi statali e protezione dei dati. Il semaforo verde scatterà solo in caso dell’approvazione di tutti i membri. La richiesta ufficiale è arrivata un giorno dopo che Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno formato un nuovo raggruppamento militare nell’Indo-Pacifico (AUKUS) visto da molti come uno strumento di deterrenza in funzione anti-cinese. La Cina ha duramente criticato il patto come figlio di una “mentalità da guerra fredda” ed “estremamente irresponsabile”, mentre punta a sfruttare il potenziale di cooperazione del CPTPP. [fonte NIKKEI, TWAI, BBC]
Il ritorno sulla Terra dei tre astronauti cinesi
Sono tornati nuovamente sulla Terra i tre astronauti cinesi partiti a giugno per la missione Shenzhou-12, la terza nell’ambito della costruzione della stazione spaziale cinese “Palazzo Celeste”. I taikonauti, sottoposti a controllo medico appena sbarcati, saranno ora sottoposti a 14 giorni di quarantena. Nel frattempo, gli equipaggi di una base ad Hainan, nel sud della Cina, si stanno preparando al lancio successivo, quello della navicella da carico senza equipaggio Tianhe 3, che trasporterà i rifornimenti alla stazione spaziale prima dell’arrivo della prossima missione con equipaggio, prevista da ottobre 2021 ad aprile 2022. Il primo modulo della nuova stazione spaziale è stato inviato in orbita la scorsa primavera, riaccendendo il dibattito sulla militarizzazione dello spazio. Al termine della costruzione, la stazione sarà un quarto delle dimensioni della Stazione Spaziale Internazionale, a guida statunitense. [fonte SCMP GT]
Macao: nuova stretta governativa sul gioco d’azzardo
A Macao crollano le azioni dei casinò dopo l’annuncio di una stretta normativa da parte del governo cinese. La piccola regione amministrativa speciale è l’unica località su territorio cinese in cui i casinò sono ammessi: l’industria dei giochi rappresenta circa l’80% delle entrate fiscali di Macao e il 55,5% del suo PIL. Il Covid-19 aveva già infierito sul settore – gli incassi finora sono arrivati al 69% dei livelli pre-pandemia – ma le nuove misure minacciano di trasformare radicalmente il ruolo di Macao come epicentro del global gaming. Tra queste, è prevista la nomina di rappresentanti governativi per “sorvegliare” le società, oltre all’introduzione di una licenza ufficiale per la distribuzione degli utili come i dividendi. Pechino ha cercato per anni di diversificare l’economia locale di Macao. Stavolta, il rinnovato zelo normativo del governo sembra deciso a scoraggiare definitivamente il gioco d’azzardo, e ha già causato una perdita complessiva di 18 miliardi di dollari. “Abbiamo subito una terribile situazione aziendale durante il Covid e il governo ci ha chiesto di non rinunciare a nessun dipendente, aumentando così il nostro onere”, ha detto il dirigente di una società, “il nostro focus aziendale continuerà a spostarsi da Macao”. [fonte Bloomberg]
A cura di Agnese Ranaldi; ha collaborato Alessandra Colarizi