I titoli di oggi:
- Cambogia: il partito di Hun Sen domina le elezioni
- Blinken e i paesi del G7 chiedono alla Cina di collaborare sulla Corea del Nord
- Giappone: restrizioni all’export di apparecchiature per chip
- Cina: WeChat Pay e AliPay accettano Visa e Mastercard
- Cina: almeno 5 morti dopo alluvione nell’est e nel nord-est
- Le tensioni Usa-Cina pesano sulla cultura
- Quattro arresti per le violenze nel Manipur
Cambogia: il partito di Hun Sen domina le elezioni
Come ampiamente previsto, il Partito popolare cambogiano (CPP) del primo ministro Hun Sen ha dominato le elezioni in Cambogia di domenica, ottenendo oltre l’82% dei voti. Di fatto, il CPP non aveva rivali. L’unica credibile forza di opposizione, il Candlelight Party, non si è potuta presentare alle elezioni, e gli altri diciassette partiti in lizza erano troppo deboli per poter impensierire il primo ministro al potere dal 1985. Nonostante questo, la vittoria del CPP non è stata totale. Secondo i risultati preliminari il Funcinpec, un partito monarchico, ha ottenuto il 9,2% dei voti vincendo 5 dei 125 seggi del parlamento cambogiano, che il CPP monopolizzava dal 2018. Dopo mesi di speculazioni, giovedì Hun Sen ha dichiarato che avrebbe lasciato il ruolo di premier a suo figlio Hun Manet “entro tre o quattro settimane”. Hun Manet, comandante dell’esercito cambogiano, si è candidato per la prima volta in questa tornata elettorale in uno dei seggi della capitale Phnom Penh, che dovrebbe aver conquistato senza problemi. Con tutta probabilità, comunque, Hun Sen resterà presidente del CPP, ruolo dal quale dovrebbe riuscire a mantenere il controllo sull’indirizzo politico del governo.
Secondo i dati ufficiali, ha votato circa l’84% degli aventi diritto (8,1 milioni di cambogiani su 9,7 milioni di elettori) e il 5,7% delle schede è risultata nulla (432.000 voti non validi). Come riportato dal Nikkei Asia, Hun Sen ha promesso azioni legali contro chi ha rovinato le schede elettorali, una forma di protesta alla quale avevano chiesto di aderire gli esponenti dell’opposizione al CPP. Secondo Kamnotra e Camboja News, almeno due persone sono state arrestate, tra cui Chao Veasna, un attivista del Cambodia National Rescue Party (CNRP), il predecessore del Candlelight Party sciolto nel 2017.
Blinken e i paesi del G7 chiedono alla Cina di collaborare sulla Corea del Nord
La Cina dovrebbe collaborare nella gestione del programma nucleare della Corea del Nord, altrimenti gli Stati Uniti “rafforzeranno” ulteriormente i propri legami di sicurezza con Corea del Sud e Giappone, uno sviluppo che “probabilmente non piacerà” a Pechino . Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, all’Aspen Security Forum, in Colorado. L’alto funzionario statunitense ha sottolineato l’importanza di mantenere “stabili” le relazioni con la Repubblica popolare, a cui però ha chiesto di cooperare anche sul contrasto al traffico dei precursori del Fentanyl e sul cambiamento climatico. Blinken ha poi affermato che Washington ha avviato un’indagine formale in merito alla violazione di centinaia di migliaia di mail governative da parte di un gruppo di hacker cinesi.
Secondo Reuters, inoltre, i paesi del G7, insieme a Unione Europea, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia, hanno intenzione di chiedere formalmente alla Cina di impedire alla Corea del Nord di eludere le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. In una lettera destinata all’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, i firmatari hanno affermato (allegando anche delle immagini satellitari) che Pyongyang utilizza regolarmente le acque territoriali cinesi “per il commercio di prodotti petroliferi sanzionati”. Per via del suo programma nucleare, la Corea del Nord è sotto sanzioni delle Nazioni Unite dal 2006, e dal 2017 le è stato imposto un limite alle importazioni di petrolio raffinato e greggio. Nella lettera si chiede dunque alla Cina di “ispezionare le navi alla ricerca di prove del contrabbando illecito di petrolio” e di “espellere le imbarcazioni nordcoreane il più velocemente possibile”.
Nel frattempo, secondo fonti dell’agenzia di stampa giapponese Kyodo News, la Cina ha proposto a Giappone e Corea del Sud di organizzare un nuovo colloquio trilaterale tra i viceministri degli Esteri. Sarebbe il primo meeting di questo tipo a distanza di quattro anni dall’ultimo incontro, che risale al dicembre del 2019. Per Kyodo News, con questa proposta Pechino potrebbe cercare di creare delle divisioni nel dialogo di sicurezza di Tokyo e Seul con gli Stati Uniti. Intanto, il ministro degli Esteri del Regno Unito, James Cleverly, ha rimandato il suo viaggio in Cina previsto per la fine di luglio. Come riportato da Bloomberg, il motivo della decisione è l’assenza prolungata del ministro degli Esteri cinese Qin Gang, che non si vede in pubblico dallo scorso 25 giugno.
