I funzionari di Pechino responsabili per gli affari hongkonghesi stanno lavorando alla stesura di un piano dettagliato con l’obiettivo di disinnescare le proteste anti-estradizione che da mesi scuotono la regione amministrativa speciale. La nuova strategia dovrebbe altresì comprendere una rivalutazione approfondita e sul lungo termine dell’approccio adottato dalle autorità centrali nella gestione dell’ex colonia britannica. A tal fine il Central Coordination Group for Hong Kong and Macau Affairs, guidato dal vicepremier Han Zheng, sta raccogliendo feedback sul posto da sottoporre alla leadership di Xi Jinping. Secondo fonti del Scmp, complessivamente l’intenzione è quella di lasciare il controllo alle autorità locali, affidando il mantenimento dell’ordine pubblico alla polizia hongkonghese. Un intervento dell’esercito cinese è quindi per il momento fuori discussione. Una fonte riassume la posizione cinese con la frase “stanare il serpente dal suo buco”; ovvero assumere una posizione difensiva e attendere che l’opposizione riveli completamente le sue intenzion [fonte: Scmp]
Trade war: anche i farmaci diventano una risorsa strategica
La trade war ha messo in evidenza la dipendenza reciproca della prima e della seconda economia mondiale. Quello dell’hi-tech è il settore in cui il pericolo decoupling è più evidente ma non il solo. Infatti, negli ultimi 30 anni, l’industria farmaceutica americana ha spostato gran parte della produzione offshore. Tanto che al momento gli Stati Uniti non più praticamente in grado di produrre antibiotici generici usati per trattare infezioni dell’orecchio, mal di gola, polmonite, infezioni del tratto urinario, malattie veneree e altre patologie. La Cina di contro domina il mercato a livello globale. Persino l’India, colosso mondiale dell’industria farmaceutica, fa affidamento sulla Cina per l’80% degli ingredienti chiave utilizzati per produrre farmaci generici. I rischi di tale dipendenza sono diventati fonte di preoccupazione quando il governo degli Stati Uniti – dopo una serie di attacchi all’antrace nel 2001 – ha dovuto acquistare 20 milioni di dosi di doxiciclina da un’azienda europea che a sua volta si rifornisce in Cina. Da quando la guerra commerciale ha messo a rischio la catena di distribuzione globale c’è già chi negli States ha proposto di rendere i medicinali una risorsa strategica alla pari delle forniture energetiche e alimentari [fonte: Arizona Capitol Times]
Sotto indagine i rapporti tra Google e la Cina
Washington esaminerà la cooperazione tra Google e il governo cinese. Come da prassi, Trump è ricorso a Twitter per sostenere le accuse di Peter Thiel, un magnate della tecnologia tra i principali sostenitori di Trump sin dai tempi delle primarie, secondo il quale l’FBI e la CIA dovrebbero aprire un’indagine per accertare la natura dei rapporti tra il colosso di Mountain View e il gigante asiatico. Il portavoce di Google, Riva Sciuto, ha smentito le accuse di tradimento e ha riaffermato la propria fedeltà agli States portando come giustificazione gli stretti legami con il Dipartimento della Difesa americano in molte aree sensibili come la sicurezza informatica, il reclutamento e l’assistenza sanitaria. Le accuse coincidono con un’enorme campagna governativa per controllare l’operato di Facebook, Google, Amazon e Apple. Sono ormai diversi mesi che l’azienda americana è sotto la lente per via dei suoi affari cinesi e le possibili declinazioni militari e censorie. Contestualmente alle nuove accuse, per la prima volta, Google ha annunciato pubblicamente la fine del discusso progetto Dragonfly, un motore di ricerca censurato che avrebbe dovuto riportare Google in Cina a dieci anni dalla ritirata [fonte: BBC]
AI: la qualità dei dati penalizza la Cina
Nella corsa per l’egemonia tecnologica, l’Intelligenza artificiale – con le sue molteplici applicazioni – costituisce la vera carta vincente. Lo sa bene Pechino che nel 2017 ha varato un piano per diventare leader mondiale nel 2030. Come comunemente messo in risalto dalla stampa internazionale, la Cina ha il grande vantaggio di avere a disposizione una gigantesca mole di dati generati dai sui 1,4 miliardi di abitanti, di cui ancora solo pochi preoccupati dalle possibili violazione della privacy. Ma un recente studio del think tank MacroPolo evidenza come i numeri non bastino ad assicurare la leadership mondiale. Gli Stati Uniti detengono ancora in netto vantaggi in termini di qualità e varietà dei dati. Le limitazioni cinesi sono in parte dovute alla chiusura dell’ecosistema digitale cinese, che permette di attingere solo al mercato domestico laddove nella Silicon Valley arrivano input da tutto il mondo [fonte: Scmp]
La Cina sperimenta i prestiti sostenibili
Passi in avanti della finanza sostenibile (o verde) in Cina. Il braccio trading del gigante dell’agri-business Cofco International, ha ottenuto, da un consorzio di 20 banche, un prestito triennale di 2.1 miliardi di dollari, con un tasso decrescente in proporzione agli obiettivi di sostenibilità (sociale e ambientale) raggiunti. In particolare Cofco Int. dovrà assicurare la trasparenza nell’approvvigionamento di semi di soia dal Brasile. Si tratta del primo prestito sostenibile mai emesso nel paese e il più grande per un commodity trader. Fa parte di un trend in grande crescita, che ha visto un aumento del 63% di questi strumenti finanziari, solo nella prima metà di quest’anno. Con questa svolta sostenibile, Cofco Int. stima risparmi per circa 1 milione di dollari che verranno reinvestiti per limitare la dipendenza dai combustibili fossili. [fonte: Bloomberg]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.