In Cina e Asia – Il Google cinese sotto inchiesta per promozione di cure false

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Baidu sotto inchiesta dopo la morte di un ragazzo malato di cancro
– Xi Jinping ai professori del Partito: «Guardatevi dai "valori occidentali"»
– Donald Trump: «Non possiamo continuare a permettere che la Cina stupri il nostro paese»
– Un anno di libertà vigilata per il magnate cinese che aveva criticato Xi Jinping
– Finmeccanica e India: gli inquirenti indiani alla ricerca di chi ha intascato le mazzette italianeBaidu sotto inchiesta dopo la morte di un ragazzo malato di cancro

Wei Zexi, 21 anni, è morto lo scorso aprile a causa di una rara forma di cancro che aveva tentato di curare presso un ospedale segnalato nei primi dieci link di Baidu, il principale motore di ricerca della Repubblica popolare. L’ospedale, che prometteva «cure sperimentali» per diverse forme di tumore, era stato oggetto di critiche pubbliche da parte di Wei, che aveva anche accusato il motore di ricerca di diffondere false informazioni di carattere medico, facendo «pubblicità ingannevole» di strutture ospedaliere sconosciute. Con la morte di Wei, le autorità cinesi hanno aperto un’inchiesta circa la promozione di cure «fasulle» online.

Con l’apertura dell’inchiesta, il titolo di Baidu quotato a Wall Street ha perso quasi l’8 per cento, mentre sui social network cinesi è partita una campagna per il boicottaggio del motore di ricerca.

Xi Jinping ai professori del Partito: «Guardatevi dai "valori occidentali"»

Il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, durante un incontro coi professori degli istituti del Partito comunista cinese tenutosi lo scorso dicembre, ha messo in guardia la platea dai «valori occidentali» e dalla diffusione di critiche all’operato del governo cinese. Xi, nell’occasione, aveva riaffermato la formale «libertà accademica» garantita dal Partito ai professori, precisando però che ciò non significava «si possa parlare di o commentare qualsiasi cosa».

Il discorso, pubblicato da Qiushi – un magazine del Partito – in qualche modo stride con l’ultima apertura, in ordine di tempo, dello stesso Xi, che pochi giorni fa esortava il Partito ad aprirsi alle «critiche dell’opinione pubblica»

Donald Trump: «Non possiamo continuare a permettere che la Cina stupri il nostro paese»

Il candidato alla presidenza degli Usa Donald Trump durante un comizio nello stato dell’Indiana, paragonando il deficit commerciale degli Stati Uniti rispetto alla Cina a uno «strupro», ha promesso al proprio elettorato di «fermare la più grande rapina in atto nella Storia del mondo». 
Trump si riferisce alla manipolazione di valuta con cui la Cina manterrebbe convenienti le proprie esportazioni e, per contro, più onerose le importazioni. Una condizione che, vale per gli Stati Uniti come per tutti gli altri, permette alla Cina di vendere più di quanto importi.
Un articolo interessante di Forbes spiega come, per gli Usa, la condizione attuale non sia poi così male.

Un anno di libertà vigilata per il magnate cinese che aveva criticato Xi Jinping

Le autorità di Pechino hanno comminato ieri la pena di un anno di libertà vigilata a Ren Zhiqiang – il «Trump cinese» – accusato di aver diffuso in più occasioni «commenti impropri» attraverso il proprio account di Weibo (seguitissimo in Cina, con 37 milioni di follower, prima che venisse chiuso). Le critiche di Ren si concentravano sul protagonismo e accentramento di Xi Jinping a discapito dell’«interesse del popolo».
I giudici hanno specificato che la condotta di Ren sarebbe andata a violare i «quattro princìpi basilari» del Partito ai quali ogni membro deve attenersi: aderenza al sentiero socialista del paese, alla dittatura del proletariato, alla leadership del Partito e alle dottrine politiche del marxismo e del maoismo.

Finmeccanica e India: gli inquirenti indiani alla ricerca di chi ha intascato le mazzette italiane

Con la conferma di corruzione arrivata dalla Corte d’appello di Milano nel caso degli elicotteri AgustaWestland venduti da Finmeccanica al governo indiano grazie alla distribuzione di mazzette, le autorità indiane hanno ripreso con maggior vigore le indagini nel paese. Nei giorni scorsi è stato interrogato l’ex ufficiale dell’aeronautica SP Tyagi, secondo gli inquirenti il contatto tra i faccendieri di Finmeccanica e le autorità militare indiane, accusato di aver intascato parte delle bustarelle.

Il Bharatiya Janata Party (Bjp), al governo centrale col primo ministro Narendra Modi, nei giorni scorsi ha accusato ripetutamente l’Indian National Congress (Inc) di aver provato ad insabbiare il caso per proteggere la presidentessa Sonia Gandhi, che il Bjp presume sia coinvolta nel giro di corruzione. Accuse che l’Inc ha sempre rimandato al mittente.