Giappone: restrizioni all’export di apparecchiature per chip
Domenica 23 luglio sono entrate in vigore in Giappone nuove norme per limitare l’esportazione di apparecchiature avanzate per la produzione di semiconduttori. Le misure, preannunciate già lo scorso marzo, si allineano alla volontà di Washington di contenere l’ascesa economica della Cina: dopo il freno all’export di tecnologia avanzata verso la Repubblica popolare ratificato a ottobre 2022, a gennaio gli Stati Uniti hanno siglato un accordo trilaterale con Giappone e Paesi Bassi per rafforzare le restrizioni, in particolare per i chip con potenziali applicazioni militari, come quelli utilizzati nei supercomputer e nell’intelligenza artificiale. Amsterdam dovrebbe rispondere alla chiamata il prossimo settembre. Per ora Tokyo ha applicato i controlli a 23 articoli, in cui figurano le attrezzature per la litografia ultravioletta estrema (EUV), una tecnologia che consente di incidere con una risoluzione molto elevata i wafer di silicio, permettendo così di realizzare i circuiti nei chip più avanzati al mondo. Pechino perde il suo principale fornitore di attrezzature per produrre semiconduttori, ma le aziende nipponiche potranno ancora esportare dispositivi non all’avanguardia: i dati recenti indicano un aumento della produzione cinese di chip più vecchi, come i Legacy.
Cina: WeChat Pay e AliPay accettano Visa e Mastercard
Apertura importante da parte delle principali piattaforme di pagamento mobile della Repubblica popolare cinese. Da venerdì scorso Alipay e WeChat Pay supportano le carte emesse da Visa e Mastercard, oltre a quelle di Diners Club, Discover e della giapponese JCB. In Cina i wallet digitali hanno ormai preso il posto di carte di credito e contanti, creando non pochi problemi per i visitatori stranieri. Il sistema di pagamento del colosso WeChat, per esempio, obbligava l’inserimento di carte emesse localmente. Alipay, invece, applicava una commissione del 5% a pagamenti effettuati con carte di credito internazionali. Ora invece è prevista una commissione del 3% per le transazioni superiori a 200 yuan, con un tetto massimo di pagamento annuale di 60 mila yuan.
Cina: almeno 15 morti dopo alluvione nell’est e nel nord-est
Sabato delle forti piogge in un villaggio del distretto di Dayuan, vicino ad Hangzhou, hanno causato la rottura dell’argine di un fiume causando cinque morti e due dispersi. Come riportato da Reuters, le alluvioni hanno colpito anche il nord-est della Cina. Nella provincia del Liaoning sono state evacuate 5.600 persone e si sono registrati danni alle case e alle coltivazioni agricole. Secondo le prime ricostruzioni, sempre a causa delle forti piogge, sarebbe crollato il tetto della palestra di una scuola media nel distretto di Longsha a Qiqihar, nella provincia dell’Heilojiang. I media statali parlano di dieci morti e di una persona ancora intrappolata sotto le macerie.
Le tensioni Usa-Cina pesano sulla cultura
Scambi culturali tra Stati Uniti e Cina ai minimi termini. Lo ha riportato il Guardian, che ha analizzato i dati relativi ai programmi di scambio universitari, al settore turistico e alla produzione editoriale. Se nei primi anni Duemila le relazioni culturali dei due paesi si erano intensificate, le tensioni di carattere commerciale e le chiusure per il Covid-19 hanno invertito la tendenza. Un caso riguarda le condizioni dei giornalisti, con l’espulsione incrociata da parte di Pechino e Washington di alcuni professionisti. Secondo i dati del Foreign Correspondents’ Club of China in riferimento al 2022, ad esempio, il 56% degli uffici stranieri ha riscontrato problematiche nella ricezioni dei visti per i corrispondenti. Dal 2017 le pubblicazioni di narrativa e poesia cinese tradotte e pubblicate negli Stati Uniti sono calate con costanza. Curva al ribasso anche per gli studenti che hanno trascorso un periodo di studio all’estero: il numero di universitari cinesi negli Stati Uniti ha registrato un’impennata durante la presidenza di Barack Obama, per poi calare durante l’amministrazione Trump. A oggi sempre più ricercatori cinesi in materie scientifiche decidono di tornare nella madrepatria: se da una parte Pechino sta tentando di attrarre talenti per perseguire l’autosufficienza tecnologica, dall’altra molti dottorandi raccontano di un ambiente meno favorevole negli Stati Uniti viste le incertezze politiche tra le due superpotenze.
La Malesia sospende un festival dopo un bacio tra uomini sul palco
Il Good Vibes Festival a Kuala Lumpur è stato sospeso dopo che il frontman della band pop rock britannica The 1975 ha baciato il bassista del gruppo sul palco. Il cantante, Matty Healy, ha anche criticato apertamente le leggi anti-LGBTQ+ del paese, a maggioranza musulmana e dove l’omosessualità è ancora considerata un reato. L’organizzazione del festival ha comunicato la cancellazione dell’evento a seguito della “condotta e delle osservazione controverse” dell’artista. Su Twitter il ministro delle Comunicazioni malese Fahmi Fadzil ha chiarito che “non ci sarà alcun compromesso contro chiunque sfidi, denigri e violi le leggi malesi”.
Quattro arresti per le violenze nel Manipur
Giovedì scorso quattro uomini sono stati arrestati in relazione alle violenze nel Manipur, che hanno visto un gruppo di uomini aggredire sessualmente due donne appartenenti alla tribù dei Kuki nell’ambito del conflitto etnico che sta terrorizzando lo stato a nord-est dell’India. Le azioni atroci sono state riprese in un video che ha fatto il giro del web, scatenando l’indignazione in India e nel resto del mondo ma finendo al contempo per essere condiviso all’infinito in una macabra espressione di pornografia della violenza. Malgrado il fatto risalga a oltre settanta giorni fa, le autorità hanno agito solo nei giorni scorsi. Critiche anche all’operato del premier Narendra Modi, che dopo mesi di silenzio ha dichiarato che “l’intero paese è stato svergognato” dall’incidente.
A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno