In Cina e Asia – Il continente della classe media

In by Gabriele Battaglia

 In Asia vive metà del ceto medio globale. La Thailandia ha rispedito più di 100 uiguri in Cina, ignorando appelli della comunità internazionale. La UE ne critica l’impianto giuridico della legge di sicurezza cinese. Il campione del calcio nordcoreano va a giocare in Giappone. Scandalo sulle ammissioni alle scuole di medicina in India. ASIA – Metà ceto medio globale vive in Asia
Il 51% del ceto medio globale sta nella regione dell’Asia-Pacifico. Era il 31 % nel 2001. E in gran parte a causa di Asia, la popolazione mondiale a medio reddito è raddoppiata da 399 a 784 milioni da 2001 a 2011. Lo dice uno studio del Pew Research Centre, secondo cui, al 2011, l’incremento numerico maggiore nei dieci anni precedenti era stato conseguito dalla popolazione a medio-reddito cinese: 203 milioni di persone in più.
Se il fenomeno rivela lo spostamento del baricentro economico verso Oriente – spiega il rapporto – è anche vero che molto spesso l’uscita dalla povertà (cioè da un reddito di 2 dollari al giorno o meno) si traduce in un’entrata nella fascia comunque a basso reddito (fino a 10 dollari al giorno). E permangono molte diseguaglianze globali, mentre la crescita del ceto medio non è simile ovunque.

CINA – Uiguri rimpatriati dalla Thailandia
Giovedì, la Thailandia ha rispedito più di 100 uiguri in Cina, ignorando gli appelli della comunità internazionale affinché ai membri della minoranza etnica dello Xinjiang venisse garantita protezione contro la possibile persecuzione da parte delle autorità cinesi.
Il portavoce del governo thailandese, il maggiore generale Verachon Sukhonthapatipak, ha detto che Pechino ha rassicurato il suo Paese che la sicurezza degli uiguri “è garantita”.
Secondo il maggiore, i 109 uiguri erano in Thailandia da più di un anno e, con altri arrivati in fasi successive, affermavano di essere di nazionalità turca. Le autorità thailandesi hanno verificato le loro nazionalità prima di rimpatriarli.

CINA – L’Ue critica la "sicurezza" cinese
Dopo che Pechino ha varato la sua legge di sicurezza nazionale (il primo luglio) e mentre si prepara a deliberare almeno altre tre leggi collegate, ma più dettagliate, sugli investimenti esteri, sulla sicurezza informatica, e sulle ONG straniere, la UE ne critica l’impianto giuridico per bocca di Michael Clauss, ambasciatore tedesco in Cina e capo di una delegazione che ha cercato di suggerire alcuni cambiamenti alle autorità cinesi, senza essere ascoltata. Gli europei sono particolarmente preoccupati per la definizione vaga di “sicurezza” e il progressivo deterioramento dell’ambiente economico per le imprese straniere.

COREA DEL NORD – Il campione nordcoreano che va a giocare in Giappone
Chong Te Se è nato in Giappone, ha la nazionalità nordcoreana, ha giocato i mondiali con la nazionale del regime, ha trascorso le ultime stagioni nella Seria A sudcoreana e ora è pronto per finire la carriera nella J League nipponica. A 31 anni passerà dai Samsung Suwon Bluewing ai Shimizu S-Pulse. Per molti Chong rappresenta il simbolo dei coreani in Giappone. Allo stesso tempo il giocatore porta in sé tutte le contraddizioni della sua condizione. In Corea del Nord è forte il sentimento anti-nipponico, per via del ricordo dell’occupazione della penisola coreana nella prima metà del Novecento. E quanto giocava nel Sud ha rischiato di finire nei guai per via della legge sulla sicurezza nazionale, che vieta la propaganda filo-nordcoreana.

INDIA – Mega scandalo nelle ammissioni alle scuole di medicina
Svelati i dettagli di un enorme scandalo legato alle assunzioni nella pubblica amministrazione e alle ammissioni nelle scuole di medicina del Madhya Pradesh. Funzionari del Vyapam, acronimo in hindi per l’ufficio che conduce i test di ammissione per posizioni nel settore pubblico e le selezioni per le scuole di medicina, permettevano dietro pagamento una serie di irregolarità: diffondere in anteprima le domande dei test, far sostenere gli esami a prestanome, mettere all’asta ammissioni alle scuole di medicina. Le persone coinvolte nello scandalo sarebbero più di 2.500. La Corte suprema indiana ha ordinato l’apertura di un’indagine federale. 

[Foto credit: bbc.com]