In Cina e Asia – Hong Kong, leader studenteschi colpevoli di assemblea illegale

In by Gabriele Battaglia

I titoli della rassegna di oggi:

– Joshua Wong e altri leader della rivoluzione degli ombrelli colpevoli di assemblea illegale
– Se compri l’iPhone ti licenzio
– Pechino approva un piano quinquennale sull’innovazione
– Giappone, insegnanti «faziosi» nel mirino
– Thailandia, partiti e società civile chiedono alla junta confronto sulla nuova CostituzioneJoshua Wong e altri leader della rivoluzione degli ombrelli colpevoli di assemblea illegale

Un tribunale di Hong Kong ha dichiarato colpevoli tre leader studenteschi di assemblea illegale e altri crimini. Joshua Wong, Nathan Law e Alex Chow erano stati protagonisti delle proteste del 2014, la cosiddetta rivoluzione degli ombrelli, per l’istituzione di elezioni libere a suffragio universale per il chief-executive, il leader del governo cittadino, nel 2017 contro l’ingerenza di Pechino.

A settembre di due anni fa, i tre avevano scavalcato delle transenne ed erano entrati all’interno del complesso di edifici dove ha sede il governo dell’ex colonia britannica dando il via ad una serie di occupazioni nella città, poi sgomberate dalle forze di polizia. Dopo il verdetto, Wong, oggi leader della piattaforma politica Demosisto, che si presenterà alle elezioni per l’assemblea cittadina di settembre, ha dichiarato di non essere pentito delle sue azioni. Il 15 agosto ci sarà la sentenza definitiva. Tuttavia per alcuni osservatori, l’incriminazione dei tre è l’ennesimo colpo sferrato dalle autorità locali, sempre più influenzate dal governo cinese, alla libertà di espressione a Hong Kong.

Se compri l’iPhone ti licenzio

Un’azienda tecnologica della regione dello Zhejiang, Cina centrorientale, ha inviato ai suoi dipendenti una «Circolare patriottica», in cui si avvertiva di non acquistare il nuovo iPhone 7 — la cui uscita sul mercato cinese è prevista per il prossimo settembre — pena il licenziamento. Secondo quanto riferito dai media locali cinesi, la ragione sarebbe un difetto del software di scrittura intuitiva del nuovo smartphone che all’input «jichen» — colpisci e affonda, in mandarino — suggerirebbe la parola «Cina». Illazioni che hanno scatenato la protesta del web e speculazioni sulla posizione anticinese di Apple.

L’azienda ha così deciso di offrire sussidi a chi decide di cambiare il suo vecchio iPhone con un prodotto nazionale. Negli ultimi giorni, sull’onda lunga delle tensioni tra Pechino e Washington sul Mar cinese meridionale, altri prodotti identificati come «americani» sono diventati obiettivo di proteste e boicottaggi a livello locale in Cina, dalle catene di fast food ai prodotti di abbigliamento.

Pechino approva un piano quinquennale sull’innovazione

Il governo cinese ha lanciato il suo piano quinquennale sull’innovazione tecnologica, definita «la spinta primaria verso lo sviluppo economico». Pechino cerca di correre ai ripari e far ripartire la locomotiva in un periodo di rallentamento. Nel piano approvato alla presenza del primo ministro Li Keqiang, misure tese ad aumentare il tasso tecnologico del paese di mezzo in modo da facilitare l’ascesa di «nuove economie» basate su IT e ricerca e sviluppo, anche in progetti di cooperazione internazionale.

Miglioramenti sono attesi anche in settori tradizionali come l’agricoltura — investimenti sono previsti nelle tecnologie per lo sviluppo di semi e colture — e la produzione di energia — con investimenti nel settore del carbone pulito. Entro il 2020, l’innovazione dovrà contribuire al 60 per cento della crescita economica cinese, scrive l’agenzia ufficiale Xinhua. Sarà compito del governo alimentare il nuovo modello di business e adottare politiche favorevoli, in materia fiscale e di sussidi, ma anche in termini di protezione della proprietà intellettuale.

Giappone, insegnanti «faziosi» nel mirino

Il partito di maggioranza nel parlamento giapponese presenterà al governo una lista di insegnanti «faziosi» segnalati online nei mesi scorsi perché siano messi sotto indagine per violazione alla legge sull’impiego pubblico. L’iniziativa era stata lanciata sul sito del partito liberal democratico nelle scorse settimane, in coincidenza con la campagna elettorale per le elezioni della Camera alta del parlamento, che hanno consegnato al del premier ministro Shinzo Abe una larga maggioranza.

Tra i casi segnalati dagli elettori, alcuni insegnanti che avrebbero pubblicamente criticato le nuove leggi sulla sicurezza approvate dal governo a settembre 2015 e discusso la loro abolizione. Per il partito sono episodi di chiara violazione della «neutralità politica» nell’impiego pubblico. Ora starà al ministero dell’educazione vagliare i rapporti raccolti dai liberaldemocratici, che da anni, soprattutto sotto Abe, sostengono la necessità di un’educazione più patriottica.

Thailandia, partiti e società civile chiedono alla junta confronto sulla nuova Costituzione

È sempre più accesa in Thailandia il dibattito sulla necessità di una «discussione aperta» sulla nuova costituzione stilata dalla giunta militare che con un colpo di stato ha preso il potere nel 2014. Il documento sarà sottoposto a referendum il prossimo 7 agosto. Da giorni, molti movimenti civili e partiti politici — riuniti in una «Piattaforma» della cittadinanza attiva — lanciano appelli al governo guidato dal generale Prayuth Chan-o-cha a valutare alternative in caso di risultato negativo al referendum.

Prayuth, da parte sua ha già annunciato che non si dimetterà anche in caso di risultato negativo del referendum. Ma la Piattaforma ha comunque invitato il governo ad avviare un processo consultivo e inclusivo di revisione e compilazione della nuova Carta, in modo da garantire la transizione democratica, il rispetto dei diritti umani e delle libertà civili, maggiore trasparenza dell’amministrazione centrale e flessibilità sugli emendamenti. Per la Piattaforma sarebbe un passo per assicurare al paese pace e stabilità dopo un periodo di tensioni e proteste e due anni di governo militare che ha fortemente limitato le libertà individuali e di espressione.